Socchiuse la porta di casa Park, facendo attenzione a non far rumore mentre l'immagine di Jimin che entrava nella sua dimora gli compariva sullo schermo del cellulare. Jungkook sorrise, continuando a filmare, gli occhi fissi sul viso corrucciato del biondo, che si lamentava sottovoce per l'interruzione.
"Yah! Smettila e posa quella fotocamera!" protestò Jimin, fingendo irritazione, ma con una leggera risata che tradiva il suo tono, mentre Jungkook continuava a filmare.
"Sei così carino, Jiminie," disse Jungkook, avvicinando la videocamera al viso paonazzo del biondino. "Fammi un altro sorriso!"
Jimin, con un rapido movimento, alzò una mano per spostare la fotocamera, sguardi che si incrociarono brevemente. "Yah, non fare lo stupido... dobbiamo provare, ti ricordo."
Il moro sbuffò, ma non si scompose. "Ma eri carino..."
"Sì, sì, questo non ha importanza. Aish, dove ho messo il mio plettro?" Jimin sembrava più concentrato sul suo obiettivo che sul resto del mondo, girando per la stanza in cerca del suo plettro con una frenesia che non passava inosservata.
Jungkook abbassò il telefono, guardando la scena con un sorriso divertito. "Non preoccuparti, non hai perso tempo," disse, avvicinandosi a lui. Senza pensarci troppo, afferrò la vita di Jimin, stringendolo contro di sé in un abbraccio leggero ma sicuro.
"Non vorrei farti perdere altro tempo, scusami," disse Jimin, il volto che si arrossava lievemente.
"Non è un problema, piccolo," rispose Jungkook, sorridendo. "Adoro passare del tempo con te... soprattutto quando siamo soli."
Le parole uscirono spontaneamente, senza pensieri, come se fossero state dette molte volte prima. Jimin sorrise di nuovo, il suo respiro ancora leggermente accelerato, ma adesso con una certa tranquillità.
"Grazie per aver accettato di nuovo le lezioni," disse il biondo, il tono più leggero.
Jungkook lo guardò intensamente, la sua voce bassa e sincera. "Farei di tutto per passare ancora del tempo con te, credimi."
Jimin sorrise, questa volta più dolcemente, e senza più alcun timore gli strinse la mano, guidandolo verso le scale. "Andiamo su, i miei genitori non ci sono," disse, la sua voce quasi impercettibile ma rassicurante.
Salirono lentamente al piano di sopra, e Jungkook non poté fare a meno di notare la pulizia e l'ordine maniacale della stanza. Il letto perfettamente rifatto, il giubbotto lucido appoggiato con cura, e le lucine natalizie che adornavano le finestre. Non c'era dubbio che Jimin fosse un tipo preciso, ma quella sua dedizione al dettaglio gli dava un certo fascino.
Nel frattempo, Jimin trovò il suo plettro, posandolo con cura sulla custodia nera della sua Fender Classic. Jungkook si avvicinò alla libreria, curioso di esplorare la stanza. Notò una foto che catturò subito la sua attenzione: un piccolo Jimin, sorridente, in braccio a un ragazzo che sembrava più grande di lui. Il ragazzo aveva capelli lunghi, bianchi come la neve, e un'espressione che trasmetteva una grande forza.
"Sei adorabile," disse Jungkook, mentre osservava la foto, stringendo le mani al petto, divertito. "Questo è un bel ricordo."
Jimin arrossì e abbassò lo sguardo, ma Jungkook notò la foto di un altro ragazzo. I capelli setosi e bianchi sembravano un chiaro contrasto con quelli biondi di Jimin, ma la somiglianza tra loro era evidente.
"Chi è lui?" chiese Jungkook, incuriosito.
Jimin si fermò, il suo corpo visibilmente teso. Per un attimo, sembrò non voler rispondere, ma poi si avvicinò alla cornice con una calma che tradiva un'inquietudine nascosta. Prese la foto con delicatezza e la guardò un attimo prima di rispondere, il tono ora più grave.
"È Hyunbin, mio fratello," disse semplicemente, senza guardare Jungkook.
Jungkook rimase in silenzio, sorpreso. "Non sapevo che avessi un fratello, Minnie. Non vi assomigliate tanto, però."
"Non passa giorno che guardo quella foto e mi rendo conto che... esattamente, non ci assomigliamo per niente," rispose Jimin, con una risata triste. Prese la cornice in mano, accarezzandola dolcemente. "Ma lui è sempre stato il mio eroe."
Jungkook lo guardò, incerto se fare altre domande, ma non poté fare a meno di chiederlo. "Sembra più grande di te. Quanti anni ha?"
Jimin abbassò la testa per un attimo, e quando sollevò lo sguardo, c'era una malinconia che non riusciva a nascondere. "Quest'anno avrebbe fatto 24 anni, il mio fratellone."
Le parole di Jimin furono come un colpo al cuore di Jungkook. Notò che le sue iridi si allargarono appena, mentre Jimin si asciugava una lacrima che gli sfuggiva dall'occhio.
"Jungkook... Hyunbin è morto." La voce di Jimin tremava, ma c'era una determinazione che lo portava ad affrontare quel momento, nonostante fosse visibilmente devastato.
Jungkook, sorpreso dal dolore che il biondo stava rivelando, non sapeva cosa dire. La stanza, il silenzio, il peso della confidenza... tutto sembrava diventare insopportabile in quel momento.
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ꜱᴛᴀʀʙᴏʏꜱ
Fanfictionʀᴇᴠɪꜱɪᴏɴᴀᴛᴀ ᝰ.ᐟ ᴡᴀᴛᴛᴘᴀᴅ 2019 Per Jeon Jungkook, la vita scorre tra accordi distorti, birre calde e prove nel garage di un amico. Leader dei Starboys, band liceale con più attitudine che disciplina, ha imparato a stare al centro della scena senza ma...
