"Kate come diamine ti è saltato in mente?"
Che cavolo le è preso? Perchè ha detto tutte quelle cose a Justin!! Ha reso vani tutti i miei sforzi per stargli lontano durante tutto l'anno!!
Tutte le volte che avrei voluto telefonargli solo per sentire la sua voce, tutte le volte che l'ho guardato da lontano senza che lui se ne rendesse conto, tutte le volte che di notte piangevo guardando la sua unica foto che sono riuscito a salvare e nascondere.
E poi il suo sguardo.. sembrava sul punto di una crisi. Non si merita tutto questo.
L'ho allontanato anche perchè volevo tenerlo fuori da tutto questo.
"Mi dispiace Isaac, ma sono stanca di vederti così. Mi fa male sapere che sei distrutto. Mi fa male vederti piangere e sapere che lui è l'unico che possa farti stare meglio."
"Kate.. non dovevi farlo. Se lo venisse a sapere mio padre.. in quel caso cosa farei? Cosa farebbe lui? Cosa gli farebbe?"
"Isaac. Lui ha già perso tutto.. cosa ti aspetti che possa fargli tuo padre peggio di quello che gli è già capitato? Lo ha già fatto quando vi ha obbligati a separarvi e lui ha perso così, in una volta sola, le persone più importanti della sua vita."
Sento le sue mani che mi accarezzano il viso, lo faceva sempre anche Justin quando ero preoccupato o triste o arrabbiato.
Mi manca.
Chiudo gli occhi e immagino che ci siano le sue mani al posto di quelle di Kate.
Le lacrime iniziano a scendere, ma questa volta sono lacrime silenziose. Senza nessun singhiozzo che mi scuota.
Sono stanco, mi manca, lo amo e lo rivoglio con me.
"Lo rivoglio con me Kate"
Piango. Piango ancora.
"E allora va a riprendertelo Isaac."
Apro gli occhi e vedo Kate che mi rivolge un sorriso colmo di affetto e speranze.
Non so come sarei riuscito a sopravvivere tutto questo tempo senza di lei.
Ha ancora le mani poggiate sul mio viso e con i pollici porta via le lacrime che scendono dai miei occhi.
"E se p-"
"Smettila di avere paura Isaac. Smettila con tutti questi 'e se'. Smettila di pensare. Ricorda.. io sono qui a fare il tifo per voi e sarò pronta ad aiutarvi in qualsiasi momento."
"Ti voglio bene Kate"
"Anche io Isaac. Ora va da lui. Avete un bel po' di cose da chiarire."
Kate asciuga le ultime lacrime e cerco di prepararmi psicologicamente a quello che sta per succedere.
Kate ha ragione. Mi sono lasciato manipolare da mio padre perchè avevo paura potesse fargli qualcosa di brutto, distruggerlo, quando in realtà lui lo era già e io ho solo contribuito. L'ho distrutto di più lasciandolo e così facendo lui ha davvero perso tutto. Così come me.
Nonostante la mia famiglia è piena di soldi e io sia l'erede di tutto e che un giorno io debba subentrare a mio padre, non mi interessa se non posso avere lui. Lui è il mio tutto e nel momento in cui gli ho voltato le spalle io ho perso tutto.
Arrivo vicino alla porta ma sono ancora spaventato, più che altro spaventato da una sua possibile reazione negativa.
Gli ho spezzato il cuore, quindi non mi aspetto che capisca o che mi perdoni. Ma io ho bisogno di lui e voglio fare di tutto per riprendermelo.
Mi giro di nuovo verso Kate
"Ma cosa dovrei dirgli?"
Sta in silenzio per qualche secondo, che a me sembra un'eternità, e infine risponde.
"La verità."
La verità. Sembra così facile come cosa, ma a me sembra invece la più difficile.
Riuscirò a trovare le parole giuste?
Non voglio perdere altro tempo, anche perchè non saprei nemmeno dove andare a cercarlo se scomparisse.
