tre(猿ゐ宇)

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Jungkook se ne stava solo, come al solito, con la chitarra in mano, le corde tirate e la mente che vagava. Ogni nota che cercava di suonare sembrava svanire nell'aria, un passo in avanti e dieci indietro. La frustrazione saliva come un fuoco che bruciava lentamente, e la sua Ibanez sembrava prendere vita, strillando contro le sue dita troppo nervose.

"Se continui così, la scordi," lo scosse una voce alle sue spalle, tirandolo fuori dai suoi pensieri.

Taehyung, come sempre, si avvicinò con il passo svelto di chi non ha fretta. Jungkook fece un gesto irrequieto con la mano, lanciando un'occhiata al suo hyung senza alzare troppo lo sguardo dalla sua chitarra.

"Se solo non fossi arrivato in ritardo, adesso avremmo già iniziato," mormorò, mordendosi il labbro.

"Scusami Kook," Tae ridacchiò, sistemando le bacchette tra le mani, apparentemente più concentrato su di esse che su ciò che stava accadendo attorno. "ero con yoon, Rimorchiava le minorenni."

Jungkook lo guardò per un attimo, ma la frustrazione gli si spezzò in una risata breve, seppur nervosa. Non aveva davvero voglia di parlare, ma a volte Tae era l'unico che riusciva a smuoverlo, a farlo distrarre.

"Ti ho già chiesto scusa, Kook," Tae continuò, avvicinandosi. "Te la porti a lungo, eh?"

Jungkook sospirò, scrollando le spalle mentre riprendeva a smanettare con la sua chitarra. "Non è per il ritardo... è che c'è sempre qualcosa che non va."

"Cosa, ancora liti con tua madre?" Yoongi, che fino a quel momento aveva preferito starsene nell'ombra, intervistò con una tranquillità che solo lui poteva avere, senza curarsi troppo di apparire insensibile.

Jungkook rispose con un ringhio, ma non era davvero quello il problema. "Non solo... sono incazzato per una testa di cazzo."

"Dai, racconta con chi dobbiamo litigare?," Tae allargò le braccia in un gesto teatrale, come fosse la cosa più divertente che gli fosse mai successa.

"Non è una questione di picchiare qualcuno," Jungkook rispose con un filo di voce che tradiva la sua stanchezza. "Solo che... mi è capitato di incrociare uno che mi ha fatto innervosire."

"Ah, un altro fan, scommetto," Taehyung esultò , sempre pronto a scherzare. "Tu e i tuoi piccoli gruppi di adoratori."

"Non lo so," Jungkook disse, scuotendo la testa. "Era solo... confuso. Non sapeva neanche chi fossimo. Se fosse stato un fan, sarebbe stato più semplice."

Namjoon, che stava osservando tutto da lontano, intervenne con un tono più serio. "Sei sicuro? L'intera scuola ci conosce, e lui non sapeva chi fossimo ?"

"Probabilmente è un nuovo arrivato, non c'è da stupirsi," Yoongi intervenne a sua volta, con quella sua calma imperturbabile. "Andiamo, che dobbiamo provare, no?"

Jungkook annuì, ma non si sentiva davvero pronto. Prese un pacchetto di sigarette dalla tasca e, con un respiro profondo, si avvicinò alla finestra dell'aula. La musica poteva aspettare. In quel momento, la sua mente necessitava di un altro tipo di distrazione.

Accese la sigaretta con un gesto lento, il fumo che si arrampicava nell'aria come una nuvola di pensieri dispersivi. Aveva bisogno di quella calma effimera, di qualche istante di respiro prima di affrontare la realtà.

"Non dovresti fumare così tanto," la voce di Yoongi, un po' distante, lo fece sobbalzare.

Jungkook sorrise senza molta convinzione, ancora fissato con la sigaretta. "Guarda chi parla, il re della filosofia."

Yoongi gli rivolse uno sguardo che valeva più di mille parole. "Kook, parliamo sul serio. Perché sei così nervoso? Cosa ti sta mangiando dentro?"

Jungkook lo fissò per un attimo, ma poi scosse la testa. Non aveva voglia di raccontare tutto, di aprirsi. "È solo... la performance al festival. E ci saranno anche i miei genitori. È una follia."

Yoongi alzò un sopracciglio, ma il suo sorriso non era più tanto ironico. "Ancora ripugnato dal fatto che fai rock? Non mi sorprende, davvero."

Jungkook alzò gli occhi al cielo, come se in quel gesto ci fosse tutta la stanchezza del mondo. "Sì, sembra che non mi ascoltino mai. Sono stanco di lottare."

"Ti ascolteranno," Yoongi disse con una serenità disarmante. "Il tuo talento parla da solo. E i tuoi genitori, beh, li abbaglierai. Te lo meriti."

Jungkook lo guardò, il cuore che lentamente rallentava il suo battito. Le parole di Yoongi avevano qualcosa di vero, ma la paura era più forte. La paura che anche quella volta non sarebbe stato abbastanza.

"Grazie per il supporto, Yoongi. Davvero," rispose con un sorriso stanco.

Tae, che nel frattempo stava armeggiando con il suo telefono, si girò con aria teatrale. "Kook, ti fotti il culooo!"

Jungkook rise, una risata che riempì il corridoio vuoto, mentre Yoongi sbuffava. "Yah, smettila, Tae, che già ci siamo rotti."

"Dai, andiamo e spacchiamo tutto," Tae aggiunse con un sorriso che rivelava più entusiasmo che un'intera band di rockstar.

Jungkook esalò un ultimo respiro di fumo, poi sorrise. Un sorriso che racchiudeva tutta la stanchezza, la frustrazione e, chissà, anche un po' di speranza. "Andiamo."

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