quarantatre (ラ欧ぁ)

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SMUT🚫

La scuola era ormai silenziosa, i corridoi vuoti e l'aria fredda dell'autunno che si infilava nelle stanze, sigillando ogni suono all'esterno. La campanella aveva suonato da poco, ma Jimin e Jungkook non avevano fretta di uscire. Non c'erano le altre persone, nessuna distrazione, solo loro due in un'aula deserta. Un posto perfetto, pensò Jungkook, per continuare quella danza silenziosa che avevano iniziato già da qualche tempo, una danza fatta di sguardi, di baci rubati e di respiri condivisi.

L'aula era vuota, a parte un banco e una lavagna polverosa. I mobili sembravano sospesi nel tempo, come se anch'essi aspettassero quel momento. Jimin si avvicinò alla finestra, guardando fuori distrattamente, ma non riusciva a nascondere il sorriso che gli giocava sulle labbra.

Sapeva che la sua impazienza stava crescendo, che quel sentimento che lo legava a Jimin stava diventando impossibile da ignorare. Ma non riusciva a fermarsi. Aveva bisogno di sentirlo vicino, di averlo più vicino, ancora di più di quanto non lo fosse stato fino a quel momento.

La voce di Jimin lo fece tornare alla realtà. «Pensi che dovremmo andare?» chiese, ma la sua espressione era rilassata, come se anche lui sapesse che quel momento sarebbe stato diverso. Che non avevano bisogno di scappare, ma di vivere quella solitudine insieme.

Jungkook fece un passo verso di lui, la tensione nell'aria palpabile. Si fermò dietro di lui, così vicino da poter sentire il suo respiro, ma non toccarlo. Non ancora. «Non voglio andare,» mormorò, quasi sussurrando. Le parole non erano quelle che voleva dire, ma sentiva che era giusto così. «Voglio essere qui con te, Jimin. Solo noi due.»

Jimin si girò lentamente, il suo sorriso dolce ma carico di una curiosità che non riusciva più a tenere nascosta. I suoi occhi scintillavano di qualcosa che Jungkook riconosceva come una risposta. Una risposta che non aveva bisogno di parole. Jimin non rispose, ma fece un passo verso di lui, lentamente, come se fosse sicuro che nessuna parola fosse necessaria.

Poi, senza alcun avvertimento, le loro labbra si trovarono, morbide, in un bacio delicato, ma pieno di una tensione che stava crescendo. Jungkook sentì il cuore battere più forte mentre le mani di Jimin gli sfioravano il petto, come se anche lui fosse impaziente, come se anche lui non potesse più aspettare. Le dita del biondino si intrecciarono nei suoi capelli, tirandolo più vicino, mentre Jungkook cedeva al richiamo del momento e lo stringeva contro di sé.

Ogni movimento sembrava esprimere ciò che non riuscivano a dire a parole. Il bacio divenne più intenso, le lingue si cercarono timidamente prima di fondersi in un abbraccio caldo e affamato. L'aria tra di loro si faceva densa, come se ogni respiro stesse diventando una promessa.

Jungkook sentì il corpo di Jimin contro il suo, il suo calore, il suo profumo che si mescolava con il sudore leggero che cominciava a formarsi sulla loro pelle. Sentiva le farfalle nello stomaco, il battito del cuore che accelerava, ma anche un senso di calma profonda. Era come se finalmente fosse dove doveva essere, in un posto che non aveva mai avuto il coraggio di immaginare.

"Jimin..." mormorò contro le sue labbra, interrompendo il bacio solo per un attimo. " cazzo se mi fai impazzire"

Il biondino sorrise, le sue mani che scivolavano lungo la schiena di Jungkook, facendolo tremare leggermente. sussurrò il suo nome, parole calde come una promessa. Poi, come se non potesse più resistere, lo afferrò per il colletto della maglietta e lo tirò verso di sé, riprendendo il bacio con una passione che entrambi stavano trattenendo da troppo tempo.

Le mani di Jungkook scivolarono lungo il corpo di Jimin, fermandosi sulla sua vita, per poi risalire lungo la schiena. Ogni tocco sembrava voler dire qualcosa che nessuna parola poteva esprimere. Jimin gemette piano quando Jungkook lo avvicinò ancora di più, la loro distanza ormai inesistente. Sentiva il calore del suo corpo che lo avvolgeva, eppure non gli bastava mai.

Quando si separarono, entrambi ansimando per l'intensità del momento, i loro occhi si incontrarono, brillando di un'intensità che parlava da sola. Nessuno dei due parlò subito, ma nessuno sentiva il bisogno di farlo. Sapevano che quello che c'era tra di loro era reale, che quello che stavano vivendo non era solo una questione di attimi rubati.

Presto la situazione mutò, lo Tenne stretto dai giudei, spingendo nel suo orifizio con forza e supremazia, sentendo gli ansimi soffocati del biondo sopra di sé.

Schiacciato dal bianco muro e tenuto dalla base di un pianoforte inutilizzato,gemeva il nome del moro con estasi stringendosi nel proprio addome sentendo il sesso di quest'ultimo violare le sue strette carni.

"D-Dio m-mio"

Il movimento repentivo del bacino di jungkook fecero riecheggiare il suono delle loro carni sbattenti,ancora incapace di fermarsi per quella eccitazione che lo stava avvolgendo .

Seierano presto stancati del letto vacillante del biondo, e della presenza della madre in casa del moro, erano certi che quell'aula, vittima di abusi non solo per la musica legalmente non approvata, ma anche di atti ed attrazione sessuali dei due giovani.

Si spinse nuovamente con accanimento facendo oscillare i ciuffi semi inumiditi dal tepore del suo sudore,ansimando sentendosi il familiare solletico all altezza del ventre.

Jimin gemette, soffocando quel piacere per paura di essere sentito.

Si riversò al suo interno come da prassi, aprendo man a mano i suoi occhi a mandorla constatando lo stato del suo ragazzo quasi del tutto esaurito di energie.

annasparono in cerca di aria, sorridendosi ed unendo i loro capi sudaticci.

Baciò poco dopo la sua fronte imperlata di sudore,guardandolo amorevolmente.

2 secondo round?"

Chiese giocosamente il moro prendendo tra i propri denti il labbro inferiore del biondo.

Quest ultimo sospirò stanco ,ridendo lievemente, ancora in cerca di ossigeno.

Si udì un rumore poco distante dalla loro postazione, nel mentre il corvino si rimise velocemente i pantaloni.

Il biondo fece segno di star zitto, scendendo dalla sua postazione dolorante per capire di chi si trattasse.

Si vide un flashfarsi strada tra i corridoi, spaventando il biondo.

Annaspò in cerca d aria guardandosi ovunque per garantirsi un nascondiglio, ma oltre gli strumenti della band c'era ben poco.

ꜱᴛᴀʀʙᴏʏꜱDove le storie prendono vita. Scoprilo ora