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Aprii gli occhi.
Ero ancora sul divano e le forze stavano cominciando pian piano a farsi vive.
Felix era di fianco a me ad aspettare preoccupato che mi risvegliassi mentre guardava altrove.
"Hey..." dissi debolmente per attirare la sua attenzione.
"Miyon, Dio" si accasciò su di me e mi abbracciò.
"È sveglia?" chiese colui che sembrava essere Minho.
Felix non rispose e il ragazzo si avvicinò, era proprio Minho.
Lo guardai insistentemente nel frattempo che Felix si allontanava e mi accorsi di un piccolo livido verdastro sul suo zigomo perfetto.
"M-Minho...Scusami..."
Nascosi il mio viso con le mani e cominciai ad avere silenziosi singhiozzi di pianto.
"Non scusarti, sto bene. Ti ho giudicata male, scusami tu..." disse mentre spostava le mie mani dal volto per mostrarmi un sorriso.
Anche io lo avevo giudicato male.
Lo avevo criticato davvero tanto e senza darmi il tempo di capirlo.
Era stato davvero un stronzo, ma mi aveva protetta.
"Jeongin, Miyon è sveglia"
Lui non se lo fece ripetere due volte e corse da noi per abbracciarmi.
Non era come l'abbraccio che mi aveva dato Felix poco prima, c'era di più che semplice affetto e preoccupazione.
Ricambiai l'abbraccio e sentii la mia spalla inumidirsi piano piano, dettaglio che mi fece arrivare ad una conclusione: stava piangendo.
Mi azzardai a mettere la mano tra i suoi capelli e cominciai a giocare con essi.
"Potevo perderti, sei proprio stupida!" confessò tra le lacrime.
"Jeongin, ero solo andata al negozio di ramen, n-non sapevo che..." piansi anche io.
"Hey calmati...È tutto okay..." disse Minho vedendomi così agitata.
"Scusami tanto Minho, ti ho giudicato davvero tanto male, ora hai un livido per colpa mia...Da quando sono qui non faccio altro che dare problemi..." provai a dire tra un singhiozzo e l'altro.
"Non è la prima volta che è violento con te, vero?"
Guardai Felix in silenzio, senza parlare.
Mi sentivo umiliata, privata della vita che avrei voluto.
L'unica risposta che diedi fu un movimento del capo, da destra verso sinistra, da sinistra verso destra.
"E non lo hai mai denunciato?!" ringhiò.
"Insomma, chi era quello squilibrato?!" intervenì Minho.
"Il mio ra-","No Miyon, non te lo lascerò fare, era il tuo ragazzo." disse Felix.
Jeongin si tirò su e mi guardò con occhi confusi.
"Felix non capisci...Ho p-provato tante volte a lasciarlo, ma n-non me lo per-rmette..."
I tre ragazzi si lanciarono sguardi come frecce e parve che tutti loro pensassero una cosa sola.
"Che vuol dire che non te lo permette?" chiese Minho sempre più voglioso di sapere ogni dettaglio.
Mi coprii nuovamente gli occhi con le mani, abitudine che avevo sin da piccola di quando ero troppo distrutta per rispondere.
Jeongin mi guardò con sguardo preoccupato e mi fece una leggera carezza sulla guancia, umida a causa delle lacrime.
Nel giro di pochi minuti tutti gli otto ragazzi erano attorno a me, a farmi domande su domande, Chan però era rimasto in silenzio, non aveva professato parola.
Quando ormai mi ero ripresa del tutto mi misi a sedere e lo richiamai.
"Chan, che succede?","Miyon...Stamattina ti avevo detto che con noi al tuo fianco non avresti dovuto aver paura...Ora ti è successo questo..."
Stavo danneggiando tutti lì dentro.
Avevo riaperto le cicatrici di Jeongin, Minho aveva litigato con Chan e aveva un livido per colpa mia e Felix si era messo contro un suo amico per difendermi.
Avevo portato con me tutta la mia negatività e la stavo passando agli altri.
Mi alzai per andare da Chan e lo abbracciai talmente forte da poterlo strozzare.
"Non è colpa tua, non colpevolizzarti..."
Senza volerlo diedi inizio ad un abbraccio di gruppo a cui lentamente si aggiunsero tutti.
"Ragazzi, posso chiedervi un favore?"
I ragazzi annuirono e io esposi la mia proposta,"Voglio lasciare Namju...Ci ho provato molte volte, ma sa sempre dove mi trovo per colpa del GPS. So che vi sto chiedendo troppo, ma potreste non lasciarmi più da sola? Magari potrei venire con voi agli allenamenti, anche quando non ne ho bisogno..."
"Certo, non sarà un problema" disse Jisung con innocenza mentre guardava gli altri per approvazione.
"Miyon ora però dovresti smettere di piangere" disse Hyunjin, ricordandomi che non potevo piangere per tutto il pomeriggio.
"Comunque mi piacerebbe far fuori quel cretino, quando il prossimo round?" scherzò Hyunjin,"Vengo prima io!" disse Jeongin. Chan diede loro una gomitata per indicargli di fare attenzione a cosa dicevano.
"Scusatemi se sono un peso..." ammisi vergognandomi.
"Ma figurati! Seungmin pesa almeno il triplo di te, non sentirti grassa baby!","Hey Jisung! Sei tu quello obeso del gruppo!!"
Mi scappò una piccola risatina e smisi di pensare alle mie paranoie.
Felix sussurrò qualcosa a Jeongin e lo fece ridere, quest'ultimo si avvicinò a me e con ancora un sorriso da ebete stampato in faccia disse "Scusami amore".
Mi prese in braccio con facilità strabiliante e diventai un mix tra un sacco di patate e un pesce che si dimena dopo esser stato pescato.
Felix corse in cucina e Jeongin lo seguì con me sulle spalle, poi il più grande prese dall'interno di una busta della spesa una confezione di pollo arrosto d'asporto.
I miei occhi si illuminarono mentre i ragazzi se la stavano ancora ridendo sotto ai baffi, afferrai il pollo e corsi da Seungmin e Hyunjin, li afferrai dalle estremità delle loro maglie e li tirai nella nostra stanza.
Seungmin mi guardò confuso, quindi gli mostrai il contenuto della confezione.
Inutile dire che mangiammo come maiali, l'unica differenza era che non avevo pulito tutto da sola, stavo insegnando ai miei due compagni come non lasciare rivoluzione in ogni angolo del dormitorio.
Buttai l'ultimo residuo di pollo nella spazzatura e mi trovai in cucina con Jeongin.
"Ehilà Innie" dissi con tono scherzoso, ma il ragazzo non mi rispose.
"Che fai, mi ignori?" continuai, ma ebbi lo stesso risultato.
Mi avvicinai a lui, piantandomi esattamente davanti ai suoi occhi, a braccia incrociate.
"Non pensare che il fatto che tu sia più alto di me di una decina di centimetri mi spaventi" aspettai una risposta, ma niente.
"Perché mi parli? Noi abbiamo ancora un litigio in sospeso" disse lui facendo l'altezzoso.
"Ah, capisco. D'accordo, che aspetti a chiedermi scusa?" stetti al gioco.
Lui rise e mi abbracciò,"Ma stai zitta, stupida bambina!"
Gli pestai un piede,"Prima che arrivassi io eri tu il più piccolo del gruppo, idiota!" e lui per pareggiare mi strizzò le guance,"Aww ma guarda che carina che sei Miyon, hai proprio delle belle guanciotte!" disse per farmi innervosire.
"Jeongin, non ti mancano i tuoi genitori?" dissi di punto in bianco,"A tutti noi mancano, non credo ci sia qualcosa di male in questo..." rispose.
Se mancavano a loro sicuramente sarebbero mancati anche a me e non avrei potuto farci niente, non abitare con la propria famiglia alla nostra età poteva essere davvero difficile, ma in fondo era stata una nostra scelta, quindi andava bene così.
"Però ci sei tu, quindi al momento non mi manca niente. Se dovessi mancare tu, mi mancherebbe tutto, per questo prima, anche se potrebbe sembrarti esagerato, ho pianto un pochino. Miyon, vali più di quanto pensi per me, ricordatelo"

Heart way || Yang JeonginDove le storie prendono vita. Scoprilo ora