Il vento tagliente del pomeriggio non riusciva a intaccare la frenesia che Jimin sentiva nel petto. La sua mente correva, mentre il suo cuore batteva sempre più forte. Jungkook non era arrivato. E quel ritardo che inizialmente gli era sembrato solo un piccolo contrattempo, ora si faceva pesante, sempre più opprimente.
Ogni minuto che passava aumentava la sua ansia, e quando finalmente lo vide, capì subito che qualcosa non andava.
C'era Jungkook, ma non era il suo Jungkook. Era sopra Hoonseok, il viso contorto in una maschera di rabbia. Le sue mani sferzavano pugni sul volto di Hoonseok, che ormai non riusciva nemmeno a difendersi. Il sangue, la violenza, l'odio che permeava l'aria. E poi c'erano le risate. Gli studenti lo stavano filmando, ridendo, applaudendo, come se fosse uno spettacolo. Ma Jimin non riusciva a capire, non riusciva a mettere insieme i pezzi.
"JUNGKOOK!" urlò, ma la sua voce fu inghiottita dal caos che circondava la scena. Non lo sentiva, o forse non voleva. Il suo cuore accelerò.
Corse verso di lui, senza pensare, ma la sua mente era in mille pezzi. Quando arrivò abbastanza vicino, non ebbe nemmeno il tempo di fermarsi. Si lanciò sulla schiena di Jungkook, le braccia strette intorno al suo corpo per fermarlo, per riportarlo indietro. "Kook... basta!" implorò, cercando di farsi sentire attraverso la furia che gli brillava negli occhi.
Jungkook non si fermò. Un altro pugno colpì Hoonseok con una forza tale da farlo urlare. Jimin, il viso rigato di lacrime, afferrò il suo braccio, cercando di fermarlo, ma sentiva solo la forza selvaggia di Jungkook, come se fosse in un altro mondo.
"Kook, ti prego, fermati!" la sua voce tremò, ma non fu abbastanza.
Jungkook si fermò finalmente, ma solo per un attimo. I suoi occhi erano vuoti, assenti. Guardava nel vuoto, incapace di vedere chi c'era davvero intorno a lui. Hoonseok venne trascinato via dai suoi amici, ma Jungkook non sembrava nemmeno accorgersene. Era troppo lontano.
Jimin si fece strada verso di lui, e quando lo guardò negli occhi, capì che la tempesta che lo attraversava era più profonda di quanto pensasse. Con una mano tremante, accarezzò il viso del suo amico, le sue dita sfiorando delicatamente il suo volto ferito. "Fermati, Kook... ti prego..." disse, la sua voce più un sussurro che una supplica.
Jungkook sollevò la testa, come se fosse appena tornato da un posto lontano, e lo guardò, confuso, sconvolto. "I-io dovevo..." mormorò, ma le parole erano vuote, come se stesse cercando una scusa che non c'era.
Jimin scosse la testa, le lacrime che gli bruciavano gli occhi. "No, non dovevi, non così. Questo non è quello che volevi, non è la soluzione." Le parole gli uscivano dal cuore, crude, perché in quel momento capiva che la rabbia di Jungkook non era solo rivolta a Hoonseok. Era rivolta a qualcosa di più grande. A se stesso, forse.
Jimin prese le mani di Jungkook, accarezzando le sue nocche sanguinanti, cercando di dargli conforto. "Non farlo più, per favore..." le sue parole si spezzarono nel silenzio che li avvolgeva, ma c'era qualcosa di più forte nel suo sguardo. Una speranza che stava cercando di non perdere. "Non voglio vederti così, Kook... non più."
Jungkook rimase in silenzio, gli occhi fissi sulle mani di Jimin che gli carezzavano le nocche sanguinanti. La rabbia dentro di lui non era scomparsa, ma ora sentiva qualcosa di diverso. Sentiva Jimin vicino, e forse quella era l'unica cosa che riusciva a dargli un po' di pace.
"Mi spiace, Minnie..." disse, la voce rotta, quasi impercettibile.
Jimin guardò il suo viso, il suo cuore che si spezzava. Non poteva perdonarlo subito. Non ora. Ma capiva. Capiva la sua sofferenza, la sua confusione. E forse questo era l'unico modo per aiutarlo. "Ti voglio bene, Kook," disse piano, la sua voce forte nonostante le lacrime. "Ma non ti perdonerò subito."
Jungkook lo guardò, il suo sguardo tormentato, ma nei suoi occhi c'era anche qualcosa che Jimin non riusciva a definire. Forse era paura. Forse era speranza. O forse, per la prima volta, c'era qualcosa che somigliava alla consapevolezza.
Quando Jimin lo abbracciò, le sue braccia tremavano, ma sapeva che era giusto. Aveva bisogno di essere lì per lui, anche se non sapeva come avrebbero superato tutto questo. Ma almeno ora erano insieme. E insieme avrebbero affrontato quello che sarebbe venuto.
Fu in quel momento che Jimin capì che forse, nonostante tutto, c'era ancora una possibilità. Per entrambi.
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ꜱᴛᴀʀʙᴏʏꜱ
Fanfictionʀᴇᴠɪꜱɪᴏɴᴀᴛᴀ ᝰ.ᐟ ᴡᴀᴛᴛᴘᴀᴅ 2019 Per Jeon Jungkook, la vita scorre tra accordi distorti, birre calde e prove nel garage di un amico. Leader dei Starboys, band liceale con più attitudine che disciplina, ha imparato a stare al centro della scena senza ma...
