La Superbia vacilla

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«Quindi lei mi assicura di aver letto tutti i libri presenti in questa sala?» mi chiede incalzante. Scuoto la testa in risposta. «Immaginavo, non è abbastanza intelligente per farlo»

«Dubito che anche lei lo abbia fatto» dico aggrottando le sopracciglia, non capendo la sua risposta.

«Oh certo che l'ho fatto. Sono troppo bravo e migliore di te per farlo» dice con un sorriso, prendendo un libro appoggiato su un comodino.

«E' impossibile che lo abbia fatto» scuoto la testa.

«Perché dubita delle mie capacità?» chiede, guardandomi infastidito.

«Perché è impossibile che a lei possano piacere tutti i libri della Terra. Ognuno ha le sue preferenze, ognuno ha il genere di libro che legge più volentieri e quelli che invece proprio non riesce perché l'attenzione gli cala. Una persona che legge, come dice lei, dovrebbe sapere queste cose» dico e quando vedo la sua espressione cambiare, capendo di essere stato colto in flagrante, faccio un piccolo sorriso soddisfatta. «Smetta di sentirsi tanto superiore solo per meriti così piccoli. Ci sarà sempre qualcuno migliore di qualcun altro»

«Non credi di star facendo un po' troppo la saccente ragazzina?» chiede la Superbia, visibilmente infastidito. Tuttavia sembra voler nascondere il suo umore dietro quel libro, che legge tanto interessato.

«Sto solo dicendo la mia opinione. E' lei a prenderla tanto sul personale. Che farà ora, si vanterà di qualcos'altro, sminuendomi per sentirsi rallegrato e per mettere apposto la sua sporca coscienza?» chiedo alzandomi dalla poltrona, mantenendo tuttavia un tono di voce calmo. 

«Come osi essere così maleducata dinanzi alla Superbia?» chiede alzandosi di conseguenza, chiudendo il libro con un tonfo.

«Credevo che lei fosse il Peccato che più temevo fra tutti. Tutti credono che lei sia il più temibile, quando in realtà lei è solamente...Una persona ordinaria come tutti gli altri» dico avvicinandomi alla Superbia, che spalanca gli occhi. 

«Ti sbagli ragazzina, io sono LA Superbia. Tutti mi temono, perché io sono il Peccato prim-»

«Primario blabla. La gente che non sa fronteggiare tanta sfrontatezza, ecco chi la teme. Io persone come lei le conosco e non le temo» dico e la Superbia sembra vacillare di fronte ai miei occhi. Mi guarda per un momento fugace e poi a passo svelto scappa nella sala di prima, dov'era presente il piano. 

«Le persone come lei si nascondono dietro abiti eleganti, dietro alle vanterie di cui si fanno trofeo. Io le persone come lei, che si devono pavoneggiare dei loro successi, quei pochi che hanno, quei pochi che hanno ottenuto rispetto agli altri, le ritengo noiose» dico inseguendolo nella sala principale. 

«T-tu non sai quello che stai dicendo!» dice indietreggiando. I suoi occhi rossi sembrano lampeggiare e il suo corpo trema piano.

«Ha solo paura di sentirsi dire la verità. Ama solo sé stesso, Superbia. Ma ha paura di sapere che ciò che è realmente, è solo frutto di un personaggio che lei stesso ha creato, mentre il suo vero è una persona debole e semplice, triste di poter anche solo fronteggiare un fallimento!» dico alzando di poco la voce.

A quella frase, la Superbia cade a terra in ginocchio. I suoi occhi sono spenti, diventando di un colore castano, umano, e la sua pelle sembra sgretolarsi come un pezzo di creta rotta. 

«Lei è questo Superbia...E' un umile umano, come me» dico avvicinandomi a lui. Non appena gli accarezzo il viso con delicatezza per paura che potesse sgretolarsi ulteriormente, il pavimento della sala inizia a tremare in un piccolo terremoto.

«Meriti di tornare a casa, piccola umana» mormora e mentre dei pezzi iniziano a cadere dal soffitto. Cerco di mettere in salvo la Superbia, ma un'altra persona mi afferra dal polso. 

Seven Deadly Sins │ BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora