Five

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La mattina dopo, mi sveglio convinta che durante la notte qualcuno mi sia entrato in testa e abbia iniziato a trapanarmela con un martello pneumatico. Ho un dolore atroce.
Quattro mi accompagna fino alla mensa e poi si ferma.
-Entro prima io, tu mi seguirai dopo un paio di minuti, okay?- mi chiede e io annuisco. Osservo la sua schiena scomparire oltre la porta e penso che, se fosse per me, rimarrei qui e basta. Non voglio farmi vedere così, ma ieri sera Quattro è stato chiaro: devo.
Faccio un respiro profondo ed entro. Quello che vedo è esattamente quello che vedo tutte le mattine e nessuno fa caso a me. Intravedo Peter che parla con Molly seduto ad un tavolo alla mia destra. Mi costringo ad abbassare lo sguardo e a camminare velocemente verso il tavolo che occupo di solito con Cristina, Will e Al. Al. Dov'è Al? Non lo so, ma spero che non si faccia vivo.
Mi siedo e con la coda dell'occhio vedo Uriah e Marlene girarsi a guardarmi. Quello che è ormai diventato uno dei miei migliori amici molla a metà il muffin che sta mangiando e si siede sulla sedia di fronte a me. Will e Cristina mi stanno fissando a bocca aperta.
-Cosa diamine è successo?!- sibila.
-Peter, Drew... e Al.- elenco piano, stringendomi più che posso nei miei vestiti. La bocca di Cristina si spalanca e sono quasi certa che potrebbe arrivare a toccare terra se non parlasse.
-Stai scherzando? E cosa volevano fare?-
Alzo le spalle.
-Mi hanno portato alla ringhiera dello strapiombo.- rispondo, e non c'è bisogno che aggiunga altro. Ma avere come migliori amici un ex erudita e una ex candida non è una buona idea se non ti piacciono le domande.
-Volevano ucciderti?!- dice Will.
Cerca la protezione dei tuoi amici trasfazione, mi ha detto Quattro ieri sera.
-O forse solo spaventarmi.- dico, -In ogni caso, ci sono riusciti.-
Cristina sorride triste e mi passa un braccio intorno alle spalle stringendomi in un piccolo abbraccio. Will mi passa un pezzo di pane e Uriah si allunga per prendere della marmellata. Sorrido grata e mi salgono le lacrime agli occhi per quello che hanno fatto, nonostante non sia nulla di particolare. Ma qui non siamo come a casa, qui la gente non è altruista. Ma forse, in fondo, tutti siamo un po' Abneganti. Tutti tranne Peter, Drew e Al.
-Grazie.- rispondo in un sussurro. Loro tre annuiscono sorridendo.
Mi preparo la colazione ma, appena prima di addentarlo, entra Drew. Il pane mi cade di mano.
Parlare di lividi sarebbe un eufemismo: la sua faccia sembra un arcobaleno che va dal nero, al blu, al viola. Ha un sopracciglio spaccato e il labbro superiore che è così gonfio da ricordare il muso di una papera.
-Sei stata tu?- mi chiede Will. Io scuoto la testa.
-Qualcuno, non ho visto chi, mi ha salvata appena prima che... beh, che mi buttassero di sotto.- rispondo, e nel frattempo lancio un'occhiata a Quattro: ha il sorriso soddisfatto che vorrei avere io, se non avessi la bocca spalancata. Per un breve istante, lui alza gli occhi nella mia direzione e mi becca a fissarlo. Sento il mio viso andare a fuoco quando accenna un piccolo sorriso.
-Dobbiamo fargliela pagare. A tutti e tre.- dice Uriah.
-E come? Picchiandoli? Si direbbe che ci hanno già pensato.- dice Chris.
-No, dobbiamo rovinagli il futuro, sbatterli fuori dalla classifica. Farli ritrovare con niente in mano.- dice di nuovo Uriah.
In quel momento sento qualcuno toccarmi la spalla e sobbalzo, non riesco a farne a meno: ho paura. Davanti a me c'è Al. Cristina mi mette le mani sulle gambe, praticamente abbracciandomi da dietro.
-Tris io.. ti volevo solo chiedere scusa, io... non so cosa mi sia preso, te lo giuro. Ti prego perdonami...- continua a sussurrare con le lacrime agli occhi, e non so con quale forza mi tiro in piedi scuotendo la testa.
-Avvicinati ancora una volta a me, e giuro su Dio che ti uccido. Sei un vigliacco.- gli sussurro di rimando, e lo vedo trattenere le lacrime mentre mi risiedo e lui se ne va. Mi viene da piangere.

•••

Will ha detto a Uriah di non preoccuparsi e che mi avrebbero protetto lui e Cristina.
Quattro ci sta portando su nel palazzo di vetro, non so esattamente dove.
Saliamo più in alto di quanto siamo mai stati prima, finché Will comincia a impallidire ogni volta che guarda giù. A me l'altezza piace, in linea di massima, per cui gli prendo il braccio come se avessi bisogno del suo sostegno, mentre in realtà gli sto offrendo il mio. Lui mi sorride con gratitudine.
Quattro si volta e torna indietro di qualche passo, su un canale stretto e senza protezioni. Deve conoscerlo bene, questo percorso. Appena nota Drew che si trascina in fondo al gruppo esclama: -Accelera il passo, Drew!-
È uno scherzo crudele, ma faccio fatica a reprimere un sorriso. Però poi gli occhi di Quattro si posano sul mio braccio, che è infilato sotto quello di Will, e tutto il buonumore scompare dal suo volto. La sua espressione mi mette i brividi. È... geloso?
Ci avviciniamo sempre di più al soffitto di vetro e per la prima volta dopo giorni vedo il sole. Quattro sale una rampa di scale di metallo che porta a un'apertura nel soffitto, i gradini scricchiolano sotto i miei piedi e guardo giù per vedere il Pozzo e lo strapiombo dall'alto. Credo che da oggi, quando vorrò stare da sola a guardare le stelle, verrò qui anziché alla rete.
Camminiamo sopra il vetro, che ora fa da pavimento invece che da tetto, attraversando un salone circolare con pareti anch'esse di vetro. Intorno ci sono edifici fatiscenti che sembrano abbandonati; è questo probabilmente il motivo per cui non avevo mai notato il complesso residenziale degli Intrepidi, prima. Inoltre il quartiere degli Abneganti è molto lontano.
Quattro ci conduce a un'altra porta, che si apre su un enorme locale umido, con graffiti sui muri e tubature scoperte. È illuminato da una serie di tubi fluorescenti con coperture di plastica, probabilmente antichi.
-Qui,- dice Quattro, gli occhi che luccicano nella luce bianca, -si svolge un tipo diverso di simulazione, chiamato "scenario della paura". In questo momento è disabilitato per noi, per cui non è così che vedrete questo posto la prossima volta.-
Mi guarda, e per un breve istante mi sembra che stia parlando direttamente a me.
-Durante le simulazioni, abbiamo immagazzinato dati sulle vostre peggiori paure. Lo scenario accede a quei dati e vi pone di fronte a una serie di ostacoli virtuali che potranno rifarsi a fobie già affrontate durante il secondo modulo, o a paure nuove. La differenza è che nello scenario della paura sarete consapevoli di trovarvi in una simulazione, per cui lo affronterete nel pieno possesso di tutte le vostre facoltà.-
Questo significa che saranno tutti come i Divergenti. Non so se sia un bene, perché così non potrò essere individuata, o un male, perché perderò il vantaggio. Nel dubbio, è sicuramente una cosa positiva. Avrò meno possibilità di farmi uccidere.
-Il numero degli ostacoli varia in base a quante paure avete.- continua Quattro.
Quante paure avrò io? Mi immagino di affrontare di nuovo la scatola d'acqua, o di dover di nuovo uccidere la mia famiglia. La bocca mi si asciuga.
-Vi ho già anticipato che il terzo modulo dell'iniziazione si focalizza sulla preparazione mentale.- aggiunge.
Ricordo quando l'ha detto, il primo giorno.
Mi sembra passato così tanto tempo da quel giorno.
-Questo perché vi verrà chiesto di controllare sia le emozioni che il corpo: di combinare le abilità fisiche che avete imparato nel primo modulo con il controllo emotivo che avete assimilato nel secondo. Di mantenere la mente lucida.-
Non dice più nulla e ad un certo punto è Peter a prendere la parola.
-Ma non è giusto! Voglio dire: magari una persona ha otto paure e un'altra ne ha venti, non è mica colpa sua!- dice e la mia voglia di prenderlo a pugni aumenta a dismisura. Quattro fa un piccolo sorriso e poi si avvicina lentamente a lui. Cammina fino ad arrivare a qualche centimetro dal suo viso, con le mani nelle tasche e le spalle rilassate.
-Proprio tu vieni da me a parlarmi di correttezza, Peter? Tu che, come sabbiamo tutti ormai, temi una piccola ragazzina Abnegante?- lo dice con così tanta calma che mi sento terrorizzata io stessa. Nessuno parla, neanche Peter.
Dopo un po', Quattro ci dice di andare a fare quello che vogliamo perché oggi abbiamo la giornata libera. Mi giro, e insieme a Cristina e Will scendo al Pozzo.

Who are you, Four?      - Fourtris-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora