Capitolo 5

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NATASHA

Io e Wanda avevamo finalmente la possibilità di infiltrarci nella sede dell'HYDRA e trovare qualche informazione in più. Non volevo interrogare o rapire nessuno, avrei dato troppo nell'occhio e il mio nome era già ben noto, così io e Wanda ci nascondemmo nello stanzino del guardiano al primo piano.

Aspettammo qualche minuto, il tempo necessario per hackerare il sistema delle telecamere di sorveglianza e inserire un frame per confondere gli addetti.

Io e la mia amica uscimmo dal ripostiglio, stando ben attente a non farci riconoscere.

«Ok, io devo salire al quinto piano. Tu vai giù, ci incontriamo nel ripostiglio tra venti minuti.»

Io e Wanda ci dividemmo, così mi nascosi nel bagno e feci un buco circolare nella finestra.

Dopo un minuto di lavoro mi ritrovai a penzoloni fuori dall'edificio, attaccata ad una corda che arrivava all'ufficio di un agente.

Camminai stando ben attenta a mettere i piedi sulla parete esterna, bagnata per la pioggia che era caduta sulla città durante la notte.

Non era consigliato camminare su pareti bagnate, infatti persi l'equilibrio e rimasi a penzoloni sulla strada. Lentamente appoggiai di nuovo i piedi sulla superficie bagnata e ripresi a muovermi, questa volta più cautamente.

Una volta arrivata sul cornicione della finestra fui attenta a non farmi vedere dagli agenti che camminavano nel corridoio.

Una volta che tutti se ne furono andati feci un piccolo buco in una finestrella, così che passasse più inosservato, la aprii inserendo la mano nell'edificio e mi calai all'interno.

Riuscii ad ascoltare le conversazioni di due uomini, e riconobbi la voce di uno dei due. Era lui l'uomo della chiamata che avevo sentito, che aveva contattato l'uomo tedesco.

«I nostri migliori scienziati stanno cercando di capire come funziona, signore» disse un agente, dandogli dei fogli.
«Quanto ci metterà?»
«Dicono qualche giorno.»
«Noi non abbiamo qualche giorno! Dobbiamo attivarlo ora!» si arrabbiò il capo, dando un pugno alla sua scrivania.
«Vado a sollecitare» concluse l'agente, prima di uscire dall'ufficio.

Il capo, che era rimasto da solo nella grande sala, accese lo schermo che aveva di fronte. Apparve un altro uomo, che parlava inglese, così l'uomo francese inserì un traduttore nell'orecchio.

«Ho appena contattato Dominic. Arriverà a Londra presto» disse lui. «Sembrava molto arrabbiato quando gli ho parlato.»
«Come pensi di farlo funzionare?»
«Lo possiamo fare. I nostri scienziati sono i migliori, sono gli stessi che hanno fatto gli esperimenti sui gemelli.»
«Wanda, tutto ok?» sussurrai attraverso l'auricolare.
«Si, sono arrivata in laboratorio» rispose lei, senza aggiungere nient'altro.

Sgattaiolai fuori dal mio nascondiglio e raggiunsi la porta che conduceva sui corridoi esterni. Camminai stando ben attenta a non farmi vedere, con l'intento di introdurmi nella sala computer e copiare i file su una mia chiavetta, ma purtroppo era finita la pausa e gli agenti stavano tornando al lavoro.

Decisi di lasciare stare e uscii dalla stessa finestra da cui ero entrata, aspettando Wanda in un bar non troppo lontano da lì.

STEVE

«Cap, oggi verrà a trovarci Sharon» esclamò Tony, entrando nella sala.
«Quindi?»
«Ti chiederà di uscire, imbecille. Ora che sa che sei tornato in piazza non si lascerà scappare la possibilità» spiegò Clint, comparso dal nulla.
«E allora?»
«Dille di si. Devi toglierti Nat dalla testa» sospirò Thor.

Lo guardai intensamente negli occhi, cercando di capire se fosse serio o stesse scherzando.

«Sono passate solo due settimane! Non posso farle questo. Non sarebbe giusto per Natasha e nemmeno per Sharon, non voglio prenderla in giro e usarla solo per dimenticare la mia ex.»
«Le hai detto tu di andare avanti. Lei ci metterà del tempo, ma lo farà. E chissene frega di Sharon, quella ti bacia il culo da anni, sarà solo felice.»

Sospirai e appoggiai il giornale sul tavolino di vetro che si trovava in mezzo alla sala.

«Non lo so... e poi Sharon... non credo funzionerebbe più di tanto.»
«Andate ad un appuntamento, vedete come va e se non scatta la scintilla non la chiami più» alzò le spalle Clint con noncuranza. «Natasha è la mia migliore amica, non te lo consiglierei se non fossi d'accordo anche io.»

In quel momento le porte dell'ascensore si aprirono e vidi la bionda con delle carte in mano.

«Ciao ragazzi... ciao Steve» sorrise, entrando nella sala.
«Hey Shar» dissi con poca convinzione.

Non ero sicuro che quello sarebbe stato un piano intelligente. Io e Natasha non stavamo più insieme, ma mi sembrava prematuro uscire con un'altra ragazza.

Sharon fece ciò che doveva, lasciare dei file e cercare delle altre cose sui nostri computer, le solite burocrazie, e quando finì si girò verso di noi.

«Ho due biglietti per i Knicks stasera, uno di voi vuole venire?» chiese, lanciandomi un'occhiata.

Voleva che io andassi con lui e aspettava la mia risposta, che non arrivò. O meglio, non da me.

«Stasera ho promesso a Laura che sarei andato ad uno spettacolo, solo noi due. Thor, tu non devi tornare su Asgard?»
«Si, certo. Devo sistemare un paio di faccende.»
«Io ho da lavorare su Mark 95, ma sono sicuro che Steve non ha nulla da fare» rispose Tony, dandomi una pacca sulla spalla.
«Si, in effetti sono libero. Passo a prenderti alle otto?»

Lei uscì e mi salutò con la mano prima che le porte dell'ascensore la fecero scomparire.

«Visto? È stato facile» rise Thor.
«Me la pagherete.»

///

Quella sera uscii con Sharon e andammo alla partita, che si concluse con una vittoria schiacciante della squadra newyorkese.

«Quindi Wanda e Vision continueranno ad avere una relazione, giusto? Anche a distanza» si assicurò lei,  mangiando con gusto il suo cono di gelato.
«Già. Partirà tra qualche ora per andare a Londra, spera di farle una sorpresa gradita» annuii, con le mani nelle tasche.

Ormai eravamo arrivati davanti al suo appartamento, così mi fermai e le sorrisi.

«Credi di richiamarmi o...? Non vorrei sprecare il mio tempo e aspettare una chiamata che non arriverà mai» disse spicciata, cercando le chiavi in borsa.

In quel momento dovetti fare un'analisi profonda di quello che stavo passando. Potevo scegliere di dimenticare ufficialmente Natasha o rimanere ancorato al passato.

Mi sembrava di rivivere lo stesso che avevo passato con Peggy. Avevo deciso di non dimenticarla, avevo il cuore negli anni quaranta e non mi ero accorto di Natasha.

Era stato un errore non andare avanti, ma ciò mi ricordava soltanto che Natasha era stata un'importante capitolo della mia vita.

Ma come tutti i capitoli dei libri, prima o poi finiscono.

«Si, ti chiamerò. Non credevo che fosse possibile, ma mi sono veramente divertito stasera» sorrisi, dandole un bacio sulla guancia.

Prima che potessi allontanarmi dal suo viso lei mi baciò passionalmente, mettendomi le braccia intorno al collo.

«Ci sentiamo domani.»

Mistakes || Natasha Romanoff  & Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora