Jungkook avanzava lungo il corridoio come se fosse il suo regno. Il suo corpo, scolpito nei jeans di pelle e nel giaccone che sembrava disegnato per esaltare ogni muscolo, si muoveva con la consapevolezza di chi sa di essere osservato. E lo era. Le ragazze, i ragazzi, chiunque gli fosse intorno, non facevano altro che guardarlo, alcune voci sussurravano il suo nome con ammirazione, altre con pura adorazione. "Golden boy," lo chiamavano, e Jungkook ne era perfettamente consapevole. Sorrise a se stesso, quell'espressione perfetta e falsa che indossava come una maschera, riflesso del ruolo che sapeva giocare.
La sua vita sembrava la somma di tutte le aspettative che gli altri avevano su di lui. Era il tipo che sapeva farsi notare, che eccelleva in tutto ciò che toccava: il basket, il nuoto, l'arte contemporanea, ma soprattutto nella sua band. La Starboys. La sua band. L'unica vera passione che lo faceva sentire vivo, ma anche quella dove non riusciva a nascondere una certa insofferenza per tutto il resto. Gli altri lo vedevano come un dio greco, ma per lui era solo una maschera da indossare, uno strumento di cui fare uso per ottenere ciò che voleva.
Entrò nella mensa, un posto che odiava. La confusione, il rumore dei piatti, le voci dei compagni che sussurravano e ridevano. Ma ciò che lo turbava di più era l'atmosfera che si creava intorno a lui, come se tutti avessero gli occhi fissi su di lui, come se fosse l'unico a dover brillare. Si sedette in un angolo, come sempre, circondato da sguardi ammirati e invidiosi. Tutti, tranne uno.
Lì, nel mezzo della caotica scena scolastica, c'era Park Jimin. Il ragazzo, completamente assorto nei suoi libri, scriveva appunti con la massima concentrazione, ignorando l'attenzione che il resto della sala riponeva sul "golden boy". Un sorriso sornione si dipinse sulle labbra di Jungkook, un sorriso che celava una certa curiosità.
Si avvicinò con passo deciso, ma senza fretta, fermandosi davanti a Jimin. Bussò delicatamente sul tavolo, facendo sobbalzare il biondo.
"O-oh! Jungkook!" esclamò Jimin, alzando finalmente lo sguardo.
"Buongiorno a te, Minnie," rispose Jungkook, con una voce che per la prima volta sembrava più rilassata, più sincera. Jimin lo guardò, sorpreso dalla calma che emanava quel tono, un lato di Jungkook che non aveva mai visto prima.
Si sedette accanto a lui, facendo attenzione a non farlo sembrare troppo forzato, e alzò lo sguardo per vedere gli altri studenti osservare la scena con occhi pieni di stupore. Poteva sentire le voci, i commenti che cominciavano a circolare.
"Qualcosa non va?" chiese Jimin, guardandolo confuso.
"Come mai sei seduto qui? Insomma... qui con me?" Jimin aggiunse, evidentemente disorientato dalla situazione.
Jungkook lo fissò per un momento, poi sorrise. "Non posso? Mi fa piacere stare con te. Inoltre, avranno solo tanta invidia, ma non per me, per te. Sei troppo genuino per questi 'zodiconi'," disse, divertito dal termine che aveva appena inventato.
Jimin, seppur sorpreso, non poté fare a meno di sorridere, la sua risata che riempiva l'aria tra i due. Era una risata leggera, senza pretese, che fece sorridere anche Jungkook.
Poi il moro, con un gesto un po' imbarazzato, afferrò il suo zaino e ne estrasse un panino. "So che non gradisci la mensa, quindi... ecco qui," disse porgendolo al corvino .
"Non c'è bisogno, Jimin, davvero," rispose Jungkook, ma il biondo non si fece pregare.
"Prendi pure, a me non piace," disse insistente Jimin, come se fosse un'offerta che non poteva essere rifiutata.
Jungkook lo guardò, un po' sorpreso da quel gesto, ma alla fine accettò. Lo ringraziò con un piccolo sorriso, le guance che arrossivano impercettibilmente.
"Volevi dirmi qualcosa?" chiese Jimin, mettendo via i suoi libri e finalmente concentrandosi completamente su Jungkook.
Jungkook si prese un momento, come se volesse scegliere bene le parole. Poi, con una certa esitazione, finalmente parlò. "Ci ho pensato molto, credimi. E credo sia giusto così. Ti ho osservato attentamente, e credo che tu sia perfetto per entrare nella nostra band, la Starboys, come secondo cantante, al fianco di Jin e di tutti noi."
Le parole risuonarono nell'aria come un'offerta, un invito che Jungkook sentiva di dover fare, ma che lo metteva al contempo in una posizione vulnerabile. Non sapeva come Jimin avrebbe reagito, ma non poteva più tenerlo per sé. La band aveva bisogno di qualcuno come lui, e Jimin sembrava avere quel qualcosa in più che li avrebbe aiutati a crescere.
Jimin rimase immobile per un attimo, sorpreso, ma poi un'espressione curiosa si dipinse sul suo volto. "Ah..." fu tutto ciò che riuscì a dire, e Jungkook si sentì improvvisamente nervoso.
Non capiva se fosse per la sorpresa, per il peso della proposta o semplicemente perché stava iniziando a capire quanto potesse significare davvero questo legame. Ma, in quel momento, non riusciva a fermarsi. La decisione era presa, e l'invito era lanciato. Ora restava solo da vedere cosa sarebbe accaduto.

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𝑺𝑻𝑨𝑹𝑩𝑶𝒀
Fanfiction|REVISIONATA⚠️ Wattpad 2020 Nella routine tranquilla e prevedibile di Jeon Jungkook, leader e chitarrista della band liceale Starboys, una nuova figura irrompe nella sua vita. Park Jimin, un ragazzo apparentemente introverso e nerd, nasconde una pa...