CAPITOLO 10

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Quando il portale si chiuse dietro di loro con un rumore sordo, i due rimasero soli in mezzo alla foresta. All'improvviso cadde il silenzio, accentuato dall'assenza degli uccellini e delle foglie mosse dal vento. Tutto era calmo e immobile. La missione era ufficialmente iniziata.

"Bene, hai pensato a un piano per procedere o andiamo semplicemente alla cieca?" chiese Magnus dopo essersi guardato intorno per alcuni minuti.

"In realtà niente di preciso. Credo semplicemente che dovremmo camminare stando attenti ai fiori. Lo so che è difficile e snervante come lavoro, ma non ho davvero idea di quale potrebbe essere il modo migliore per trovarlo."

"Ascolta, ho osservato l'immagine e ho letto la descrizione del libro che mi ha fatto vedere tua sorella. Il fiore che cerchiamo cresce in zone calde e nello specifico in zone limitrofe all'equatore. Qua siamo al nord del Brasile, dovrebbe essere qua intorno, non molto lontano. Una delle caratteristiche della pianta è che si espande facilmente. Inoltre grazie alle macchie violacee dovrebbe essere facile riconoscerla."

"Okay. Beh, direi che prima cominciamo a cercarlo, prima torniamo a casa"

Così si incamminarono verso est. Secondo la mappa e la bussola che Magnus aveva messo nello zaino si trovavano a circa un centinaio di chilometri dall'equatore. Non restava altro che mettersi all'opera e sperare di portare a termine la missione il prima possibile.

Camminarono in silenzio per alcune ore, senza successo. Faceva davvero caldo e lo sbalzo rispetto a New York si faceva sentire, ma non era la temperatura a creare il disagio principale. Era l'incredibile presenza di umidità nell'aria. Quando erano partiti dall'Istituto avevano addosso vestiti adatti all'autunno, ma appena erano arrivati si erano cambiati gli abiti pesanti optando per indumenti più leggeri.

Sebbene Alec fosse preoccupato per la missione, era ammaliato dalla bellezza del luogo. Era incredibile. Erano circondati da migliaia di alberi alti decine di metri. C'erano centinaia di specie diverse tra alberi, arbusti e fiori, di cui la maggior parte gli era del tutto sconosciuta. Sarebbe stato un paradiso se non fosse stato per l'eccessiva umidità che rendeva il posto soffocante, senza contare l'incredibile numero di moscerini e insetti vari. Alec sperava solo di non incappare in qualche animale pericoloso. Finché erano moscerini e farfalle poteva sopportarli, ma non sapeva come avrebbe reagito se si fosse trovato davanti una tarantola o un giaguaro. Probabilmente avrebbe REAGITO meglio con un demone.

"Sei mai venuto qui?" ruppe il ghiaccio Alec.

"Nella foresta mai, ma circa un centinaio di anni fa un mio ex era originario dell' Argentina. Lì ci sono stato più volte, ma dopo che è morto non sono più tornato in tutta l'America Meridionale"

"Capisco. Com'era l'Argentina?"

"L'Argentina mi piaceva, anche se non è il mio Stato preferito. Tuttavia, sono passati così tanti anni che per quanto ne so potrebbe essere cambiata completamente"

"Io non sono mai uscito da New York, tranne che per Idris. Essere uno Shadowhunter ha i suoi vantaggi, ma non lascia ampio spazio ai viaggi. In realtà non ho molto tempo libero in generale. C'è sempre qualche demone in città"

"Immagino che la vita da Shadowhunter non sia il massimo."

"No, al contrario, l'adoro. È solo che talvolta vorrei non dover girare per New York armato o con un orecchio attento a qualsiasi rumore sospetto per paura di non trovarmi pronto se dovesse apparire qualche demone. Dopo un po' diventa automatico, però è snervante."

"Dove ti piacerebbe andare?"

"Ho sempre sognato di vedere la California. Sai, il mare, il sole e la spiaggia. Però sarebbe bello andare anche oltre oceano, in Australia o in Russia. Immagino che tu abbia girato tutto il mondo" aggiunse con un sospiro sconsolato.

"Ti sbagli, Alexander. Ci sono molti Stati che non ho mai visto. Però sono stato molte volte a Parigi e anche a Mosca. Le adoro entrambe"

"Come mai?"

"Hanno qualcosa di particolare. L'atmosfera. La gente. Tutto insieme. Mosca è fantastica in inverno. Anche se ci si congela è splendida con la neve, ma secondo me la città che davvero va visitata durante le feste natalizie è..."

"Aspetta!" lo interruppe bruscamente Alec.

"Che succede?"

"Non hai sentito?"

"No, niente"

"Forse mi sono sbagliato. Dicevi? Qual è questa città meravigliosa in inverno?"

"È..." ma non fece in tempo a finire la frase perché una mano enorme lo aveva afferrato e trasportato in aria.

"Magnus!!" In un secondo Alec tese l'arco e incoccò la freccia, ma non poté scoccarla. Il demone si muoveva troppo velocemente e, tirando alla cieca, rischiava di colpire lo stregone, il quale però stordì il demone con un incantesimo abbastanza potente da confonderlo e indurlo a lasciare la presa. Alec approfittò di quel momento di debolezza per scoccare la freccia che si conficcò nel cuore dell'essere, disintegrandolo.

Magnus cadde quando il demone lo lasciò andare e Alec si precipitò a vedere se era ferito non appena il demone scomparve.

"Magnus!"

"Sto bene, Alexander. Non ti preoccupare. Che demone era?"

"Ashyxs. È quello che ha ferito Jace."

"Ma non doveva essere alto due metri? A me sembrava fossero quattro."

"Probabilmente il libro deve essere aggiornato" rispose Alec serio e piatto.

"Credi che ne arriveranno altri?" chiese Magnus dopo alcuni minuti.

"No, non lo credo. Ne sono sicuro."

There is always a first time [Malec]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora