Capitolo cinque

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Tutto era così bello, troppo surreale per essere vero. L'aria fresca e pura era un toccasana per i suoi polmoni e le stelle brillavano nel cielo blu come non mai, davanti a lui c'erano coltri di nuvole bianche.

Dove si trovava? Stava volando?

Abbassò lo sguardo verso le sue mani e spalancò gli occhi nel trovarle piene di sangue, una spada dall'impugnatura dorata era attaccata alla sua cinta.

Cosa stava succedendo?

<<Non c'era altro modo>> mormorò una voce calda.

Si voltò verso chi aveva parlato, aveva lunghi capelli dorati e occhi chiari come il cielo. Il bel viso era addolorato quasi quanto il suo.

<<Non potevi fare diversamente, lo sai benissimo. Coloro che lo hanno seguito sono andati incontro alla Punizione, non fustigarti più di tanto. Basta restare isolato>>

Si avvicinò ad un grande specchio d'acqua pura e vide il suo riflesso. Per un momento andò nel panico. Chi era quello? Non si riconosceva.

Lineamenti belli e duri, occhi tristi, cortissimi capelli biondi e immense ali bianche dietro la schiena.

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Aaron si svegliò di soprassalto completamente madido di sudore. Che razza di sogno aveva fatto? Fortunatamente la testa non gli faceva più male.

La sveglia segnava le cinque del mattino, aveva dormito tutto il pomeriggio più la sera.

Controllò il cellulare e imprecò. Otto chiamate perse da suo fratello, ora penserà che fosse morto da qualche parte.

Ogni tanto lasciava la sua villa di lusso per passare la giornata con lui e ad Aaron andava più che bene.

Malgrado il suo carattere scorbutico gli piaceva stare in compagnia di Joseph, l'unico che lo aveva aiutato e non trattato come un verme schifoso da evitare.

Fu tentato di comporre il numero ma lasciò perdere dato che molto probabilmente era nel mondo dei sogni. Lo avrebbe chiamato una volta staccato da lavoro.

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La doccia fresca lo fece sentire meglio e ripensò a ciò che era successo in quei due giorni : Felicity che tornava, lui che veniva pestato per salvare una sconosciuta e quello stronzo che aveva osato baciarlo in quel modo.

Assurdo, davvero assurdo.

Quel sogno non lo pensò minimamente, a tutti capitava di farne di strani e di certo non era il primo.

Una volta sognò di essere in mutande davanti a tutta la classe, non che avesse un brutto fisico, anzi ne andava piuttosto fiero. Ma quando sogni mutande con gli orsetti era decisamente imbarazzante.

Addentò la ciambella con glassa al cioccolato e bevve il suo caffè, dato che non era più riuscito ad addormentarsi ne approfittava per fare una colazione abbondante.

Buoni propositi per la giornata : essere più socievole con Page.

Quella ragazza era una specie di santa nel sopportarlo tutti i giorni con il suo umore. Lavorava in quel supermercato da prima di lui e gli aveva mostrato cosa fare e come.

Quando ti chiedono qualcosa, sii sempre gentile, gli disse le prime volte.

Il terzo giorno di lavoro quasi litigò furiosamente con un tizio che le aveva palpato il culo e per poco non gli spaccò una bottiglia in testa.

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