dodici (飲印悪)

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IIl frappé di caffè amaro che Jungkook stava sorseggiando si raffreddava lentamente sulla sua mano, mentre la sua mente vagava tra il tedio della mattina e il fastidio per l'ennesimo ritardo dei suoi amici. Gli occhi scorrevano distrattamente sui social, ma ignorava le chat che gli arrivavano-messaggi inutili di compagni di scuola che cercavano attenzione, solo per passare il tempo.

Il ticchettio dell'orologio al suo polso lo riportò alla realtà. 5 minuti in più e sarà troppo tardi, pensò mentre sospirava, frustrato dal continuo ritardo del gruppo. Ma proprio mentre stava per perdere la pazienza, una voce familiare e inesperta lo tirò fuori dal suo torpore.

"C-ciao, Kook."

Jungkook alzò lo sguardo, trovandosi davanti la figura familiare di Jimin, che sembrava un po' fuori posto. Il biondo stava lì, con il solito sorriso timido, ma c'era qualcosa nei suoi occhi che faceva dubitare Jungkook su cosa stesse cercando davvero.

"Buongiorno, Jimin. Come mai qui?" chiese, un po' sorpreso nel vederlo. In fondo, non se lo aspettava in quel bar, soprattutto da solo.

"Faccio spesso colazione qui, anche se tu non mi noti mai." Rispose Jimin con quel sorriso finto, quello che sembrava nascere più dalla forzatura che dalla gioia.

"Mi chiedo se tu sia entrato quest'anno, Jimin. Non ricordo mai di averti visto, tranne quella mattina." Jungkook continuò, cercando di mantenere il tono leggero, ma anche curioso. C'era qualcosa in Jimin che non riusciva a decifrare. Era presente, ma allo stesso tempo sembrava sempre un po' lontano.

Jimin fece una smorfia, quella che Jungkook riconosceva come il sorriso triste che portava sempre con sé. "In verità no, sono nella tua stessa scuola dal primo anno. Evidentemente non mi hai mai notato." disse, il tono lievemente rassegnato. La sua voce sembrava più triste di quanto avrebbe dovuto.

A Jungkook, quella risposta lo fece sentire un po' in colpa. Ma preferì non dirlo ad alta voce. "Sarà..." rispose seccamente, cambiando argomento, "A proposito, pomeriggio per le 5 nell'aula del lato nord, mh? Oggi proveremo qualcosa di nuovo."

Jimin annuì, facendo un gesto veloce con le mani, e il suo volto si fece più serio. "I-ieri non ho potuto darteli, ecco qui," disse, tirando fuori dalla tasca i soldi che aveva promesso di dargli. Li posò sul tavolino davanti a Jungkook, che guardò distrattamente l'importo, senza nemmeno contarlo.

"Puoi benissimo darli a fine mese, Jimin. Non ti devi preoccupare se non riesci."

"Te l'avevo promesso. Questa è la tua paga, e io ti ringrazio tantissimo per l'occasione che mi stai dando." Jimin parlò velocemente, come se avesse paura di restare troppo a lungo lì, di essere in qualche modo di troppo. Poi, senza aspettare una risposta, si alzò, fece un rapido inchino e si diresse verso l'uscita del caffè.

Jungkook rimase sorpreso, guardando Jimin uscire di fretta, e si sentì improvvisamente disorientato. Cosa c'era che non andava con quel ragazzo? Il moro non riusciva a togliergli la mente, e non riusciva a capire cosa fosse.

Poco dopo, Namjoon, Taehyung e Jin entrarono nel caffè, notando subito Jimin che correva via.

"Abbiamo visto Jimin correre fuori da questo posto, che diamine hai fatto questa volta, Jeon Jungkook?" chiese Namjoon, sedendosi senza preamboli.

"Ma niente, mi ha solo pagato ed è scappato a caso, e per la cronaca sono qui che aspetto da 15 minuti." Jungkook rispose in modo seccato, senza fare troppe cerimonie.

"Ricorda che dobbiamo convincerlo a unirsi a noi, non farlo scappare!" aggiunse Jin, il quale, per quanto più tranquillo, non vedeva l'ora di avere Jimin tra di loro.

Jungkook sbuffò. "Nessuno ha fatto nulla, è solo lui che stamattina è su di giri." Poi si voltò verso Hoseok, che lo guardava con un'espressione un po' delusa.

"Bla bla, Jungkook, ci hai pensato bene?"

"Yoongi, onestamente parlando, Jimin potrebbe portare una nuova era al gruppo, programmando canzoni uniche, ma non credo che voglia davvero entrare nel gruppo al 100%."

"Noti delle lacune?"

"No... mi sta solo sulle palle." Jungkook ammise con un tono che non nascondeva la frustrazione, sorseggiando con rabbia il suo frappé.

"Jungkook, smettila di essere così stronzo, andiamo! Non ti ha fatto nulla di male." intervenne Hoseok, scocciato per l'atteggiamento del suo amico.

"Solo tanto fastidio! Sai quanto odio quando si prendono confidenza senza essere invitati!" Jungkook alzò la voce, irritato.

"Ma Jimin ha saputo rispettarti, senza invadere il tuo spazio!" rispose Yoongi, cercando di mantenere la calma.

"Eh?!? Ma se dal primo momento era ossessionato da questa roba delle lezioni! Dio mio, pensa che adesso siamo amici? Se lo scordi!" Jungkook sbottò, alzandosi dalla sedia. L'agitazione che provava era evidente.

"Perché tanto risentimento su quel biondino?" chiese Namjoon, guardando con attenzione Jungkook.

"Niente in particolare, mi sta sulle palle." replicò con fermezza.

Yoongi, tuttavia, non sembrava convinto. "Menti." disse, le sue mani unite sopra il tavolo, fissando Jungkook con serietà. "Ti dico io cosa non va. Vedi in Jimin il vecchio te, quello che voleva tanto imparare di musica. Avete la stessa espressione, o meglio, lui rispecchia quella che avevi tre anni fa, Jungkook. Ricordi? È scomparsa quando i tuoi genitori hanno iniziato a nutrire risentimento verso questa tua dote."

"Pff... cazzate." rispose Jungkook, sbuffando. Non voleva ammettere nemmeno a se stesso che forse Yoongi avesse ragione.

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