Intro

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"Hongie, io vado. Ci vediamo domani!"

Sospirò non potendo fare altro a quella frase e forzò un sorriso mentre si avvicinava a lei per salutarla con un dolce bacio sulle labbra come faceva ogni volta.
Ogni sera Seoyun si preparava per uscire ed Hongjoong era costretto ad andare a dormire da solo; ormai ci aveva fatto l'abitudine.
A volte diceva che era impegnata col lavoro, altre volte che andava a trovare la famiglia e quando usciva il pomeriggio diceva che si incontrava con la sua migliore amica, ma chissà per quale assurdo motivo il ragazzo non si sentiva in pace. C'era qualcosa che gli nascondeva e questo era poco ma sicuro.
Anche i suoi amici gliel'avevano detto molte volte ma aveva sempre cercato di non dar loro ragione apertamente, nonostante fosse ciò che pensava anche lui.

"Arriverà mai la notte in cui staremo insieme?" domandò il ragazzo dai capelli neri, rivolgendo un piccolo broncio all'altra figura in piedi e sull'uscio della porta, pronta a scomparire una volta che Hongjoong l'avrebbe lasciata andare.
Seoyun gli accarezzò una guancia con la dolcezza di cui era solita, inclinò la testa e si abbassò verso di lui, dal momento che la sua statura era leggermente più piccola di quella della ragazza.

"Prima o poi sicuramente arriverà. Ti prometto che farò il possibile."

Si guardarono negli occhi ed Hongjoong non ebbe la forza di ribattere. Era troppo innamorato di lei e probabilmente lo era fin troppo, dal momento che le lasciava fare qualsiasi cosa volesse senza neanche un minimo di spiegazione.
Lui non era mai stato un ragazzo geloso della propria metà, si fidava di Seoyun, ma nell'ultimo periodo lei si comportava in modo troppo strano per far sì che andasse solo a lavoro la sera – il che ci stava benissimo, dal momento che faceva l'infermiera e i turni di notte erano all'ordine del giorno.
Ma le visite ai genitori? Sì, ci potevano stare ma non tutti i giorni e stessa cosa con la sua amica.
Hongjoong si sentiva escluso e messo da parte dall'unica persona che amava da impazzire.

"Ti amo Seoyun" mormorò mentre continuava a guardarla con i suoi occhioni in grado di trasmettere tutto l'amore possibile di questo mondo.
Lei continuò a sorridergli, gli fece un'altra carezza su uno zigomo e gli stampò un altro bacetto sulle labbra prima di stringersi nel giubbotto enorme che indossava.

"Ti amo anch'io, Hongie."

Amava quando lo chiamava così, quel nomignolo era in grado di farlo calmare da qualunque paranoia o sentimento negativo che provava o gli passava velocemente in testa. Questo Seoyun lo sapeva così bene che era consapevole del fatto che le avrebbe sempre e solo portato un grande vantaggio nella loro relazione.

[...]

Il soffitto celeste della camera sembrava molto interessante quella sera ed Hongjoong se ne accorse solo in quel momento, nonostante avesse passato tutte le altre notti precedenti, fissando le pareti attorno a sé.
Si chiedeva cosa sarebbe successo se avesse fatto un buco su di esso proprio sopra al letto, così che si sarebbe potuto affacciare la notte per vedere il cielo e le stelle.
Sarebbe stata un'idea geniale, se solo fosse stata meno complicata da realizzare; sicuramente gli ci sarebbe voluto l'aiuto di un architetto e un ingegnere cosicché gli avrebbero potuto montare una finestra come più preferiva.
Hongjoong era sempre stato innamorato dell'astrologia, lui pensava che due persone fossero compatibili a seconda del segno zodiacale ed era così infatti che aveva deciso di mettere la propria vita nelle mani di Seoyun. Lei era perfetta e i loro segni si intrecciavano benissimo insieme, infatti fino a quell'ultimo periodo avevano sempre vissuto in completa armonia, senza alcun litigio o discussione e ciò era un bene... no?
In ogni caso quella finestra l'avrebbe fatta costruire anche se a lei non sarebbe andato bene; se non c'era mai in casa, qualcuno doveva pur prendersi cura di quest'ultima, e se Hongjoong volva togliersi lo sfizio di poter guardare le stelle steso sul letto la notte, lo avrebbe fatto anche senza il consenso della sua fidanzata.
Quando si accorse che il suo telefono stava vibrando sul comodino decise di accantonare temporaneamente quell'idea e si concentrò sul nome della persona che lo stava chiamando: il signor Lee, nonché suo capo.

A prova di indagine || seongjoongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora