NATASHA
Ero seduta sulla sabbia, sotto il sole pomeridiano, godendomi una rilassante giornata di luglio.
Sembrava una reunion tra supereroi, infatti erano in qualche modo venuti tutti.
Persino i guardiani della galassia erano presenti, seduti sui gradini della loro navicella, e la Valchiria era venuta solo per aggiornare Thor delle ultime notizie riguardanti Asgard.
Qualcuno giocava a pallavolo, i bambini erano tutti riuniti e costruivano dei castelli di sabbia. Insomma, l'atmosfera era perfetta.
Eppure c'era qualcosa che mi distraeva: Steve e Sharon che facevo le stesse cose che un tempo io e lui eravamo soliti a fare.
«Partita di pallavolo! Chi è dentro?» urlò Sam, con la palla in mano. «Nonnetto, pensi di unirti?»
Tony, sentendosi accusato, si alzò dalla sdraio e con delle mosse egocentriche si avvicinò ai ragazzi.
«Ti ridurrò in polvere.»
In poco tempo altre persone, tra cui Steve e Sharon, che apparentemente non lo lasciava da solo nemmeno un momento, si unirono a Tony e Sam e cominciarono la partita.
Sbuffai infastidita e gelosa, così mi alzai e feci un giro per la spiaggia per schiarirmi le idee.
«Uh... tutto ok?» chiese qualcuno dietro di me.
Dallo spavento e la sorpresa gli afferrai la mano e alzai il braccio sinistro con l'intento di dargli un pugno.
«Oh, Hope, sei solo tu...» sospirai, lasciandole il polso.
Mi scusai per il mio comportamento e le sorrisi, spiegandole che non c'era alcun problema.
«Non sembra... ce ne siamo accorti tutti, hai passato tutto il giorno a guardare Steve e Sharon... pensavo che voi due vi foste lasciati in buoni rapporti.»
«Si, è così. Infatti sto benissimo. Voglio prendere un cocktail, torna pure dagli altri.»Le sorrisi rassicurante e continuai a camminare, anche se sentivo i suoi occhi sul mio collo. Sapevo che stava ancora cercando di capire cosa fosse successo, ma quando mi girai se n'era andata.
Ordinai un Martini e mi allontanai dal bancone del bar per evitare di parlare con il barista, così che nessuno mi vedesse e non si insospettisse del mio strano atteggiamento.
Non volevo parlarne con nessuno, ma Steve mi mancava. E per la prima volta nella mia vita ero gelosa. Ero gelosa di Sharon, la ragazza che aveva la possibilità di avere una relazione con l'uomo più meraviglioso che avessi mai incontrato.
Avevo avuto la possibilità di vivere la vita che non pensavo di potere avere, ma con Steve le cose erano cambiate totalmente. Ero felice, quella volta davvero, ma avevo fallito.
Ripensavo a tutte le cose che erano andate male nella nostra relazione, quando sentii delle persone urlare dalla spiaggia e decisi di tornare dai miei amici.
«Chi ha vinto?» chiesi divertita, osservando Tony sdraiato sulla sabbia.
«Indovina un po'? Steve e la sua nuova ragazza sono imbattibili» sbuffò lui, infastidito. «La prossima volta porterò il ragazzino e vi faremo vedere.»Sorrisi e i miei occhi si incrociarono ancora una volta con quelli di Steve, così dovetti girarmi per evitare di sentirmi nostalgica e fare qualche gesto sbagliato.
«Ci vuoi dire cosa è successo tra te e Steve?» mi convinsero le ragazze, sedute sotto un paio di ombrelloni.
«Nulla. Ci eravamo messi insieme e ora ci siamo lasciati. Fine.»
«Ti rendi conto che hai guardato Steve tutto il pomeriggio e hai incenerito Sharon ogni volta che gli si avvicinava, vero?» scherzò Carol, bevendo dell'acqua.
«Oh, andiamo! Non è vero!»Continuarono a fare battutine, ma ero troppo occupata a pensare ad altro.
Improvvisamente qualcuno mi gettò dell'acqua congelata addosso, lavandomi da capo a piedi.
Mi girai con uno sguardo assassino e vidi Steve con in mano un secchio di plastica.
«Comincia a correre» sibilai, alzandomi e rincorrendolo sulla sabbia dorata.
Lui stava ridendo e correndo velocemente, ma riuscii a raggiungerlo e lo buttai nell'acqua, cominciando una battaglia a colpi di schizzi.
Stava per vincere con le sue forti braccia, ma gli saltai addosso e cademmo entrambi nell'alta acqua.
E dopo esserci bagnati ancora una volta, mi sembrava di rivivere un ricordo di qualche mese prima.
Era tutto uguale: noi che ci buttavamo nell'acqua e annaspavamo per respirare. Quella seconda volta, però, non mi prese in braccio, ma puntò lo sguardo su Sharon, che lo guardava in piedi accanto a Sam. Il suo sguardo poi si spostò su di me, così sentii tutta la gelosia che le ribolliva dentro.
Uscii imbarazzata dall'acqua e Gamora mi diede un asciugamano, che avvolsi intorno alla vita.
«Beh... quello è stato intenso» sussurrò Wanda. «E potrei avere controllato un paio di menti...»
«Wan!»
«Lei voleva decisamente ucciderti, era gelosa e credeva che ti fossi leggermente troppo sexy.»
«E come darle torto?» esclamò Pepper, sorridendomi.
«Lui era confuso, Nat. Gli manchi, ha pensato di lasciare Sharon per te. E ha ripensato anche lui a quel momento sulla spiaggia, se ti fa sentire meglio.»
«Hai controllato anche il mio pensiero!?»
«Uh... l'ho fatto per un'amica!»
«Non lo fare mai più, ti prego. È strano!»Lei ridacchiò e mi cinse le spalle con il braccio, tenendomi stretta a se.
Il mio telefono squillò e vidi il nome di Fury sul display, così risposi immediatamente.
«Romanoff? Ricordi dove si trova la chiave per questo amuleto?» chiese velocemente, nervoso.
«Si, certo. Perché?»
«Si è attivato. Dovete tornare nel passato. Se Hope e Scott sono li chiedete loro delle particelle. Viaggiate nel passato e portate quella chiave nel presente.»La chiamata finì ancora prima che potessi chiedergli altro, così dovetti alzarmi e correre da Tony per spiegargli l'accaduto.
«Hope, abbiamo un piccolo problema... credi che tuo padre ci possa dare delle particelle? È importante» la pregai, asciugandomi i capelli.
«Andiamo noi due» rispose, alzandosi.La seguii e insieme ci recammo da suo padre, Hank Pym, che si raccomandò di essere prudenti e di non scherzare con i viaggi nel tempo.
Poi la prima cosa che facemmo fu incontrare gli altri Avengers alla nuova base, ricostruita dopo la battaglia contro Thanos, per viaggiare nel tempo.
«Non possiamo partire tutti, e questa volta non voglio rischiare di morire. Scusatemi ma io passo» disse Tony.
Steve non si tirò indietro, e così fece anche Clint. Wanda voleva venire con me per tenermi sott'occhio, ma non glielo permisi.
I due salutarono i loro cari, mentre io mi isolai per un secondo. Sapevo in che momento della mia vita stavo per tornare, e sapevo il rischio che stavo correndo, ma ero pronta a rimettere in gioco tutto per salvare il mondo.
«Quando?»
«20 giugno 2003, Mosca» affermai, pronta per partire.
«Buona fortuna.»Venimmo risucchiati nel quantum, con obiettivo quella dannata chiave.
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Mistakes || Natasha Romanoff & Steve Rogers
FanfictionSEQUEL DI "THE FIRST TIME" - SI CONSIGLIA DI LEGGERE LA PRIMA STORIA PRIMA DI LEGGERE QUESTA [In REVISIONE] Poco prima di partire per una missione all'estero la storia d'amore tra Natasha e Steve giunse al capolinea. Lontana da New York, dagli Aven...