Ryco

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Appena ebbero un momento da soli, Danae decise di prendere da parte l'amico incuriosita dalle sue capacità che fino ad allora aveva tenuto nascoste. Iniziarono a camminare per le rive del lago.

«E quindi ho affianco a me "l'arciere più bravo di tutto il Popolo del Lago" eh?» chiese sorridendo e scimmiottando ciò che il ragazzo le aveva detto poco prima.

«Sei davvero così stupita?» rispose ricambiando il sorriso.

«Direi di sì, ci conosciamo da tanto e mai mi avevi parlato di queste tue capacità.. Come mai?»

«Non ne ho mai avuto l'occasione, quando mai sarebbe servito parlarti di tutto questo? Insomma fino a pochi giorni fa il mio unico scopo era pescare, stare di guardia o girare il lago in barca.. Non avrei mai pensato di poter ritrovarmi ancora una volta un arco tra le mani..»

«Te l'ha insegnato il tuo popolo? Azgeda?»

Ryco rimase in silenzio.

«Che c'è? Ho detto qualcosa che non va?»

«No Danae, tranquilla.. E' solo che.. Non ripenso al mio passato da tanto..»

«Lo so, posso capirti.. Fino a poco fa anche io pensavo di aver definitivamente chiuso con ciò che era la mia vita precedente, e invece eccomi qui pronta a lottare come successe molto tempo fa, con pensieri passati e persone che ritornano alla mente.. Questo perché, credo proprio che certe cose non possono essere dimenticate. E' grazie a tutto questo che siamo le persone che siamo adesso.»

«Tu perché hai avuto questi pensieri alla mente?»

«Non ci provare Ryco, stiamo parlando di te adesso» disse puntandogli un dito nel petto «Parla con me..»

Il ragazzo sospirò e poco dopo iniziò a parlare.

«Il popolo del Ghiaccio è conosciuto dal resto dei Clan della Coalizione dei terrestri per la loro capacità di resistere al freddo, per il loro talento nello spionaggio.. ma è conosciuto soprattutto per la loro crudeltà.»
«Loro addestrano i bambini sin dai loro primi anni di vita, li allontanano dai loro affetti per poterli crescere a loro piacimento sotto lo sguardo severo dei loro comandanti. Mostrano loro le più grandi crudeltà della natura per farli crescere "forti", così dicono.. Sin da subito ci hanno mostrato come cacciavano gli animali e, a volte, anche come uccidevano le persone. Poi iniziarono ad allenarci con le armi, tra spade, asce, coltelli e archi. Io con quest'ultimo ero molto bravo, e all'inizio era pure divertente insomma, era quasi come un gioco per me. Poi però iniziarono a farceli usare contro gli animali e infine contro dei loro prigionieri, e lì il divertimento finì presto.. Accidenti, eravamo solo dei bambini..»   

Danae posò la sua mano sul braccio del ragazzo. Ryco continuò..

«E la cosa peggiore è che, con quegli stessi bambini con i quali ogni giorno mi svegliavo la mattina, con i quali mi confrontavo nei momenti più tristi e bui, quelli che dopo tanti anni ormai erano diventati la mia nuova famiglia.. Alla fine dell'addestramento tu dovevi combatterli.»

Danae riuscì ad intravedere una lacrima uscire dagli occhi del ragazzo.

«Ryco se fa troppo male ripensare al passato.. Insomma non sei costretto a parlarne con me..»

«No Danae, penso che liberarmi di questo peso sia più che giusto.. ed è ancora più giusto parlarne con te.» la interruppe subito. Così continuò..

«Non è stato facile, per niente. Era già dolorosa l'idea di uccidere dei prigionieri, ma uccidere i tuoi compagni di vita era ancora peggio, soprattutto a quell'età. All'inizio mi sono rifiutato di combattere ma i nostri comandanti ci obbligavano minacciandoci e facendoci del male, così dopo aver cercato di sfuggire ogni colpo del mio avversario, ho dovuto reagire.. Danae ho dovuto combattere.. Ho dovuto uccidere per non essere ucciso..»

«Ryco chiunque avrebbe fatto la stessa cosa, non è colpa tua! Loro sono dei mostri a permettere queste crudeltà!»

«Ho ucciso tutti i miei compagni.. Li ho uccisi con le mie frecce e con le mie stesse mani.. E quando pensavo fosse finalmente finita, colui che mi aveva allenato per tutti quegli anni mi portò davanti alla Regina di Azgeda, presentandomi come "il vincitore del distretto 7 della squadra di addestramento".»
«Lì scoprii che c'erano altri distretti di allenamento oltre al mio, c'erano altri ragazzini nella mia stessa situazione e che in quel preciso istante stavano cercando di uccidersi tra di loro. Non era finito un bel niente, quello era solo l'inizio, avrei dovuto combattere ancora e ancora. E così feci, nel corso degli anni a seguire.»

«E poi che è successo?»

«E poi è successo che un giorno mi trovai a dover affrontare una persona che conoscevo.. Mi ritrovai davanti un ragazzo che aveva i miei stessi occhi e i miei stessi tratti del viso. Avrei dovuto combattere contro mio fratello.»

«Tuo - tuo fratello?» chiese stupita la ragazza.

«Già. Non ne ho mai parlato con nessuno.. Era mio fratello di qualche anno più grande.. Mi ricordo che ci presero insieme quel giorno quando ci portarono via dalla nostra famiglia. Io avevo solo 7 anni, lui 10. Decisero di dividerci per non avere legami familiari durante l'addestramento, e io da quel giorno non lo rividi più.. fino a quel momento. Dopo ben dieci anni decisero di farci combattere l'uno contro l'altro.»
«In quell'istante non capii più nulla, avevo un vortice di emozioni dentro al petto.. Era mio fratello e io non avrei mai potuto combattere contro di lui, e speravo che per lui valesse la stessa cosa..»

«E invece..?»

«E invece lui in pochi secondi si precipitò verso di me con la sua spada, aveva gli occhi spietati di sangue, non lo riconobbi più..»

«E' terribile..»

«Io non avrei mai potuto ucciderlo. Così cercai di evitare i suoi colpi, difendendomi con quel che potevo, raccolsi l'arco che mi era stato dato per la lotta e fuggii dal campo di combattimento, corsi il più veloce possibile ma lui continuava a starmi dietro.. così per mettere un po' di distanza tra di noi ho dovuto scagliargli una freccia contro, lo presi volontariamente nel braccio solo per farlo rallentare e ci riuscii. Molte guardie di Azgeda iniziarono a rincorrermi perché avevano capito che le mie intenzioni erano quelle di fuggire da lì, e grazie ai miei anni di allenamento ero molto più veloce di loro e non mi raggiunsero mai.»

«E poi sei arrivato qui giusto?»

«Beh non esattamente.. Prima di arrivare qui passai da molti altri villaggi.. Trikru, Trishanakru, Sangedakru.. Tutti alla vista dei miei simboli sul viso mi cacciarono via o addirittura mi imprigionarono, pensando che potessi essere una spia di azgeda. Fortunatamente riuscii sempre a cavarmela, uscendone sempre con con qualche cicatrice in più.. e un giorno, mentre stavo raccogliendo le mie forze su una di queste rive del lago, Lia mi trovò. E da quel momento in poi è iniziata la mia nuova vita qui, ma penso che questa parte di storia tu possa immaginarla.. Accidenti, tu mi avevi semplicemente chiesto da dove provenissero le mie abilità con l'arco e invece siamo qui a commiserare il mio schifoso passato..»

«Ryco non pensarle nemmeno queste cose. Penso tu non potessi farmi regalo più grande di questo, ti sei fidato di me raccontandomi del tuo passato e di tutte le torture che hai dovuto subire e non sai quanto io sia fiera di te.»

«Fiera di me? Ho ucciso per stare ai loro giochi di addestramento!» quasi urlò.

«Eri un bambino! Hai fatto tutto ciò che potevi fare pur di sopravvivere e quando ti sei accorto che avresti potuto toccare il fondo con qualche azione di troppo hai deciso di fuggire! Hai deciso di cambiare, hai mostrato loro che tu sei sempre stato diverso, che tu non sei un mostro come tutti coloro che hanno permesso queste atrocità! Ecco perché sono fiera di te!»

Ryco non lasciò finire di parlare la ragazza e la baciò.

«Beh adesso abbiamo un altro bacio di cui parlare quando tutto questo sarà finito..» sussurrò il ragazzo sorridendo.
Anche Danae sorrise.

«Ragazzi miei, ci stiamo riunendo per cenare..» li interruppe la voce delicata di Lia.

Danae e Ryco iniziarono a ridere imbarazzati e seguirono insieme la donna.. Dopo una giornata intensa come quella una bella cena calda ci stava alla perfezione.



Be brave, princess | Bellamy BlakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora