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[Levi's pov]

Sono le 5 di mattina... E QUELLA FOTTUTA SVEGLIA NON SMETTE DI SUONARE!

Mi alzo dal letto violentemente e inciampo nel lenzuolo che si era impigliato nella caviglia e con eleganza cado di faccia, imprecando. 

H: LEVI! NON POLTRIRE SUL PAVIMENTO!DATTI UNA MOSSA!

Le lancio una serie di insulti che solo una formica poteva sentire e vado a farmi una doccia. Scendo giù in cucina e trovo Hange con le braccia incrociate davanti alla porta. 

H: CE L'HAI FATTA FINALMENTE!FORZA ANDIAMO!

L: MA IL MIO T-

H: Non c'è tempo per il tuo tè, forza andiamo!

Quella fu la terza volta in meno di venti minuti che le avevo lanciato minimo cinquanta insulti. 

Per la felicità di Hange, usciamo di casa. Io incazzato come una bestia per gli avvenimenti di questa mattina. Lei sorridente e felice. Oggi dobbiamo andare a prendere in orfanotrofio un moccioso di 16 anni. Hange dice che ha bisogno di aiuto, che un posto come l'orfanotrofio non può dare e lei, essendo una psicologa, ha deciso di prendersi questa responsabilità. 

Ci incamminiamo verso l'aereoporto. Per strada non c'era anima viva. 

L: Ora tu mi spieghi perché mi hai fatto svegliare alle cinque se per strada non c'è nessuno. Ripeto N-E-S-S-U-N-O

H: Avevo paura di trovare traffico e di conseguenza fare tardi, calmo nanetto.

L: NANETTO?!? SE MI RICHIAMI UN'ALTRA VOLTA COSI TI BUTTO PER LE SCALE! 

H: Oh andiamo, non saresti mai capace di farmi del male.

L: Ringrazia che stai guidando!

La conversazione finì lì, con Hange che rideva sotto i baffi.

Arriviamo dopo qualche ora in America. Sì, l'orfanotrofio si trova proprio lì, al centro. Ironia? Non so un cazzo di inglese e per questo motivo Hange mi percula sempre. Lei, al contrario, lo parla perfettamente. 

Arriviamo davanti all'orfanotrofio. Subito ci giungono le urla dei bambini che giocavano fuori. Odio quando urlano. Una gentile signora ci apre il grande cancello di ferro. Mi sentivo osservato, i bambini mi guardavano incuriositi.

Signora: Oh, non ci faccia caso, sono abituati a vedere persone alte.

Hange scoppia a ridere come una scema.

L: Cosa cazzo ha detto?!?

Lei in preda ad una crisi isterica risponde senza fiato.

H: HA DETTO CHE I BAMBINI TI OSSERVANO PERCHE SONO ABITUATI A VEDERE PERSONE PIU ALTE DI LORO! AHAHAHAHAHA

L: Quella stronza ha percaso detto che sono basso?

H: COME DARLE TORTO AHAHAHAHA

Volano altri insulti, sta volta riferiti anche alla vecchia.

Dopo questa bella entrata ad effetto entriamo dentro. Lì c'era la signora che precedentemente si occupava del caso del moccioso. Ci accompagna davanti alla porta del ragazzo ma ci ferma poco più indietro. A quanto pare doveva parlarci.


Restami vicino|| ERERIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora