La sveglia segnava le sette del mattino e, nonostante fosse ancora presto, l'aria calda aveva già inondato la stanza.
Aaron sbuffò e si alzò dal letto, avrebbe fatto installare un condizionatore non appena fosse iniziata la paga.
L'appartamento in cui viveva a Downtown, centro amministrativo e geografico della metropoli di Los Angeles, non era particolarmente grande. Anzi, faceva schifo.
Un piccolo soggiorno che conduceva in cucina e la stanza dove dormiva con bagno annesso.
Non era il massimo, eppure si accontentava purché fosse solo.
Aprì la finestra per far circolare aria pulita e dopo si fece una doccia rapida, imprecò quando il getto dell'acqua gelida lo colpì sul viso ma gli servì per darsi una svegliata.
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La colazione non fu particolarmente abbondante e mentre guardava il frigo quasi vuoto dovette ricordarsi di fare la spesa.
I turni al supermercato dove lavorava erano sfiancanti e il più delle volte non aveva nemmeno tempo di cenare tanta era la stanchezza accumulata.
Osservò il suo riflesso allo specchio, gli occhi azzurri erano spenti, seppur particolari, e i capelli erano tornati al loro colore naturale, un delicato biondo. Non se li sarebbe mai più tinti di nero.
Il viso pulito non aveva più tracce del piercing sul labbro e sul sopracciglio, difficilmente chi lo conosceva avrebbe associato quel ragazzo ribelle a ciò che era diventato adesso.
Era colpa sua, tutto quel casino lo era e ora stava riprendendo in mano la sua vita seppur a piccoli passi.
Erano quasi due anni che viveva da solo e sapeva di non poter più commettere sciocchezze.
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Una volta fuori casa, Aaron prese la bicicletta e iniziò a pedalare per raggiungere il posto di lavoro.
Doveva assolutamente comprarsi una macchina, si sentiva un coglione nell'andare in bici in una città come Downtown.
Il sole già iniziava a farsi sentire e lui imprecò, odiava il caldo afoso e avrebbe tanto voluto essere sulla spiaggia El Matador Beach, a Malibù, per godersi il rumore rilassante delle onde.
Gli sembravano frammenti di una vita passata invece che di un paio d'anni fa.
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<<Aaron, buongiorno>>
Page Avory lo accolse con il suo più bel sorriso.
Ragazza alta e formosa, dai lunghi capelli castani e occhi cerulei, Aaron si chiese come diavolo fosse possibile che una come lei non fosse stata notata da un famoso agente di moda.
Ce la vedeva a calcare le passerelle dei brand più prestigiosi.
Invece lavorava in un supermercato con lui a cui rivolgeva sorrisi che avrebbero fatto cadere chiunque ai suoi piedi.
<<Buongiorno, Page>> si limitò a dire.
La ragazza gli sorrise ancora e lui si domandò il perché. Non era la più piacevole delle compagnie e nonostante avesse ventidue anni, si trovava con un vissuto abbastanza incasinato.
Un tempo avrebbe fatto follie per una ragazza così bella, ma ora il suo umore equivaleva a quello di un orso uscito dal letargo ed era scontroso con chiunque.
<<Oggi avremo un aumento per i turni extra che abbiamo fatto>>
<<Come?>> domandò stupito.
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Bloody tears
FantasyDurante la Ribellione, Lucifero e gli angeli che hanno deciso di seguirlo precipitano all'Inferno, lontano dal Paradiso e dalla Grazia Divina. Poco prima della Caduta, il Diavolo urla vendetta contro l'artefice della sua rovina, l'Arcangelo Michael...