Camila sorrise contenta, trasportando con cautela un pesante vaso di fiori, mentre si dirigeva in cucina. Canticchiò felice quando notò che suo zio era tornato a casa e che si era seduto su uno degli sgabelli attorno al tavolo da pranzo.
"Ho fatto dei fiori" sorrise la ragazza, avvicinandosi a lui per mostrargli il vaso. "Sono tutti bianchi e rosa" aggiunse orgogliosa. Il suo sorriso però vacillò quando vide la bottiglia che Tom stringeva in mano.
"Non puoi fare i fiori, stupida" borbottò lui, alzando gli occhi al cielo. A Camila non piaceva quando suo zio beveva, perchè poi era sempre di pessimo umore. "Moriranno se non gli dai dell'acqua. Dio, non hai nemmeno UN PO' di buon senso?" rise lui amaramente, bevendo un altro sorso di birra.
La ragazza ripensò alle parole di Tom, abbassò lo sguardo per controllare la composizione floreale e scosse il vaso per far muovere i fiori. Aggrottò la fronte e si avvicinò di più a lui, sventolandoglieli davanti.
"Ho fatto dei fiori" ripetè, per dimostrare la sua teoria. "Vedi? Li ho fatti io."
Di colpo il vaso le venne tolto dalle mani e scaraventato ai suoi piedi. Camila sussultò spaventata, squadrando i vetri e i fiori sparsi su tutto il pavimento.
"Va via, cazzo" ringhiò Tom, riportando l'attenzione sulla sua bottiglia. Camila rimase bloccata per qualche secondo, poi il suo sguardo cadde di nuovo sui fiori caduti. Provò a farsi strada tra i pezzi di vetro e si chinò a raccoglierli uno ad uno.
"Hanno bisogno di acqua?" gli chiese timida, ricordandosi quello che l'uomo le aveva detto pochi istanti prima. Osservò i fiori colorati che stringeva tra le mani, prima di sollevarli davanti a lui e guardarlo con aria supplichevole.
E fu in quel momento che la sua vita cambiò per sempre.
Camila inspirò a fondo quando vide suo zio alzarsi dalla sedia, togliere la mano sinistra da dietro la schiena e premere qualcosa di freddo sotto il suo mento. La ragazza barcollò all'indietro, ma lui continuò ad avvicinarsi.
Lei piagnucolò appena sentì i cocci di vetro scricchiolare sotto i suoi piedi nudi. Indietreggiò ancora di qualche passo finchè non si trovò con le spalle al muro. I piedi le pulsavano dal dolore, ma era una sensazione tanto forte, che quasi non percepiva il male.
"Ouch" mormorò, quando sentì le lacrime pungerle gli occhi e scosse la testa violentemente. "Ouch, ouch" ripetè a se stessa. A quel punto Tom spostò la canna della pistola dal mento e gliela puntò contro il petto. Camila andò subito nel panico: sapeva cos'era una pistola; sapeva cosa poteva fare.
"N-no" farfugliò a bassa voce, chiudendo gli occhi per la paura. "Per favore, no" scosse di nuovo la testa, provando a indietreggiare, anche se il muro glielo impediva.
"Sarebbe così facile premere il grilletto ora" sbraitò l'uomo, accarezzandole il petto con l'arma da fuoco. "Che liberazione sarebbe..."
"Per favore" piagnucolò l'altra, provando a liberarsi dalla sua presa.
"Per favore cosa?" ghignò lui, puntandole di nuovo la pistola sotto il mento. "Vuoi che la faccia finita?"
"Pe-per-per favore" balbettò Camila, perchè non le venivano in mente altre parole da dire.
Per un secondo lui allontanò l'arma e se la rigirò tra le mani, quasi come a volerla ispezionare. "Se solo esistesse qualcuno al mondo che ti abbia voluto bene" rise con tono crudele, alzando gli occhi al cielo. "Forse gli importerebbe qualcosa della tua morte."
Camila trattenne il respiro e sollevò le braccia in aria quando lui le premette la pistola sul cuore.
Lei non reagiva mai quando lui le faceva del male. Ma questa volta l'adrenalina ebbe il sopravvento e, presa dal panico, allungò le braccia, per spingere via la pistola.
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Blue [TRADUZIONE] ~ Camren
FanfictionTRADUZIONE DEL SECONDO LIBRO DELLA SERIE YELLOW by @txrches Dopo una lunga, anzi lunghissima avventura insieme, Lauren si era finalmente convinta che lei e Camila avessero superato ogni ostacolo. Purtroppo però il passato non aveva finito di persegu...