Ho bisogno di spiegargli come sono andate davvero le cose così che capisca che il mio cuore non ha mai smesso di battere per lui.
Inizio a correre per le scale ed escludo subito l'idea che sia ritornato in classe. Non così sconvolto com'era.
Quindi mi dirigo verso l'uscita e inizio a correre sperando di trovarlo.
Sento qualcosa che mi bagna il viso, ma questa volta non sono le mie lacrime. Guardo verso l'alto e vedo il cielo grigio. Sta per piovere e non faccio nemmeno in tempo a finire la frase nella mia mente, che inizia davvero. Una goccia dopo l'altra, fino a diventare un temporale.
Non lo vedo da nessuna parte, però poi mi viene un flash.
Dove andrebbe il vecchio Justin confuso, spaventato e sconvolto?
A casa sua.
Comincio a correre e in poco tempo raggiungo il vialetto della villetta. Mi è sempre piaciuta casa sua. Era piccola ma accogliente. Piena di calore e amore. Al contrario di casa mia, grande e fredda, che la parola amore non sa nemmeno cosa voglia dire.
Ora sembra spoglia di vita. Disabitata. Con tutte le finestre coperte e le catene al cancello e alla porta. Piena di erbacce e foglie morte.
Poi lo vedo. In piedi difronte alla casa sotto la pioggia.
Sento il cuore nel mio petto che batte all'impazzata, incontrollabile. Ho paura che batti talmente forte che possa fare un buco nel mio petto.
Continuo a camminare ed è così vicino. Sto tremando e non è di certo colpa della pioggia e del fatto che sono bagnato fradicio.
Tremo perchè la sua vicinanza mi ha sempre fatto questo effetto, fin dal primo momento che l'ho visto.
Era un giorno piovoso come questo ed eravamo al nostro primo anno di liceo. Avevo litigato di nuovo con mio padre e per la fretta di uscire di casa, avevo dimenticato l'ombrello quella mattina. Ero vicino alle scale che portavano all'uscita della scuola aspettando che smettesse di piovere. Avevo lo sguardo rivolto verso l'alto e mi ero imbambolato a guardare la pioggia cadere. Ero perso tra i miei pensieri quando una voce mi ha riportato alla realtà
"Hai bisogno dell'ombrello?"
Mi voltai per seguire la direzione della voce e non avrei mai immaginato che quello che mi trovai davanti mi avrebbe provocato una tempesta dentro. I suoi occhi erano bellissimi. Risplendevano di vita nonostante il brutto tempo, lo sguardo così dolce e gentile e il sorriso sulle labbra, che gli creava due fossette bellissime.
"Io ne ho uno in più se ti serve"
Mi ero talmente imbambolato a guardarlo che mi dimenticai persino di rispondere alla domanda che mi aveva fatto, però non avevo mai incontrato una persona così, che riuscisse a farmi battere il cuore con uno sguardo. Una persona tanto bella. E non mi interessava nemmeno che fosse un ragazzo. Sapevo solo che avrei voluto conoscerlo e stare con lui.
"Eh?.. Ah... O-Ok.. se non è un problema.."
"Niente affatto. Ci vediamo"
Disse lasciando l'ombrello tra le mie mani e iniziando a correre sotto la pioggia sollevando lo zaino sulla sua testa per ripararsi. Si girò di nuovo verso di me e mi sorrise.
Mi aveva mentito, non aveva un ombrello in più.. voleva essere gentile.
E io l'ho amato dal primo istante proprio per questo. Per il suo cuore.
Quel momento per me fu magico.
Mi avvicino e sono a soli pochi passi da lui e ho paura.
"Justin"
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What hurts the most.
Teen FictionCome si affronta la perdita di qualcuno? Justin stava ancora cercando di capirlo. Stava anche cercando di capire come si fa a vivere una vita vuota, senza nessuno e senza nessun sentimento oltre il dolore. Un dolore talmente grande da lasciarti para...