Twenty-two

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Per un settimana non faccio altro che cercare di capire come gli Eruditi vogliano spingerci a combattere, ma né io né Tobias né i nostri amici riusciamo a trovare una soluzione plausibile.
È venerdì mattina e sono appena le 6:00 quando apro gli occhi.
Mi stiracchio un po' e poi mi alzo. Prendo una maglia morbida grigio scuro e ne infilo qualche lembo nei pantaloni neri attillati, poi infilo i miei stivali neri, prendo la felpa e mi metto l'orologio al polso. Devo trovarmi al lavoro tra due ore, quindi ho un po' di tempo per fare quello che voglio. Prendo il pezzo di torta che ho avanzato ieri sera a cena e lo mangio come colazione, poi bevo un bicchiere d'acqua.
Quando esco non so esattamente dove voglio andare, ma visto che fuori c'è il sole penso che andrò a sparare un po', le pistole mi fanno sentire potente. Pensare di avere un oggetto che può fare così tanti danni... ringrazio il cielo che i miei genitori non possano sentire i miei pensieri in questo momento, non approverebbero mai.
Non appena esco all'aria aperta mi dirigo verso il deposito dove ci sono le armi e ne prendo una. Prendo un caricatore, lo riempio di proiettili e poi lo rimetto al suo posto.
Comincio a sparare e ho svuotato quasi metà caricatore quando vedo qualcuno venire verso di me. Mi volto e riconosco Lynn.
-Ciao.- la saluto, -Vuoi sparare anche tu?-
Lei mi fa un cenno di saluto con un sorriso. I capelli che prima si era rasata a zero ora le ricadono morbidi sulla fronte. Le sono ricresciuti ad una velocità pazzesca.
-No, non di prima mattina. Vengo a dirti che c'è della gente che ti cerca alla banchina.- mi dice, -Ci vediamo in giro, Tris.-
Poi si allontana. Della gente alla banchina? Chi mai verrebbe a cercarmi?
Ripongo la pistola al suo posto e poi mi dirigo verso il luogo indicatomi da Lynn con le mani in tasca.
Ci metto un po' a capire chi mi trovo di fronte. Non appena Elisabeth mi vede, mi fa un cenno di saluto con la mano e Caleb si volta verso di me. Rimango impietrita sul posto, più o meno a tre metri da loro.
-Cosa ci fai qui?- chiedo piatta a mio fratello, senza inflessione nella voce, perché capisca che non l'ho ancora perdonato per quello che mi ha detto.
-Io... voglio parlarti.-
-Lo trovo curioso... non eri tu a dire che la fazione viene prima del sangue, Caleb?- lo aggredisco.
Lo vedo chiudere gli occhi.
-Io... ho sbagliato, l'ultima volta. Mi dispiace.-
-Felice che te ne sia reso conto. Ci hai messo solo una settimana.- gli dico ironica.
Elisabeth spalanca gli occhi e io mi volto a guardare dietro di me. Un paio di Intrepidi stanno uscendo ridendo.
-Seguitemi.- ordino, e mi allontano in fretta dalla banchina fino a raggiungere il retro di un vecchio edificio in mattoni.
-Di cosa volevate parlarmi?- dico guardando Elisabeth. Sarò anche rancorosa, ma in questo momento voglio che Caleb si senta in colpa.
-Ho visto la mamma di sfuggita la settimana scorsa...- mi dice Caleb, e socchiudo le labbra. La mamma è andata a trovarlo alla fine? C'è riuscita? -... e mi ha detto di indagare sul siedo di simulazione. So che cosa ha detto Jeanine e che cosa dicono gli altri Eruditi, ma ho fatto come ha detto la mamma.-
-E?- lo incito.
-È un po' lungo da spiegare..- dice Elisabeth.
-Beh, allora sbrigatevi, perché se tra un'ora non mi presento a lavoro passerò dei guai seri.- dico, -So che cosa vogliono fare, comunque.-
-Lo sai?- chiede mio fratello stupito.
-Sì, credi seriamente che solo perché tu mi hai chiuso la porta in faccia abbia smesso di cercare di capire cosa sta succedendo? Beh, pensavo mi conoscessi meglio di così, Caleb. Ho indagato insieme ai miei amici, e abbiamo scoperto che Jeanine vuole usare gli Intrepidi per rovesciare gli Abneganti. L'unica cosa che non abbiamo capito è come vogliono costringerci a combattere.- dico.
Gli occhi di Caleb si illuminano.
-Lo so io!- dice, e per un attimo in lui riconosco davvero l'Erudito che per anni ha tenuto nascosto, -Stanno portando da voi centinaia di fiale che contengono un siero di simulazione. Credo che abbia una durata più lunga e che possa essere in qualche modo controllato da distante. Una volta che il siero sarà nel corpo, basterà attivarlo e tutti voi vi ritroverete in una simulazione, comandati a bacchetta da chi controlla il programma.- mi spiega.
-Come è possibile?- chiedo, basita.
-Il siero colorato contiene dei trasmettitori, Beatrice. Questi trasmettitori inviano dei dati al programma che a sua volta invia dei dati ai trasmettitori che ti fanno vedere questi dati. Quindi tu ti ritroveresti in una specie simulazione, saresti come addormentato. Vedresti e sentiresti tutto, ma non sarebbe il tuo cervello ad elaborare le informazioni, bensì i trasmettitori. Vedilo come una specie di cervello sostitutivo controllato a distanza.- mi dispiega pazientemente.
Sento il mio volto aprirsi in un'espressione di puro orrore.
-Quindi finiremmo per andare a dormire, e durante la notte uccideremmo gli Abneganti risvegliandoci il giorno dopo come degli assassini, senza aver potuto fare nulla per impedirlo?- ricapitolo velocemente.
-Esatto.- dice Elisabeth.
Mi passo una mano tra i capelli. Per quanto ne so, io, Tobias e Uriah saremmo tra quei pochi che saranno svegli.
-Oh Dio... dobbiamo avvertirli. Tutti.- dico.
-Non solo, dobbiamo riuscire a fermarli.- dice Elisabeth.
Io annuisco. Ma come?
-Devo parlare con Quattro e ci gli altri. Ci troviamo qui sta sera alle undici, vi va bene? Sarà più semplice mettersi d'accordo e organizzarci. Dobbiamo muoverci alla svelta.- dico. Loro annuiscono.
Guardo l'ora, le 7:30.
-Ora devo andare o non arriverò mai in tempo al lavoro.- dico e loro annuiscono. Poi Caleb fa un passo avanti e mi stringe forte a sé.
-Scusami, Beatrice, davvero. Sono stato un idiota.- mi sussurra contro la guancia. Lo abbraccio a mia volta.
-Sì, lo sei stato. Quanto ci ha messo a farti ragionare?- gli chiedo.
-Poco in realtà... mi sono pentito subito di averti detto quelle cose... io.. non le penso davvero, lo sai vero?- mi chiede. Annuisco contro la sua spalla.
-Non preoccuparti. È tutto okay ora.- gli dico, poi lo allontano e, salutandoli con la mano, rientro.

