Il fumatore accende la sigaretta con un gesto lento e deciso, come se l'atto stesso fosse un rito. La fiamma breve dell'accendino svanisce nell'aria, ma la sigaretta, con il suo fumo denso e affumicato, prende vita. Eppure, il fumatore stesso non è altro che una parte di quel fumo, disperso eppure impossibile da dissolvere. La sigaretta ardente spegne lentamente il fumatore, come un piccolo suicidio che si consuma tra le labbra.
Jungkook inspirò profondamente, il sapore amaro della nicotina gli riempì la bocca, un contrasto pungente contro il resto del suo corpo che cominciava a rilassarsi. Era uno di quei momenti in cui, finalmente, riusciva a sentirsi... a suo agio. Nessuno lo stava guardando, nessuna attesa, nessuna pressione. Solo l'aria fredda della terrazza scolastica, un angolo dimenticato dove il tempo sembrava scorrere più lentamente.
Si soffermò a riflettere, per l'ennesima volta, sul significato di quella routine. Il fumo era un atto di solitudine, una protezione da ciò che non riusciva a toccare, da quello che non sapeva dare. Lo sapeva da tempo: non si fuma per il piacere del fumo, ma per il vuoto che riempie. Perché non c'era nulla, e nessuno, che lo potesse toccare con la stessa forza di quella sigaretta che consumava. Mai un fumatore si era lamentato di un non-fumatore. Eppure, sarebbe stato bello sentire una parola di conforto, anche solo per una volta.
Scosse la testa e lasciò cadere la metà rimanente della sigaretta, guardandola mentre scivolava tra le grate della terrazza. Poi, all'improvviso, sentì dei passi leggeri dietro di lui. Non si voltò subito.
"Sei arrivato, Tae? Cazzo, potevate avvisare..."
Il suono delle suole in gomma gli fece spostare lo sguardo, ma fu una frazione di secondo. Il ragazzo che aveva appena superato la ringhiera era il biondino che aveva visto quella mattina. Gli occhi di jungkook si strinsero, mentre il ragazzo lo fissava con uno sguardo pieno di qualcosa che non riusciva a definire.
"Ah... sei ancora tu. Cosa vuoi?" La voce di Jungkook era più secca di quanto avrebbe voluto.
Il biondo sembrava esitante, ma non si fece scoraggiare. "Mi hanno detto che ti potevo trovare qui..."
Jungkook lo guardò con disinteresse, già pronto a respingerlo, ma il ragazzo proseguì con una domanda che lo colpì in modo strano.
"Ho sentito che suoni in una band qui a scuola... Potresti insegnarmi?"
Jungkook rimase in silenzio per un attimo, confuso dalla domanda. Poi un sorriso amaro gli spuntò sulle labbra.
"Tesoro," rispose, la voce intrisa di sarcasmo, "ci sono i club qui a scuola che ti potrebbero aiutare. Mi spiace, ma non credo proprio di farlo."
"Perché no?" Il biondo sembrava sinceramente confuso.
Jungkook sospirò, massaggiandosi la tempia, sentendo il peso della frustrazione crescere. "Non ho mai insegnato. E non ho nessuna intenzione di farlo con te."
"C-cosa e se ti pago?" La proposta uscì dalla bocca del biondo con una certa insistenza.
Jungkook lo guardò senza parole, un'espressione incredula sul viso. "È sempre un no."
"V-vuoi che paghi più? Diecimila won?" La voce del biondo si fece quasi supplichevole.
Jungkook scosse la testa, irritato. "No."
"Trentamila won?"
Jungkook alzò gli occhi al cielo, esausto. "Ti ho detto di no!"
Il biondo non sembrava arrendersi, e la sua insistenza cominciava a irritarlo seriamente. "Cinquanta mila won!" sparò, senza più alcuna esitazione.
Jungkook sbuffò, incapace di non esprimere la sua frustrazione. Si portò una mano alla fronte, come se potesse davvero cancellare quel momento. "Senti," disse con tono glaciale, "sono qui per rilassarmi, non per ascoltare le tue cazzate. Vai via, prima che ti chieda di farlo con le cattive."
Il biondo sembrava voler dire ancora qualcosa, ma si fermò, studiando Jungkook con un'intensità che non gli sfuggì. Poi, con un movimento quasi impercettibile, lo guardò negli occhi.
"Posso sapere il tuo nome?"
Jungkook fece una smorfia di fastidio. "Ma fai sul serio?" chiese, superandolo con un passo deciso.
Il biondo non sembrava voler mollare, così il corvino si fermò, voltandosi lentamente. "Jeon Jungkook," disse con un tono che non lasciava spazio a discussioni. "E ora, vai via. Non ti aiuterò."
"Ma..." Il ragazzo non riuscì a finire la frase, e il corvino , ormai completamente irritato, si allontanò con un passo veloce.
Il biondo rimase lì, immobile, con gli occhi pieni di una determinazione che, a Jungkook , sembrava quasi insostenibile. Ma non gli importava.
"Non ci conoscevi?" chiese, con un tono di sfida.
"I Starboys, se non per oggi... beh, no," rispose il biondo, sorridendo lievemente, come se avesse appena svelato una verità nascosta.
Jungkook non rispose. Guardò il ragazzo un'ultima volta, poi si allontanò, lasciandolo nel suo angolo di mondo.

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𝑺𝑻𝑨𝑹𝑩𝑶𝒀
Fanfiction|REVISIONATA⚠️ Wattpad 2020 Nella routine tranquilla e prevedibile di Jeon Jungkook, leader e chitarrista della band liceale Starboys, una nuova figura irrompe nella sua vita. Park Jimin, un ragazzo apparentemente introverso e nerd, nasconde una pa...