CAPITOLO 3

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"Sebbene fossimo in piena guerra contro Valentine, quando mi svegliai, mi sentivo felice e positivo riguardo alla battaglia. La mattina era limpida e un bel sole caldo splendeva in cielo. Mi diressi verso la sala addestramenti, dove Jace si stava già allenando. Dopo un'oretta di corpo a corpo, sentimmo l'allarme dell'Istituto che ci avvisava di attacchi in città. Quando arrivammo nella sala centrale, trovammo Izzy, Clary e mia madre immobili, sconvolte.

"Cos'è successo?" chiesi cominciando a preoccuparmi più di quanto non lo fossi già.

"Un messaggio di Valentine. Ci ha dato un ultimatum." La voce di Clary si spezzò. Sapevo quando stesse male all'idea che fosse suo padre quello che minacciava Alicante, ma sapevo anche che era disposta a tutto pur di salvare la terra e le persone a cui voleva bene, anche ad ucciderlo.

"Ha detto che non ucciderà tutti i nascosti se Clary passerà dalla sua parte volontariamente. Altrimenti non si fermerà fino a quando non avrà eliminato ogni singolo vampiro, seelie, stregone e lupo mannaro esistente" spiegò Izzy, poiché Clary con le lacrime che le rigavano le guance era incapace di formulare anche la più piccola locuzione.

"Non abbiamo altra scelta." Clary alzò il tono di voce per sovrastare la nostra discussione.

"Assolutamente no" urlò Jace.

"È l'unica soluzione, Jace. Non me ne starò qui al sicuro, mentre migliaia di nascosti muoiono per colpa mia."

"Non se ne parla. Deve essercene un'altra."

"Jace, non c'è un'altra soluzione."

"Ora basta! Clary, Jace ha ragione. Non possiamo. Tu non puoi. Dopo tutto quello che è successo, dopo quello che hai passato non possiamo rinunciare così velocemente" s'intromise Alec.

"È vero, Clary. Ci deve essere un altro modo" intervenne Izzy.

Detto ciò ci mettemmo all'opera per escogitare un piano alternativo. Clary andò a riposarsi per cercare di calmarsi e riflettere su quanto successo. Jace tornò con Izzy nella sala addestramenti, dove ci restarono per altre ore e mia madre si diresse verso l'ufficio dell'Istituto per chiamare papà ad Alicante e aggiornarlo sugli avvenimenti. Io, invece, restai lì. Non mi era mai piaciuta Clary, ma ero determinato a trovare un modo per salvare sia lei che i nascosti.


Nel primo pomeriggio, mentre ero in camera mia, Jace fece irruzione senza bussare. Guardandolo capii che c'era qualcosa che non andava: gli occhi erano arrossati come se avesse pianto e il fiatone mi suggerì che aveva corso.

"Clary se n'è andata!!"

"Come?"

"Sono andato in camera sua e lei non c'era. Ha lasciato un biglietto con scritto che sarebbe andata da Valentine perché non è disposta a sacrificare l'intero mondo dei nascosti, pur di salvare se stessa." Si vedeva lontano un miglio che era agitato e terrorizzato.

"Okay, adesso calmati Jace. La salveremo. Troveremo un modo. Te lo prometto."

Passammo alcune ore a cercare di capire come salvare Clary. E quando pensammo che la situazione non potesse peggiorare, ricevemmo un messaggio da mio padre: Alicante era stata attaccata dai demoni. Non abbiamo ancora capito come abbiano fatto a entrare e a superare le difese protettive. All'inizio pensavamo fosse stato Valentine, ma non ha senso. Lui è contro i demoni, non gli Shadowhunter. Comunque Izzy, Jace ed io siamo subito andati ad Alicante per aiutare, mentre mia madre è rimasta a New York a organizzare una spedizione per salvare Clary. Jace voleva guidare la liberazione di Clary, ma mia madre l'ha convinto che ad Idris sarebbe stato più utile.

Quando arrivammo mezza città era in fiamme e ormai ridotta a un cumulo di macerie e tutti erano impegnati a combattere contro i demoni. Andammo subito all'Istituto alla ricerca di mio padre, anche lui all'oscuro di come i demoni fossero entrati. Dopo essere stati aggiornati brevemente su cosa era successo, uscimmo anche noi, pronti a combattere. Impiegammo diverso tempo per scacciare tutti i demoni, ma alla fine riuscimmo a mettere in fuga i pochi ancora vivi.

Ci ritrovammo nella piazza principale di Alicante per "festeggiare", ma quando arrivai mi resi conto che Jace non c'era.

"Magari si è allontanato dal centro della città e ci impiega un po' ad arrivare" pensai cercando di non preoccuparmi eccessivamente. Ma, mi dissi, poteva arrivare attivando la runa della velocità. Cercavo di non essere in ansia, ma più il tempo passava più mi convincevo che doveva essere successo qualcosa. Proprio in quel momento sentii urlare il mio nome.

"Alec!!!!"

"Cosa succede, Will?" Lo conoscevo da tanti anni, ancora prima di Jace. Era stato uno dei miei primi amici, ma dal momento che ero più a New York che ad Alicante, ci eravamo un po' allontanati, soprattutto dopo essere diventato il parabatai di Jace.

"Stavo facendo il giro della città per individuare eventuali corpi e ho visto Jace svenuto. Ho controllato; respira, ma non è cosciente. Ho provato a svegliarlo, ma non funziona. Ha una profonda ferita sul torace."

"Fammi vedere dove." Cominciavo seriamente ad essere spaventato. "Izzy!"

"Cosa c'è?" Izzy si stava divertendo, ma la sua risata si spense non appena mi vide.

"Jace è ferito. Vado a vedere."

"Vengo con te."

Corremmo dietro a Will. Trovammo Jace accasciato sugli scalini di una fontana.

"Jace!!" Mi precipitai verso di lui, terrorizzato all'idea di trovarlo morto. Solo dopo mi resi conto che non poteva esserlo, se io stavo bene.

"Jace, ti prego, rispondi. Jace, per favore." Izzy era in lacrime e lo scuoteva delicatamente per svegliarlo.

Io attivai l'iratze, ma non funzionò. Riprovai e riprovai, ma sempre con lo stesso risultato. Niente.

"Alec, perché non funziona?"

"Non lo so. Forse con questo tipo di ferita la runa di guarigione non serve. Dobbiamo portarlo da uno stregone. È la sua unica possibilità di sopravvivere."

"Va bene. Dobbiamo chiamare Magnus Bane."

Dopo aver deciso all'unanimità che dovevamo chiamarti, lo portammo all'Istituto di New York. Appena arrivammo, Izzy ti mandò un messaggio di fuoco. Il resto della storia la conosci."

There is always a first time [Malec]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora