Capitolo 1: Lo Spirito e il Demone

203 8 0
                                    

Nel Regno degli Spiriti, Re Enma era nel suo castello, seduto sul suo trono. Stava fumando un sigaro, assorto nei suoi pensieri, con il Piccolo Enma che giocava con George, un demone suo servitore. Il piccolo bambino si divertiva a tormentare il povero George, che sopportava ogni tortura considerata gioco da parte del suo padroncino, che rideva con il ciuccio in bocca, dal quale non si sarebbe mai più separato per il resto della sua vita. Re Enma tra un anello di fumo e l'altro pensava a sua moglie Ryuka, una donna Spirito del Dragone, che era rimasta incinta di una bambina. Lui non era molto contento di avere una figlia:"Dovrò pensare a come gestire la sua vita e a chi maritarla. Forse dovrei guardare nel registro degli Spiriti di grado più alto e abbiente. Che seccatura, in più non potrà nemmeno usare i poteri del Dragone." Per Re Enma era un problema una figlia femmina, poiché doveva prepararle la dote e non voleva assolutamente che lei combattesse, ma che avesse un'istruzione perfetta sul mondo degli Umani e sull'essere una moglie impeccabile. Inoltre, decise che non le si raccontasse nulla sui suoi poteri e sul mondo dei Demoni, ma le si sarebbe detto che era un mondo disgustoso, terribile e pericoloso, dal quale lei avrebbe dovuto stare alla larga. 

Ryuka, dal canto suo non voleva tenere segreti alla figlia, ma non voleva nemmeno entrare in conflitto con il marito. Lei non aveva scelto di sposarlo: era stata obbligata attraverso un matrimonio di strategia. Ryuka avrebbe dovuto dare alla luce un maschio: uno Spirito guerriero capace di poter tenere lontani i Demoni dal mondo degli Spiriti e da quello degli Umani, grazie ai poteri del Dragone. Però, per ripicca nei confronti di questo obbligo, decise che avrebbe partorito prima un maschio che ereditasse il posto del marito, e poi che avrebbe dato alla luce una bambina, lasciandole ogni goccia del suo potere immenso. Infatti, come aveva deciso, rimase incinta di questa bambina che chiamò Seikatsu. Da quando era cominciata la gravidanza, Ryuka si era chiusa nelle sue stanze, isolandosi dal resto del mondo, rimanendo sola con la sua bambina. Adorava sentire la forte energia spirituale di Seikatsu, e passava il tempo a parlarle:"Bambina mia, tu sarai sempre libera. Non importa cosa ti diranno di fare o di non fare, tu sei libera, ricordalo sempre. Sei libera di compiere ciò che desideri, basta che non sia dannoso per gli altri, ma che sia qualcosa che vada a beneficio tuo e di chi ti sta intorno. Inoltre, sei libera di amare chi vuoi, chi senti essere la tua anima gemella. Non dovrà essere per forza uno Spirito, se vedrai l'amore della tua vita in un Umano o in un Demone, sei libera di amarlo. Non abbassarti mai a ciò che ti dirà tuo padre: fai quello che per te stessa ritieni giusto. Queste parole io te le ripeterò sempre, anche dopo la nascita. Potremo passare solo vent'anni assieme, e poi io scomparirò, perché alla tua nascita io ti darò tutto il vasto potere del Dragone. Tu come me, sarai un grande Spirito del Dragone. Te ne parlerò quando sarai nata, e potremo stare insieme, Seikatsu."  Ryuka guardava la sua pancia che era aumentata col passare dei mesi, nell'ospitare quella piccola creaturina che tanto amava, e mentre parlava col suo tono dolce ma amareggiato, accarezzava dolcemente la sua pancia. Mancavano tre giorni alla nascita di Seikatsu.


Mentre nel Regno degli Spiriti Ryuka era riuscita ad avere una gravidanza tranquilla, Hina, una fata delle nevi nel Paese dei Ghiacci, invece ebbe una gravidanza  relativamente  tranquilla, ma il parto non fu una passeggiata: oltre a dare la luce ad una fata delle nevi, lei diede alla luce anche un maschio. Nel loro regno non esistevano maschi, ma solo femmine, e le fate rimanevano incinta ogni cento anni di una bambina senza aver bisogno di rapporti sessuali. Infatti, il bambino nato emanava un'aura demoniaca molto potente: Hina si era unita carnalmente con un Demone del fuoco. Le altre fate delle nevi, tra cui l'anziana principale del villaggio, decisero che il piccolo venisse gettato dalla loro isola fluttuante e abbandonato a morire da solo. Non si resero conto che il bambino poteva già sentire e vedere tutto, e tutti quei discorsi di odio ed esclusione segnarono per sempre l'animo di quel povero bambino, detestato perché maschio e diverso da loro. Era stato persino avvolto in un fagotto con attaccati dei talismani, per evitare che lui desse fuoco a tutto e alle fate. Da questo odio, il piccolo dentro di sé giurò vendetta contro la gente che non lo aveva voluto. Sua madre aveva provato ad implorare, in lacrime, di poterlo tenere. Hina voleva il suo bambino, anche se era diverso, nonostante fosse un Demone del fuoco, Hina amava entrambi i suoi figli, e voleva tenere il suo bambino. Piangeva disperata, cercava di stringerlo a sé, ma la decisione della sua gente era stata chiara: ogni bambino maschio, essendo frutto di un Demone, è maledetto e malvagio, perciò va eliminato. La sua migliore amica fu incaricata di gettarlo giù. Hina era trattenuta dalle altre, mentre si dimenva, urlando con tutta la disperazione che aveva in corpo:"Il mio bambino! No! Ridatemi il mio bambino!" La sua migliore amica diede al piccolo la gemma prodotta da una lacrima particolare di una fata delle nevi, lacrima che versa quando nasce una bambina, poco prima di morire. Hina aveva versato due di queste lacrime destinate a diventare pietre speciali: una per la sua bambina, che battezzò Yukina, e un'altra per il bambino. la sua amica non chiese perdono al piccolo demone:"Sopravvivi, e ritorna per vendicarti su tutte noi per il male che ti abbiamo fatto, e uccidi me per prima." Detto ciò, la donna lanciò giù il piccolo demone, che atterrò sano e salvo nella terra dei Demoni. Hina, per il forte colpo subito, morì poco dopo l'abbandono di suo figlio, suicidandosi per il dolore troppo potente.

Hiei x  OC Tsundere  (Yu Yu Hakusho)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora