La figura minuta di Jimin si faceva strada nei corridoi della scuola, il peso della custodia rigida della sua chitarra sulla schiena come un compagno silenzioso. Camminava con passo tranquillo, le cuffie rosse che lo isolavano dal mondo esterno mentre canticchiava allegramente le parole della canzone che ormai conosceva a memoria. Ogni tanto ridacchiava sulle parti dell'assolo di Jungkook, come se fosse una di quelle piccole gioie segrete che solo lui poteva capire.
Era relativamente tardi, oltre le cinque del pomeriggio, e la scuola ormai sembrava quasi deserta. Le sue lezioni erano terminate da un po', ma i compiti arretrati e le scadenze da recuperare lo avevano costretto a restare più a lungo del previsto. Salì le scale con l'andatura di chi non ha fretta, ma che nel contempo ha già in mente dove vuole arrivare.
La musica che lo accompagnava a un certo punto si fece via via più lontana, soppiantata dal suono di chitarre e batteria che si sentiva provenire da una delle stanze in fondo al corridoio. Jimin sorrise e abbassò il volume della sua canzone preferita. Un passo, poi un altro, fino a quando non arrivò davanti alla porta da cui proveniva il rumore. Si fermò un attimo a prendere fiato, quasi incerto se entrare o meno. Ma ormai era troppo tardi, qualcuno lo aveva già visto.
"Jiminie, sei finalmente arrivato!" esclamò Yoongi, il suo sorriso spuntato improvviso mentre lo vedeva fare capolino dalla porta.
Jimin sorrise e si avvicinò al gruppo, il suo sguardo passando da un volto all'altro.
"Vieni qui, piccolo, siediti qua!" continuò Yoongi, facendo un gesto verso il divano dove solitamente si mettevano a chiacchierare prima di iniziare a provare. Ma Jimin notò subito qualcosa di diverso nel comportamento di Jungkook, il quale lo guardava con un'espressione di attento disinteresse. Quella faccia conosciuta gli diceva chiaramente che il ragazzo stava pensando qualcosa.
Lo sguardo di Jungkook era scrutatore, come se cercasse di capire cosa stesse accadendo. "So cosa sta combinando," pensò, mentre una piccola smorfia appariva sulle sue labbra. Ma Jimin non si fece distrarre: si avvicinò e si sedette vicino a Yoongi, pronti a cominciare.
Il gruppo riprese a suonare, con Jungkook che, in silenzio, riposizionava la sua Ibanez rossa, pronto a riprendere le prove. Ma Jimin sembrava essere completamente rapito dalla musica, ascoltando con attenzione e coinvolgimento mentre la band suonava, cercando di capire le sfumature di ogni pezzo.
Quando iniziarono a suonare "Believe", una delle loro canzoni più energiche, il piccolo biondo non riuscì a fare a meno di restare incantato dalla melodia e dalle vibrazioni che si diffondevano nella stanza. Ogni nota suonata sembrava entrare nel suo corpo, ed era chiaro che fosse una canzone che gli entrava nelle vene.
Appena la musica si fermò, Jin lo guardò con un sorriso divertito. "Abbiamo saputo che sai cantare, Jimin. Vuoi farci sentire qualcosa?"
Jimin si fece un po' più piccolo, come se l'idea lo avesse preso di sorpresa. Ma prima che potesse rispondere, Hoseok intervenne con il suo solito sorriso travolgente. "Prima che Jungkook faccia il suo lavoro da insegnante, vorresti provare?"
Jimin si alzò, sentendo gli occhi di tutti su di lui, ma con una certa tranquillità. La stanza divenne silenziosa mentre Jin abbassava il microfono, notando che Jimin era piuttosto più basso di tutti gli altri.
"Ecco qui, vuoi cantare 'Stranger', Jimin?" chiese gentilmente Seokjin, vedendo l'ansia nei suoi occhi ma anche la voglia di mettersi alla prova.
Jimin annuì, la voce tremante ma determinata. Fece un passo indietro per prendere un po' di distanza, per trovare il suo spazio.
Hoseok iniziò a contare con la sua solita energia, e in un attimo la melodia della canzone risuonò per tutta la stanza. Jimin non fece in tempo a prendere fiato che la musica lo avvolse, e iniziò a cantare. La sua voce, all'inizio più bassa, si fece strada tra le note con sorprendente naturalezza.
Le prime frasi furono più timide, ma ben presto la sua voce iniziò a crescere, e la sua interpretazione di "Stranger" fece rimanere tutti senza parole. Il ritmo arrabbiato e deciso della canzone sembrava fatto apposta per lui, e la sua grinta nell'eseguire la parte più difficile non fece altro che impressionare chi lo stava ascoltando. Le sue note basse, perfettamente armonizzate con la musica, diedero un sapore diverso alla canzone, facendo sì che ogni membro della band fosse completamente sorpreso dalla sua bravura.
Quando Jimin arrivò alla parte finale, il suo tono cambiò, diventando più potente, e la sua voce passò senza sforzo da un registro basso a uno più alto, sorprendendo tutti per la sua forza emotiva.
Quando finì, la stanza rimase in silenzio per un secondo che sembrò eterno. Poi, uno dopo l'altro, i ragazzi iniziarono ad applaudirlo, entusiasti.
"Complimenti, Jimin! Davvero bravo!" disse Jin, avvicinandosi per abbracciarlo affettuosamente. "Sei riuscito a entrare nella band come se fosse la tua prima volta!"
Jimin, visibilmente emozionato e colpito dalla reazione di tutti, arrossì ma sorrise. "Grazie," disse con un filo di voce, "non mi aspettavo... non mi aspettavo che mi avreste accolto così."
Jungkook lo guardò da lontano, sorridendo soddisfatto per quella scoperta che non aveva previsto. Era chiaro che Jimin non fosse solo un semplice spettatore; anche lui, a suo modo, era destinato a diventare parte del loro mondo musicale. E in quel momento, tra applausi e risate, Jungkook si rese conto che quel ragazzo aveva qualcosa di speciale, qualcosa che non riusciva a spiegare. Ma era un talento che non avrebbe mai voluto perdere di vista.
Lentamente, l'atmosfera nella stanza tornò normale, ma qualcosa era cambiato. Il gruppo sembrava più unito, come se quella piccola esibizione avesse sancito l'ingresso ufficiale di Jimin in una nuova fase, non solo come ascoltatore, ma anche come parte integrante della loro musica.
Jungkook, guardandolo, capì che quella "scoperta" era solo l'inizio di qualcosa di molto più grande.
STAI LEGGENDO
ꜱᴛᴀʀʙᴏʏꜱ
Фанфикшнʀᴇᴠɪꜱɪᴏɴᴀᴛᴀ ᝰ.ᐟ ᴡᴀᴛᴛᴘᴀᴅ 2019 Per Jeon Jungkook, la vita scorre tra accordi distorti, birre calde e prove nel garage di un amico. Leader dei Starboys, band liceale con più attitudine che disciplina, ha imparato a stare al centro della scena senza ma...
