Epilogo: 10 anni dopo

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''Dal momento che la fragilità e la caducità sono componenti della vita umana, dobbiamo sempre cercare persone a cui dare amore e da cui riceverne: senza amore e affetto la vita perde ogni gioia. Per me Scipione, anche se mi è stato strappato all'improvviso, vive ancora e sempre vivrà, perché ho amato in questo uomo eccezionale la virtù, che non si è spenta. Non sono l'unico a conservarne il ricordo, io che l'ho sempre avuta a portata di mano; anche per i posteri sarà un luminoso punto di riferimento. Nessuno potrà concepire ideali e speranze un po' elevate se non assumerà come modello il ricordo e l'immagine di lui. Quanto a me, di tutti i beni ricevuti dalla sorte o dalla natura, nessuno è paragonabile all'amicizia di Scipione.''

Laelius Amicitia, Cicerone


Era tutto così perfetto: la sabbia era calda, il cielo privo di nuvole e il sole ormai all'orizzonte, era flebile. Riscaldava, ma senza che mi dovessi preoccupare delle ustioni.

Mi sedetti sulla sabbia calda in riva al mare, dove si percepiva bene l'odore di salsedine che faceva a pugni con l'odore di smog che eravamo tenuti a sentire perennemente.

<<Guarda là>> dissi alla creaturina che tenevo tra le braccia indicando il mare e distogliendo la sua attenzione dalla collana che portavo al collo: un semplicissimo spago con una conchiglia, lasciatami dalla madre biologica, e che portavo sempre sebbene spesso risultasse incoerente con il mio look.

<<Gli piace il mare>> affermò Asger sorridendo, mentre si sedeva accanto a me e maneteneva lo sguardo fisso sul bimbo che giocava sulla sabbia; non capivo se lo facesse perchè gli piacesse guardarlo o perchè temeva che si mettesse la sabbia in bocca.

<<Ti ricorda qualcuno?>> chiesi con un sorriso che nascondeva un po', o anche più di un po', di tristezza.

<<Non riesco ancora a credere che non ci sia più, adorava i bambini. Avrebbe amato Cedric Junior>>

Erano passati dieci anni dalla sua morte e la sua mancanza non faceva che sentirsi sempre di più, sebbene non ci fosse settimana in cui saltassi la mia visita al suo sepolcro, per lasciargli una rosa rossa come quella che lui mi aveva portato all' ospedale all'inziio di quel terribile incubo.

E soprattutto non c'era giorno in non pensassi a lui e alle sue ultime parole: ''Sorridete tutti, perché quando sorriderete la vita sorriderà a voi.''

Ogni giorno dopo il primo periodo del lutto in cui sorridere era impossibile, cercavo di sorridere; ho sorriso, anche nei momenti più bui e peggiori, sebbene nascondessi una lacrima dietro ogni sorriso.

E ogni volta che sorridevo, il suo ricordo mentre pronunciava quelle parole si faceva più vivido e definito nell mia testa.

Esattamente una settimana dopo il suo funerale, un motel vicino Parigi aveva chiamato le autorità per avvertirle di aver trovato un cadavere in una stanza: un uomo si era suicidato, quell'uomo, ma prima di morire aveva lasciato una lettera, una lunga lettera in cui raccontava tutto quello che era successo e di come la mia storia e quella di mia cugina Apple fossero collegate.

Con tutte le informazioni necessarie per ricondurci a chi veramente ci voleva far fuori e dopo anni di battaglie giudiziarie, avevamo vinto.

L'uomo che aveva sparato, alla fine, dopo aver colpito Cedric aveva perso ogni briciolo di lucidità ed era morto soffocato dai sensi di colpa, aveva deciso di lasciarci una lettera con tutte le informazioni... cosa diceva la lettera? Questo fa parte di un'altra storia, la storia di Apple.

Ma il sacrificio di Cedric non aveva salvato solo me, ma indirettamente anche lei.

Io non lo volevo dimenticare, come non volevo dimenticare il suo gesto, e lo stesso era per Asher: per questo avevamo chiamato il nostro bimbo Cedric; aveva i miei capelli biondi, ma gli occhi verde giada erano identici a quelli di Asher.

Dopo la morte di Cedric, nell'immediato, non ero convinta che sarei stata capace di amare ancora, mi sentivo spezzata. Mi sentivo colpevole... poi, gli anni erano passati e avevo iniziato ad aggiustarmi, anche con l'aiuto di Asher e alla fine, avevo dovuto ammettere che forse Asher per me non era proprio un fratello.

Dopo tanti anni, mi ero resa conto che Cedric desiderava la mia felicità; non che facessi scorrere gli anni come acqua, anche se la mia felicità comportava un altro ragazzo.

Ashley arrivò e mi sottrasse il bimbo dalle braccia e dopo aver posato una cesta da pic-nic si sedette accanto a noi mettendoselo sulle gambe: <<Vieni da zia, principino>>

<<Avete già scelto i vestiti?>> domandai quando Esmeralda ci raggiunse a passo più lento e prese posto accanto alla sua ragazza.

<<Ora tocca a te scegliere il vestito da damigella>>costatò la bruna dopo aver annuito.

Esmeralda e Ashley dopo tutti quegli anni avevano finalmente deciso di fregarsene di ciò che avrebbe detto la gente, e fare un matrimonio degno dei disegni che Ashley faceva a cinque anni, con tanto di cerimonia sulla spiaggia, damigelle e vestiti bianchi.

Come chiunque ha il diritto di fare.

Guardai la mia famiglia che mi circondava, soffermandomi sul piccolo Cedric che sorrideva alla sabbia che gli scorreva tra le dita. Poi rivolsi lo sguardo verso l' orizzonte, ero felice, sentivo che anche se Cedric non era là fisicamente, era con noi.

Riuscivo quasi a immaginarlo fluttuante sul mare, che ci guardava e ci rivolgeva uno dei suoi caldi sorrisi.

Perchè lui era sempre stato con noi durante tutti quegli anni, anche se non fisicamente, ma nei nostri pensieri.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 28, 2020 ⏰

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