Ordinary Family.

1.6

Luke, lui è in uno stato di confusione pura.

Non riesce più a capire cosa sia giusto e cosa sbagliato.

Si sente male dal fatto di aver causato solo dolore e di aver deluso i suoi genitori.

Tutto a causa di un suo capriccio.

Sbuffa e stringe le gambe al petto, e alza il volume della musica dato che non riesce ancora a conciliare il sonno.

Le lacrime sono secche sulle sue guance e gli occhi gonfi e stanchi di piangere.

Sono le quattro del mattino è ancora non riesce a chiudere occhio.

Si alza lentamente e raggiunge la cucina, dove trova Calum intento a sfogliare delle carte.

-Papà tutto okay?- chiede preoccupato.

Calum mezzo addormentato sobbalza e guarda Luke con gli occhi semi chiusi.

-S-i stavo finendo dei conti- dice sbadigliando.

Luke si siede accanto a lui e prende quelle che dovrebbero essere cartelle della clinica e inizia a sfogliarle rendendosi conto che sono quella sua e di Michael.

-Come mai stavi guardando le nostre cartelle?-

Calum sospira e gli passa un foglio con le ultime analisi da umano, e Luke le controlla sbarrando gli occhi.

-Io ero sano?- mormora sconvolto.

Calum annuisce e si massaggia le tempie.

-Luke io non ne sapevo niente.. Nella clinica io ho solo controllato i ragazzi dopo il test.. E li ho seguiti fino alla maggiore età, non sapevo che alcuni casi venivano solo sperimentati.. Dio che cosa orribile- dice con disgusto nella voce.

-E Michael?- chiede aprendo la sua cartella.

-Michael lo ha seguito Ashton sin dall'inizio e so per certo che aveva dei problemi alle vie respiratorie e decisero di utilizzare la cura o sarebbe morto.- risponde continuando a sfogliare i fogli.

-Luke mi dispiace così tanto..-

Il biondino non può crederci, lui era solo un fottuto esperimento, non un bambino salvato.

Le lacrime tornano prepotenti, e le gambe iniziano a tremare tantissimo.

Quando Calum se ne accorge si alza e lo stringe fra le sue braccia accarezzandogli la schiena per rassicurarlo.

-Andremo a fondo di questa storia- gli promette asciugandogli le lacrime e accarezzandogli la guancia.