•••

A pranzo informo gli altri che questa sera alle 22:30 dovranno farsi trovare alla banchina senza dare loro troppe informazioni. Mentre torno al lavoro con Marlene le racconto brevemente quello che ho scoperto. Parlo troppo sottovoce e in giro c'è troppo casino perché qualche videocamera colga le mie parole. Ho una mezza idea per avvisare gli Abneganti, ma è folle e praticamente irrealizzabile.
Quando mi siedo alla mia scrivania inizio a spulciare ogni tipo di scartoffia che mi passa davanti al naso fino a quando non trovo quella che fa al caso mio:

In data 15/9
mittente: ufficio dell'ambasciata Intrepida
destinatario: consiglio cittadino del 17/9
Accettazione della richiesta di integrazione dell'atto 5 di sorveglianza degli esclusi

Alzo lo sguardo su Isobel che, seduta di fronte a me, scribacchia qualche cosa di veloce su un blocco di carta.
Apro la chat dell'ufficio che mi hanno installato la settimana scorsa sul pc e vado sul contatto di Marlene.
"So come fare, ma avrò bisogno di aiuto per convincere Hamish" digito velocemente e invio. Giro la testa e la vedo voltarsi verso il computer quando arriva la notifica del messaggio. Mi guarda velocemente e legge. La vedo scrivere.
"Di cosa hai bisogno?"
Sorrido.
"Devo convincerlo a lasciarmi andare al consiglio che si terrà domenica"
"Al consiglio? E come pensi di farlo?"
"Non lo so"
Sospiro. Devo assolutamente andarci. Se questa domenica c'è un consiglio è escluso che ci sarà l'attacco, vorranno aspettare che tutti gli Abneganti siano nelle loro case. Dovranno aspettare almeno fino al weekend prossimo.
"Sfrutta la conoscenza della vecchia fazione" scrive Marlene.
"Ma come? Dovrebbe avere bisogno di far approvare qualche cosa al consiglio, altrimenti non avrebbe senso" le chiedo.
"Cerco qualche cosa e ti faccio sapere"
Chiudo la chat e metto questo documento da parte prima di ricominciare a cercare qualche cosa di utile.
Sono quasi le 14:30 quando qualcuno bussa alla porta. Marlene si affaccia.
-Scusate il disturbo, Tris puoi venire un attimo?-
-Hai bisogno?- le chiede Isobel senza alzare gli occhi dallo schermo del pc.
-Ehm, no, però ieri parlando di alcuni documenti Tris mi ha detto di non averne inserito uno correttamente e che non lo trovava più. Volevo solo darglielo, lo ha portato George un attimo fa.- dice. Anche lei sa il fatto suo in quanto a menzogne. Isobel annuisce ed io esco.
-Seguimi.- mi dice e svelta entra nel suo ufficio. Mary non c'è, ma la sua roba è ancora tutta qui. -Abbiamo qualche minuto prima che torni dal bagno. Ho trovato questo, potrebbe esserti utile. A quanto pare, gli Intrepidi vogliono proporre agli Abneganti un'opera di bonifica della palude vicino a noi per poter edificare un nuovo quartiere per i nostri membri...- mi spiega passandomi un documento.
-Posso provare, vado a prendere l'altro foglio e ne parlo con Hamish.- dico convinta.
Marlene mi guarda. I capelli bruni le sono sfuggiti dalla coda e ora le ricadono morbidi sul volto.
-Sei sicura, Tris? Continuo a pensare che sia una follia...-
-Anche io.- le confido, ma poi la porta si apre ed entra Mary.
-Ciao Tris, che ci fai qui?- mi chiede sorpresa.
-Sono venuta a prendere un documento. Grazie, Lene. Ciao.- dico e poi esco. Vado alla mia scrivania e prendo l'altro documento.
-Dove vai?- mi chiede curiosa Isobel.
-Devo parlare con Hamish.- dico. Non le dò il tempo di ribattere ed esco. Ogni passo che mi avvicina di più al mio capo mi conferma e sottolinea quanto la mia idea sia stupida.
Hamish è seduto sulla sua sedia e scrive qualcosa al computer. Fortunatamente non c'è nessuno.
Busso e aspetto che alzi la testa e mi faccia segno di entrare. Apro la porta e la richiudo alle mie spalle.
-Hey Tris. Nessun problema spero.- mi dice con un sorriso. Io scuoto la testa.
-No assolutamente, mi trovo benissimo, siete tutti così cordiali qui.- dico, leccapiedi, penso, -In realtà sono qui perché vorrei chiederti una cosa, anche se forse è un po' un azzardo.-
Lui mi guarda incuriosito.
-Dimmi tutto.-
-Ho trovato questi documenti mentre lavoravo e, beh, non ho potuto fare a meno meno di chiedermi se per caso potessi andarci anche io.- dico mostrandogli i documenti. Lui li guarda d poi osserva me.
-Sei qui da poche settimane Tris, non credi sia un po' presto?- mi chiede serio.
-Sì.- dico mordendomi un labbro, -Però sai bene quanto me che sarà una richiesta dura da fare approvare visto il periodo di crisi che stiamo vivendo. E devi ammettere che qui sono la persona che conosce meglio gli Abneganti e i loro valori e idee. Ti farebbe comodo avere qualcuno come me se vi trovaste in difficoltà, non credi?-
Lo guardo speranzosa. Lui annuisce piano.
-Ci penserò su.- mi dice, poi mi congeda.

Who are you, Four?      - Fourtris-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora