Capitolo 8

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Passo tutta la nottata in dormiveglia per via dei pensieri che mi martellano il cervello,sono stanca morta
Finalmente si fanno le 7 cosi decido di alzarmi e darmi una sistemata anche se non ho nulla da indossare visto che i miei vestiti sono rimasti a casa di quel bastardo
So che Chiara ha raccontato tutto e ieri sono passati di nuovo i carabinieri per sentire la mia versione quindi dovrebbero andare a prendere tutte le nostre cose a breve
Provo ad alzarmi dal letto,anche se con fatica visti i dolori e la stanchezza,e vado in bagno
Mi lavo la faccia,sciacquo i denti e provo a sistemare i capelli in qualche modo
Iniziano a venirmi dei giramenti di testa che mi costringono a sedermi immediatamente
Nel frattempo entra il dottore in camera
"Elena sei sveglia,come stai?"
"Mi gira infinitamente la testa"
"È normale,sei stata sdraiata da quando hai avuto l'incidente ad adesso.Prima che vai via ti do delle pillole che ti aiuteranno"
"Grazie mille"
"Ci sono le guardie qui fuori con la divisa che dovrai indossare visto che ti mancano i vestiti"
"Quando andranno a prenderli?"
"Stanno già pensando a questo"
"Va bene,comunque sono pronta per vestirmi"
Il dottore si fa passare la divisa dalle guardie e me la porge
Una volta uscito indosso quello stupido completo insieme alle scarpe e prendo le stampelle per camminare meglio
Quando apro la porta ci sono già i due uomini che sono venuti ieri insieme a Chiara
"Signorina è pronta?"
Annuisco e mi appoggio alla porta,non sono abituata a tenere le stampelle e ringrazio di non avere nulla di rotto
"Io mi chiamo Massimo e lui si chiama Lino,adesso ti porteremo nel carcere in cui dovrai stare momentaneamente,poi con il processo si vedrà se dovrai rimanere li o spostarti"
"La ragazza che avete portato qui è nello stesso posto?"chiedo sperando con tutto il
cuore in un si
"Si,anche lei sta li"
Inizio a stare più rilassata adesso
"I miei genitori sono già arrivati?"
"Non ancora,hanno mandato solamente l'avvocato ma saranno qui a breve"
Per fortuna sono molto gentili e non devo pregarli per sapere le cose
Passo tutto il tragitto in macchina con le gambe appoggiate al sedile per il dolore e le manette ai polsi che mi danno un fastidio tremendo
Dopo una mezz'oretta siamo arrivati in questo istituto penitenziario minorile che da quanto ho capito si trova a Nisida
Prima di varcare il cancello dobbiamo aspettare un uomo sulla sessantina chiamato Gennaro che ci apra
"Buongiorno comandà"urla questo signore
Il comandante si limita a fare un cenno con il capo e prosegue per parcheggiare
Dopo aver parcheggiato devo aspettare loro che mi aiutino a scendere
"Allora Elena,ci siamo?"
"Si,mi fanno un po male le gambe"
"Se vuoi ti faccio dare una sedia a rotelle cosi eviti di camminare"
"Se la sedia a rotelle ci velocizza va bene"
Il comandante fa segno a Lino per fargli andare a prendere la sedia e quest'ultimo esegue l'ordine
"Come mai questa premura?"
"La mia amica è finita qui dentro per colpa mia e mi sembra giusto raggiungerla il prima possibile"rispondo scrutando bene il posto
Mi piace come edificio,le finestre affacciano sul mare e possono darti un senso di tranquillità ma allo stesso tempo di tristezza visto che non puoi raggiungerlo
Lino torna con la sedia rotelle e Massimo mi aiuta a sedermi spingendomi poi verso l'entrata
Appena entri c'è subito un grande cortile con un campo da calcio e dei ragazzi al suo interno
Noto che i ragazzi appena vedono entrare noi tre si girano immediatamente e sono veramente tanti ma l'unica che sto cercando non c'è
La maggior parte sono intenti a giocare a pallone ma la mia attenzione viene attirata da un gruppetto seduto in disparte
Sono 5 ragazzi seduti in una panchina con aria "spocchiosa" come per far capire che comandano
Uno in particolare mi sfida con gli occhi mentre fuma e non smette di guardarmi nemmeno mentre mi allontano,io continuo a tenere lo sguardo su di lui per far capire che non mi spaventa
Entriamo in questo edificio e saliamo al secondo piano dove c'è l'ufficio della direttrice
Ha tutto un'aria cosi fredda
Massimo bussa alla porta e la donna che ci sta dentro da il permesso per entrare
"Direttrì ho portato la ragazza che sarebbe dovuta arrivare ieri"
"Si grazie,adesso ci penserò io e poi la farò riaccompagnare da Liz in cella"
Massimo mi spinge fino alla scrivania della direttrice,mi fa una carezza sulla nuca per salutarmi ed esce
"Allora,Elena Provenzano giusto?Figlia del Boss Provenzano che appartiene al clan dei Corleonesi.La tua amica è arrivata ieri ed abbiamo già parlato,penso tu sappia già come funziona in un carcere visti i trascorsi di tuo padre quindi credo sia inutile dilungarmi.Comportati bene e ti sarà permesso tutto ciò che meriti,per il resto ne parleremo domani insieme al tuo avvocato,ti vedo stanca"
"Chiara dove sta?"
"Non sarete nella stessa cella"
"Eh perché?"inizio ad agitarmi adesso,è stata tre ore a dettare leggi e adesso mi vieta anche questo...sto esaurendo la pazienza!
"Beh forse perchè avete commesso lo stesso reato e vorrei evitare che creiate una versione uguale da esporre quando dovrete testimoniare?"
"Stronzate"
"Liz puoi accompagnarla in cella"
"Quindi non potrò vederla?"
"La vedrai domani quando ci saranno i vostri avvocati"
Nemmeno le rispondo,sono già stanca di sentirla parlare
Non vedo l'ora di arrivare in questa cella e mettermi a letto
Dopo essere uscite dall'ascensore superiamo un lungo corridoio che dovrebbe condurmi nella mia cella
Questo mi da modo di controllare tutte le altre e cercare di trovarci Chiara in qualcuna di queste,ma nulla
All'improvviso Liz si ferma davanti a una cella,la apre e mi spinge dentro
"Allora questa è la tua cella adesso,vuoi che ti aiuto a sistemarti?"
"No sto bene cosi,grazie"
Detto questo mi saluta ed esce richiudendo la
porta,senza però infermarla
La stanza è abbastanza piccolina,c'è un letto a castello nel centro e una scrivania davanti la
finestra,mentre di lato a sinistra c'è una porta per entrare in bagno
Mi avvicino alla finestra per guardare il
mare ed avevo ragione quando dicevo che ti da un senso di tranquillità,questa vista mi potrà aiutare in molti momenti di sconforto
"E tu saresti?" mi chiede una voce femminile dietro di me
Mi giro per risponderle e la trovo all'entrata con le braccia conserte che aspetta una mia risposta
"Sono arrivata oggi"le rispondo molto educatamente
"Come mai sei qui?"
"Lunga storia"rispondo avvicinandomi al letto per potermi sedere,sono stanca e non ho voglia di raccontare gli affari miei ad una sconosciuta
"Vabbuò,io comunque mi chiamo Silvia"
"Elena"
"Bel nome,sei molto carina"
"Grazie,comunque sai di una certa "Chiara Bagarella"?"
"La ragazza che ha ucciso uno dei Di Lauro sabato?"
Non sapevo chi fossero questi "Di Lauro" ma riflettendoci è successo tutto sabato
La ragazza nota la mia faccia abbastanza sconvolta
"Non mi dire che tu sei la sua amica che ha ucciso l'altro Di Lauro"
"Sono io"le rispondo abbassando lo sguardo
"Vuoi sapere in che cella è la tua amica?"
Annuisco velocemente dopo questa domanda
"Non lo so ancora ma se vuoi posso informarmi"
"Mi faresti un favore enorme"
"Ci provo domani"
"Grazie mille"
Dopo questa conversazione la ragazza esce dalla cella e io ne approfitto per riposare un pò il cervello,spero la trovi ho bisogno di vederla

|Se non è destino questo|•Ciro Ricci•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora