Capitolo 16:Eloise

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Quando con fatica riuscii nuovamente ad apire gli occhi, mi risvegliai in una camera che non ebbi molta difficoltà a riconoscere sebbene non fosse la mia camera... avevo passato ore, se non addirittura giorni, a fissare quei muri bianchi, quell'armadio bianco e quel tavolino bianco.

Era la camera in cui mi mettevano quando dovevo fare i controlli, precisamente ogni mercoledì, dal mio risveglio, dopo l'intervento che mi aveva strappato dalla morte un secondo prima che fosse troppo tardi: ogni mercoledì entro le dieci mi dovevo presentare, per poi aspettare che mi facessero tutti i controlli necessari; che andavano dalla frequenza del battito cardiaco al dolore che provavo quando mi venivano mosse le gambe.

Solitamente, quelle giornate in quella stanza le passavo sola, oppure con mia madre; mentre quel giorno quando mi risvegliai ero circondata da persone che mi guardavano come in attesa di un miracolo.

C'erano i miei genitori, i gemelli e un medico, che smisero di parlare ta di loro non appena aprii gli occhi.

<<Eloise?>>chiese titubante mia madre.

<<Si?>>

In quel '' si'' lei sembrò quasi ritrovare il respiro e la forza di respirare. Il medico iniziò ad annotare qualcosa su un suo foglio.

<<Posso finire di parlare con voi in privato? Poi vi lascio parlare con vostra figlia e quando avrete finito la visiteremo>> disse il medico rivolto ai miei genitori che annuirono e uscirono lasciandomi sola con i gemelli.

<<Come ti senti?>> chiese dolcemente Ashley mentre Ashcer mi prese la mano destra che stava inerme accanto a me e la strinse, poi iniziò a disegnare dei cerchi sul dorso.

<<Confusa>> ammisi <<è stato un calo di zuccheri, vero?>>

I gemelli si scambiarono un occhiata prima di tornare a guardare me.

Ashley scosse al testa:<<Ehm, no... sai per quanto tempo non ti sei svegliata?>>

<<Bhe... un paio di ore?>>

<<Sei giorni>> disse Asher alzando per la prima volta lo sguardo dalle nostre mani e incrociando i miei occhi; in quel momento scorsi gli occhi lucidi, le lacrime che cadendo gli avevano rigato il volto e delle occhiaie molto evidenti.

Era la prima volta che lo vedevo piangere e faceva male vederlo in quello stato.

Mi passo una mano tra i capelli:<<Eloise, non possiamo perderti... non posso perderti>>

<<Sto bene>> dissi sperando che potesse essere d'aiuto affinchè si tranquillizzasse, poi mi rivolsi ad Ashley <<cosa è successo?>>

Lei guardò il soffitto e io capii che qualsiasi cosa avrebbe detto, sarebbe stata una bugia:<<Non lo sappiamo>>

Nemmeno provai a scoprire la realtà, perchè anche lei era sull'orlo delle lacrime e intuivo che la verità era qualcosa di terribile, e forse, neanche loro la sapevano.

Ci interruppe mia madre che entrò e iniziò con la parte della madre ansiosa e preoccupata per la figlia, superata la prima fase cambiò repentinamente argomento quasi temesse una mia domanda.

<<Ti ricordi quando con il tuo fisioterapista avevamo parlato di quella clinica in Francia? Quella che ti avrebbe dato ottime opportunità di ritornare a danzare in tempi brevi?>> chiese e io annuii... come avrei mai potuto dimenticarmene?

Si morse con nervosismo il labbro inferiore:<<Ha chiamato ieri, dice che sei pronta e che hanno posti liberi, quindi puoi già andare>>

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