CAPITOLO 3

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Camila arricciò il naso e si stiracchiò, coprendosi gli occhi con il braccio, infastidita dalla luce che filtrava dalla finestra. Quando si arrese al fatto che ormai non sarebbe più riuscita a prendere sonno, aprì riluttante gli occhi e si guardò intorno.

"Lolo?" piagnucolò ansiosa, quando si accorse che il materasso accanto a lei era vuoto. Si trascinò a fatica giù dal letto e si morse il labbro nervosa. Dove era andata Lauren? Di solito era sempre lei la prima a svegliarsi.

"Ci sei?" provò ad alzare la voce questa volta e si mise a cercare in ogni singolo angolo della stanza per assicurarsi che la sua ragazza non si fosse nascosta da qualche parte. "Lolo?"

Sobbalzò spaventata quando si spalancò la porta e Dinah sbucò dentro la stanza.

"E' a lezione, Mila, come sempre..." la polinesiana si stropicciò gli occhi stanchi e poi la guardò scocciata.

"Ma non mi ha salutata" Camila scosse la testa violentemente e si rannicchiò di nuovo a letto. "E' arrabbiata con me..."

"O forse era solo in ritardo" sospirò l'amica, avvicinandosi ai piedi del letto e abbandonandosi sul materasso accanto a lei. "Ritornerà per ora di cena, come al solito."

"Lo so" la ragazza nascose la testa sotto le coperte, dandole le spalle. Dinah rimase ad osservarla confusa.

"Che fai, Mila?" rise, scuotendola per scherzo dalle spalle. Ma lei le allontanò la mano e si nascose ancora di più sotto le lenzuola.

"Dormo. Per favore, va' via!" Strinse forte tra le mani l'orlo delle coperte, per assicurarsi che l'amica non continuasse a darle fastidio. Non voleva che si accorgesse che stava piangendo per una cosa così stupida: la verità è che ci era rimasta male del fatto che Lauren non l'avesse salutata.

A Camila gli addii non piacevano. Però un 'A più tardi' era sempre meglio di nulla. Aveva già perso troppe persone importanti nella sua vita. E se Lauren non fosse più tornata a casa? Ora non avrebbe saputo ricordare le ultime parole che si erano scambiate la sera prima, perchè le aveva già dimenticate.

Dinah sospirò in segno di resa, quando decise che forse era meglio lasciarla sola. Uscì dalla camera di Lauren senza disturbarla e chiuse piano la porta alle sue spalle.

Camila sobbalzò quando sentì la porta richiudersi e sbucò con la testa da sotto le lenzuola, mordendosi il labbro insicura. Si liberò piano dall'intricato groviglio di coperte e si diresse in corridoio. Sentì della musica provenire dalla stanza di Dinah, da quella di Normani invece non proveniva alcun rumore: di sicuro la ragazza stava ancora dormendo. Ally e Lauren, lo sapeva già, erano entrambe a lezione. Scese al piano di sotto e si sedette sul pavimento per infilarsi le converse ormai tutte consumate. Non sapeva come allacciarle, così lasciò i lacci a penzoloni e si rialzò in piedi a fatica. Si guardò furtivamente intorno per assicurarsi che nessuno l'avesse vista e poi sgattaiolò fuori dall'appartamento.

Il parco era dall'altro lato della strada, questo se lo ricordava. E quando si ricordò anche dei fiori che Lauren aveva piantato per lei, un sorriso adorabile le spuntò sulle labbra. Erano state così impegnate durante le vacanze di Natale, che era passato un po' di tempo dall'ultima volta che erano andate a fargli visita. Decise che quel giorno era perfetto per rimediare.

Rabbrividì appena mise piede fuori dall'edificio e notò le macchine che sfrecciavano lungo la strada trafficata. Le macchine erano brutte. A meno che non ci si trovasse seduti al loro interno. Ma se ti trovavi fuori e dovevi passargli vicino, allora erano brutte. Glielo aveva spiegato Lauren.

Così rimase ad aspettare in piedi sul bordo del marciapiede, finchè il semaforo non si illuminò di verde. A quel punto il traffico si fermò e lei ridacchiò emozionata, attraversando di corsa il semaforo.

Blue [TRADUZIONE] ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora