Capitolo 18

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Tornai all'appartamento di Natasha insieme a Wanda, che stava ancora pensando alla proposta di Fury.

«Aspetta un secondo, voglio cercare qualcosa in camera di Natasha» sorrise lei, cercando di sembrare quella forte tra di noi.

Scomparve nella stanza della ragazza scomparsa e sentii dei cassetti aprirsi e degli oggetti venire spostati, fino a quando tornò in soggiorno con una bustina in mano.

«Guarda qui» sospirò, mostrandomene il contenuto.

Era una polverina bianca che si sparse su un piattino di ceramica. Anche senza avvicinarmi avevo capito che si trattava di droga, ma non capivo come Natasha aveva delle sostanze stupefacenti nella sua stanza.

Wanda tornò nella camera per controllare se ci fosse altro, e riuscì a trovare una bottiglia di vodka finita e un foglio bianco e leggermente stropicciato.

Cara Yelena,
spero che tu stia bene. Non ci sentiamo da un po' ma so quanto sei impegnata con la mia nipotina, quindi non importa.
Vorrei solo farti sapere che la mia vita è in bilico. Non ci sono con la testa, sto impazzendo, il cervello mi sta esplodendo.
Ogni sera, quando Wanda è già a letto, esco di casa e mi drogo. E mi ubriaco. Un paio di volte ho perfino giocato alla roulette russa. Eppure sono ancora qui.
Ogni volta che premevo il grilletto speravo che il proiettile centrasse la mia tempia, ma sono sempre stata fortunata.
E quando facevo i mix di droga e alcol speravo di perdere i sensi e non svegliarmi più.
Non credo di spedirti questa lettera, come tutte le altre che ho scritto e che sono ancora nel cassetto.
Ti voglio bene sorellina,
Natasha

«Lei ha provato a suicidarsi?» mi disperai, mettendomi le mani tra i capelli e appoggiandomi sui gomiti.
«Ha anche detto che ne ha scritte altre e che sono nel cassetto ma in quale? Li ho controllati tutti e l'unica cosa che ho trovato è questo» sbuffò lei, cominciando ad aprire ogni mobile e cassetto che c'era in casa.

Uscì persino in balcone, dove finalmente vide una piccola rientranza nel muro, dietro alle piante che avevano esposto. In quel luogo trovammo delle altre lettere e delle altre bottiglie di vodka ancora sigillate.

Cara Yelena,
mi manca molto.
Non credevo che sarebbe potuto accadere, ma è successo e forse era inevitabile. Speravo solo che le cose andassero meglio tra di noi e che non finisse in modo così brusco.
Forse è colpa mia, non avrei dovuto chiedergli di cambiare una parte di se stesso che non piaceva a me.
Steve mi manca come l'aria. È passata una settimana e non riesco a non pensare a lui.
Per la prima volta nella mia vita avevo trovato una persona speciale e fantastica con cui passare la mia vita, ma ho rovinato tutto.
Non credo che la mia vita abbia un senso senza di lui. Mi completava, mi capiva con uno sguardo, mi tranquillizzava con un sorriso.
Wanda si sta svegliando e devo lasciarti, sappi che ti vorrò sempre bene,
Natasha

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Caro Steve,
non so se avrò mai la possibilità di farti leggere questa lettera.
Ora è notte, fa freddo, tu e Clint state dormendo e non posso fare a meno che sorridere mentre ti vedo appisolato accanto a me.
Domani non so se tornerò con voi a casa... anche se mi piacerebbe molto. Però qualcosa mi dice che devo ancora finire una cosa qui, anche se non so di cosa si tratti, e non posso farti rischiare tutto e farti venire con me.
Di tanto in tanto, di notte, ti penso. Penso a quanto avrei potuto dirti e a quanto avremmo potuto vivere insieme. Penso a quelle meravigliose mattinate passate a camminare mano nella mano per il bosco, sulla spiaggia o su qualche sentiero di montagna. Penso a quanto odiavo quando mi scompigliavi i capelli e a quanto ora tutto quello che vorrei è sentire la tua mano sulla mia testa, mentre la tua meravigliosa risata sovrasta la mia voce.
Quindi credo che sia ufficiale: mi manchi e ti amo.
Non ho mai smesso, anche quando avrei voluto, e credo che questo sia il più grande errore della mia vita.
Ora il sole sta risalendo e riprendendo il suo posto nel cielo, e forse dovrei risvegliarti, ma voglio avere più tempo per guardarti e pensare a noi, quindi ti lascerò dormire ancora un po'.
Per sempre tua,
Natasha.

Non riuscii a fermare le lacrime, che bagnarono leggermente la lettera che tenevo tra le mie mani.

La dovevo riportare indietro, per dirle che anche io la amavo e che non poteva lasciarmi da solo, così improvvisamente.

Mi alzai dal divanetto nella mia camera e andai a cercare Tony, per provare a convincerlo a farmi tornare indietro per cercarla.

Mistakes || Natasha Romanoff  & Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora