CAPITOLO 5

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Quando Alec tornò all'Istituto si diresse subito in infermeria per vedere come stava Jace e se c'erano miglioramenti.

"Come sta?" chiese a Izzy non appena varcò la porta.

L'infermeria dell'Istituto era una stanza piccola, racchiusa tra quattro pareti pitturate di bianco e azzurro, colori di pace e ideali per la guarigione. C'erano in tutto dieci letti, ma raramente erano tutti occupati, soprattutto ora che la maggior parte degli Shadowhunter era ancora ad Alicante.

"Stabile. Al momento non si vedono segni di miglioramento, ma non ci sono neanche indizi di un possibile peggioramento."

"È una cosa positiva?"

"Dipende dalla prospettiva. Da una parte va bene perché non peggiora, ma se le cure che gli abbiamo dato non sortiscono alcun effetto è un problema."

Alec la guardò e si meravigliò di quanta forza avesse. Anche se continuava a piangere, vedeva chiaramente che cercava di andare avanti al meglio, nonostante il dolore.

"Cosa ha detto Magnus?"

Alec non sapeva come darle la notizia, perciò decise di andare al sodo senza giri di parole.

"Non riesce" sussurrò, pronto a consolare in tutti i modi la sorella nel caso si fosse messa di piangere.

"A fare cosa?" chiese Izzy, fingendo di non capire, ma ben sapendo cosa intendeva dire Alec.

"Non riesce a guarirlo. Ha detto che ha provato di tutto, ma teme che Jace non ce la faccia. Ha detto di essere preparati al peggio."

E per l'ennesima volta in quelle due settimane, come Alec aveva predetto, gli occhi di Izzy si riempirono di lacrime.

"Ehi, vedrò cosa posso fare. Cercherò tra i libri, magari c'è un rimedio. Come sta Clary?"

"Non esce quasi mai dalla sua camera, se non per vedere Jace e per mangiare, raramente. Ho provato a parlarle, ma non mi ha lasciata entrare. Non vuole parlare con nessuno."

"È comprensibile. Ed è ovvio che avrà bisogno di tempo per metabolizzare e dimenticare."


"Clary, posso entrare?" chiese Alec parlando sottovoce mentre bussava alla porta della camera.

"Vattene. Voglio stare sola!"

"So cosa provi. Sei spaventata, è normale. Sto andando in biblioteca per delle ricerche per salvare Jace. Vuoi aiutarmi? Potremmo trovare una cura." Alec aveva deciso che non le avrebbe raccontato quello che aveva detto Magnus. Era troppo debole e non voleva turbarla più del necessario. Voleva lasciarle ancora una speranza.

"E va bene. In fondo è sempre meglio che starsene qui a pensare" rispose, aprendo leggermente la porta.

Si diressero verso l'imponente biblioteca dell'Istituto. Nell'enorme stanza c'erano migliaia di libri ordinati su scaffali addossati ai muri. Al centro un grande tavolo era ricolmo di oggetti disposti a caso. Negli angoli erano situate alcune poltrone marroni un po' vecchie. Su tutto l'arredo sostava uno strato di polvere che rendeva l'atmosfera ancora più spettrale. In generale la biblioteca incuteva un certo timore, a causa del legno scuro e delle finestre piccole dalle quali entrava davvero poca luce. Tuttavia ad Alec era famigliare ogni centimetro di quella stanza, in cui durante l'infanzia aveva passato diverso tempo a sbirciare, nei libri, i luoghi lontani.

"Forza, dobbiamo trovare qualsiasi cosa riguardi una strana ferita apparentemente inguaribile provocata da un demone. Mettiamoci all'opera" disse Alec, cercando di infondere un po' di ottimismo e grinta alle parole. La sua speranza, in realtà, era quella di distrarre Clary dandole qualcosa da fare.

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