Capitolo 22

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La vita insieme a Justin procede bene. Ormai abbiamo una nostra quotidianità. Ci svegliavamo la mattina, mentre lui si lava io preparo la colazione, mangiamo e mentre lui lava i piatti io mi lavo, andiamo a scuola e poi a lavoro. Ho trovato anche io un lavoretto per aiutare Justin con le spese della casa. Non voglio gravare sulle sue spalle e rendere ancora più difficile una situazione già di per se complicata, ma non voglio nemmeno usare i soldi di mio padre perchè appunto sono suoi, non sono miei. Questi almeno li guadagno onestamente lavorando. E ne vado fiero. 

Appena finisco il mio turno, vado a prendere Justin al caffè e insieme torniamo a casa. 

Ho conosciuto anche Jackson e si.. ora capisco cosa intendesse Justin quando ha detto che sarebbe impossibile per lui provare quel tipo di sentimento per Jackson. 

Devo dire che sono rimasto scioccato quando l'ho conosciuto per la prima volta. A vista sono completamente differenti. Ryan aveva i capelli castani e gli occhi verdi, così come Justin, mentre Jackson è biondo, capelli ondulati e occhi di un colore particolare.. credo tendenti all'oro. Ma appena ha iniziato a parlare.. wow.. non riuscivo a spiegarmi come due persone così lontane tra loro potessero somigliarsi così tanto caratterialmente. Quello che diceva, il suo modo di approcciarsi a Justin, i suoi atteggiamenti.. il modo in cui diceva le cose... sembrava che Ryan fosse lì ma nel corpo di un'altra persona. 

Ad un certo punto, ho anche pensato che Ryan da la su, avesse mandato Jackson per prendersi cura di Justin.
A quel pensiero mi sono venuti i brividi e sinceramente non ho nemmeno avuto il coraggio di dirlo a Justin. 

Sta facendo grandi passi avanti. Specialmente da quello che mi ha raccontato Jackson. Aveva smesso di mangiare e dormire, concentrando tutte le sue energie nel lavoro.. anzi lavori. Lavori che sono riuscito a convincerlo a lasciare, non tutti ma la metà. Ora lavora al ceffè e al minimarket. 

Sto riuscendo a farlo mangiare di nuovo e specialmente a ridere. Mi mancava così tanto la sua risata. Così pura e genuina, ma allo stesso tempo rumorosa con ogni tanto una tirata da maialino. Assolutamente adorabile. E la notte ci addormentiamo sempre l'uno tra le braccia dell'altro. 

Ogni tanto fa ancora sogni su di lui e si sveglia in lacrime, ma penso che sia normale dopo aver subito una perdita così grande. Penso che una parte di lui non riuscirà mai ad accettare questa nuova realtà, sempre se sia possibile. 

E' stato difficile i primi giorni. E' ancora difficile ma insieme stiamo affrontando giorno dopo giorno. 

Devo dire che mi sono così concentrato su di lui in questi giorni, che questo mi ha dato la possibilità di non pensare a quella parte della mia vita che mi fa soffrire. A mio padre. 

Da quella litigata non abbiamo più parlato e non ci siamo nemmeno più visti. Ho sempre la speranza che un giorno di questi, lui bussi alla porta di casa nostra, mia e di Justin, e che dica di volermi bene. 

Justin mi ripete sempre di avere fiducia e di dargli tempo, ma non capisco cosa intenda. Tempo per cosa? 

Anche Kate mi sembra strana in questi giorni. Anche lei più fiduciosa. Non so cosa sia preso ad entrambi.. 

A me basterebbe anche che dicesse che mi vuole bene.. solo questo.  Specialmente perchè è quello che vorrei dirgli io, che gli voglio bene, che l'ho sempre fatto e che le parole che ho detto quel giorno, non sono altro che il frutto di tanta rabbia e tanto dolore repressi per troppo tempo. 

Mia madre non ha mai fatto parte della mia vita. Da quello che ricordo, non è mai stata felice con noi. Fino a che un giorno ha preso le sue cose ed è uscita dalla porta di casa senza più voltarsi indietro. Avevo 5 anni e all'inizio non capivo. Però crescendo l'ho fatto. Non aveva mai desiderato quella vita. Non aveva mai amato mio padre e si sentiva in trappola in una vita che non le apparteneva. Non so se mi abbia mai amato o se ogni tanto, dovunque sia, mi pensi. 

Non sono arrabbiato con lei, perchè in un certo senso la capisco.. sentirsi costretti ad una vita che non ti appartiene è proprio quello che ho provato io in questi anni. E' quello che mi ha fatto fare la stessa fine sua, sono scoppiato, ho preso le mie cose e sono andato via. 

Io però a lui ci penso.. e spesso. Se lei ci aveva lasciati soli, io ho lasciato solo lui e nonostante fosse severo e pretendesse tanto da me, mio padre al contrario di mia madre, è sempre stato presente. Ad ogni recita, ad ogni partita, ai colloqui con gli insegnati, alle giornate dei genitori,...ha sempre fatto in modo di esserci a tutti gli eventi che mi riguardavano, quindi era presente ma allo stesso tempo assente, perchè si è perso tutto il resto. 

In quelle occasioni lo sentivo vicino, ma appena rientravo a casa era distante anni luce. Anche se era a pochi metri di distanza, non parlavamo. Non lo abbiamo mai fatto sul serio. Veniva da me o mi chiamava nel suo studio a casa, solo per dirmi quello che voleva da me, quello che dovevo fare, come lo dovevo fare, mettendomi sempre più pressione sopra. 

E la paura di deluderlo, di non renderlo felice o farlo vergognare di me, cresceva giorno dopo giorno, finchè un giorno non ho iniziato a pensare che magari non ero all'altezza delle sue aspettative, che non valevo abbastanza per lui. 

Justin sotto questo punto di vista mi ha salvato, perchè mi ha mostrato una vita che valesse la pena essere vissuta. Al suo fianco. Mi ha mostrato la vera felicità. Mi ha fatto vivere davvero. 

"ISAAAC!!" 

Vengo risvegliato dai miei pensieri dalle urla di Justin. 

"Stai bruciando la carneee" 

"Cos.. Oh Dio!! Cavolo!" 

Spengo immediatamente il fornello e metto la pentola nel lavandino. 

"Mi dispiace Justin.. tutto bene?" 

"Si tranquillo, io sto bene. Ma tu?" 

Mi porta una mano sulla guancia e fissa il suo sguardo nel mio. Con il pollice asciuga una lacrima sfuggita dal mio occhio. Non mi ero nemmeno reso conto che gli occhi mi fossero diventati lucidi e che fossi sul punto di piangere. 

"Si scusami.. sono stato sovrastato dai pensieri." 

Abbasso lo sguardo, non voglio che lui si preoccupi per me dopo tutto quello che ha passato. Voglio dargli una vita tranquilla e felice. 

"Ehi Isaac, guardami" con la mano che ha ancora sulla mia guancia, mi alza il viso per far scontrare i nostri sguardi. La sua voce è così calma e dolce. 

"Lui verrà. Abbi fiducia." 

Sul suo viso spunta un sorriso che mi trasmette speranza e tanto amore. 

Però ho deciso.. se non sarà lui a venire da me, sarò io ad andare da lui, almeno per scusarmi delle cose terribili che gli ho detto e per mettere un punto alla questione in maniera civile. 

"O-Ok.." 

Mi lascia un bacio delicato dove prima era scesa la lacrima e io chiudo gli occhi, assorbendo al meglio tutto l'amore e il calore che mi trasmette Justin... quando ad un tratto sentiamo bussare alla porta. 

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