25. The arrow sight

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-JUNGKOOK-

"Tae, rimani sveglio."

Odiava il sangue.

"Guai a te se svieni."

Lo aveva sempre odiato.

"Tae, ti prego. Non volevo farti del male."

E lì ce n'era tanto.

La parte superiore del tessuto dei suoi pantaloni ne era pregna, e sentiva la pelle umida al di sotto premere fastidiosamente contro la stoffa nel punto in cui Taehyung vi aveva poggiato la testa. Sapeva che il demone non era ancora svenuto, vedeva le palpebre muoversi con lenta fatica, le lunghe ciglia scure posarsi sugli zigomi pallidi per attimi fin troppo lunghi per essere rassicuranti, il petto muoversi sotto i respiri affannati mentre le sue braccia stringevano spasmodicamente le gambe di Jungkook.

La mano del principe era posata sulla nuca di Taehyung, le dita affondate nei capelli corvini con la stessa delicatezza che avrebbe posto sulla testa fragile di un bambino; in mezzo ai loro corpi, il terreno aveva cominciato ad assorbire il sangue che macchiava ancora il mento del ragazzo, e Jungkook fu costretto a concentrarsi sul movimento delle spalle del demone per non lasciare che lo sguardo scivolasse fino al disastro che li aveva macchiati entrambi.

Non riusciva a credere di aver ferito Taehyung. Era accaduto tutto così velocemente ed in maniera così intensa che Jungkook stentava perfino a credere di essere stato lui a scaraventarlo senza alcuna delicatezza contro la roccia. Non solo aveva perso il controllo su qualcosa che non avrebbe saputo controllare, ma aveva anche lasciato che l'ansia prendesse il sopravvento e che distruggesse ogni briciolo di calma e sangue freddo che gli era rimasta in quei giorni.

Jungkook non riuscì a sopprimere l'ennesimo singhiozzo mentre scostava i capelli di Taehyung dalla sua fronte madida di sudore. Continuava a sfiorare il corpo del ragazzo con la paura di fargli del male con il solo tocco delle sue dita, non aveva nemmeno il coraggio di spostare la sua testa dalle proprie gambe; le ali del demone erano inermi dietro le spalle del ragazzo, piegate in angolazioni che sembravano estremamente dolorose tra il corpo di Taehyung e la roccia della caverna.

"Tae..."

Chiuse gli occhi e si sporse lentamente sul ragazzo, posando le labbra contro i suoi capelli e lasciando scivolare l'ennesima lacrima sulle sue guance senza riuscire a trattenere i singulti che gli scuotevano il petto.

"Smettila di lagnarti e di comportarti come se fossi morto."

Jungkook sorrise lievemente alla voce bisbigliata di Taehyung, appoggiando la guancia sulla sua testa e facendo scorrere le mani sulle spalle del demone. Lo sentì prendere aria per ricominciare a parlare, ma Jungkook lo fermò prima che potesse emettere un solo verso.

"Allora tu smettila di parlare. Non devi sforzare-"

"Ho energie sufficienti per mandarti a quel-"

Taehyung tossì violentemente e Jungkook lo aiutò a sollevarsi quando lo vide fare leva sulle braccia per scostarsi dalle sue gambe. Ad ogni colpo di tosse il corpo del ragazzo sembrava piegarsi sempre più esausto, ed il panico tornò a regnare sovrano nel principe quando un altro fiotto di sangue colò denso dalle labbra di Taehyung. Jungkook gemette e tentò di togliere il sangue con mani tremanti, tenendo fermo il viso pallido di Taehyung che ciondolava senza forze con gli occhi rivoltati all'interno del cranio, lunghe e sottili vene scure che gli attraversavano l'intero volto. Non sapeva cosa fare, non c'era nulla che lui potesse provare senza rischiare di peggiorare quella disastrosa situazione, ed era terrorizzato da ciò che sentiva turbinare senza controllo dentro di lui. Non sapeva per quanto avrebbe sopportato la pressione all'interno del suo corpo, non sapeva se avrebbe potuto esplodere da un momento all'altro, e non sapeva quali sarebbero state le conseguenze nel caso lui non fosse riuscito a trovare una soluzione.

Dark Wings - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora