CAPITOLO 16

211 11 4
                                    

"Mamma, posso entrare?"

"Vieni pure, Alec. Stavo parlando con Izzy a proposito di Jace. Credo che ormai siano poche le possibilità per lui di sopravvivere. Tu di cosa volevi parlarci?"

"Volevo dirvi una cosa."

"Certo tesoro, ti ascoltiamo."

"È qualcosa che avrei dovuto dirvi anni fa, ma non ho mai trovato il momento giusto e forse neanche il coraggio per farlo."

Fece un respiro profondo e raccontò quello che aveva già spiegato a Magnus.

"Cinque anni fa, ero sulla torre dell'Istituto. Era una sera calda di luglio, Jace e Izzy si stavano allenando. Tu e papà eravate appena partiti per Alicante con Max. Ero triste - non ricordo nemmeno perché – e volevo vedere il tramonto. Dalla mia camera c'erano i grattacieli che impedivano la visuale, così sono salito lassù di nascosto. Sono caduto e mentre precipitavo ho urlato, temendo che ormai fosse finita. Ho chiesto aiuto, ma nessuno mi sentiva. Però ad un certo punto ho cominciato a fluttuare e a scendere tranquillo, come una piuma, e non a cadere come un masso. Mentre atterravo ho cercato di capire come mai mi stavo salvando e attaccate alla schiena ho visto queste."

E detto ciò si concentrò e in pochi secondi le ali spuntarono, aprendosi a ventaglio, lasciando Izzy e Maryse a bocca aperta.

"Cosa...?" esclamò Izzy.

"Come temevo" sussurrò invece Maryse.

"Come?" proruppe Alec, credendo di aver capito male.

"Non sapevo avessi le ali, ma immaginavo che ci fosse qualcosa di particolare. O meglio, temevo ci fosse, anche se ho sempre sperato di sbagliarmi."

"Mamma, ci puoi spiegare?" chiese Izzy fissando la madre.

Maryse sospirò, si alzò dalla sua sedia dietro la scrivania e andò a sedersi sul divanetto accanto ad Alec. Di fronte a loro Izzy, sulla poltrona, si era messa a gambe incrociate, come un bambino quando è pronto per ascoltare una storia.

"Quando avevi due anni c'è stato un attacco in città. Io e papà siamo andati a combattere e abbiamo lasciato te e Izzy con Hodge. Era passato circa un anno dal nostro esilio da Idris. Tu, Izzy, avevi pochi mesi. Per me era difficile lasciarti all'Istituto, ma dovevo andare e sapevo che con Hodge eri in buone mani."

"Mamma, possiamo arrivare al dunque?"

"Certo. Quando siamo tornati all'Istituto Hodge era letteralmente fuori controllo e disperato. Ci ha detto che era arrivato qualcuno che ti aveva rapito. Lui aveva provato a resistere, ma erano in troppi."

"Chi è stato? Valentine?"

"No, membri del Clave."

"Traditori!"

"No, Isabelle, non erano traditori. Il Clave aveva ordinato il suo rapimento. Dovete sapere che dopo la caduta di Valentine tutti, noi compresi, eravamo terrorizzati all'idea che ritornasse. Credo lo fosse anche Jocelyn, per quello ha nascosto Clary..."

"Mamma! La storia! Sappiamo perché la madre di Clary l'ha tenuta all'oscuro di tutto." Alec aveva troppa brama di sapere perché aveva le ali, per portare pazienza.

"Il Clave voleva trovare un modo di creare Shadowhunter più potenti, nel caso la guerra fosse ricominciata. Aveva creato un liquido mescolando sangue angelico e sangue demoniaco. L'idea iniziale – almeno così ci ha detto l'Inquisitore di allora, prima che Imogen Herondale prendesse il suo posto – era quella di copiare Valentine e usare la Coppa Mortale, ma Jocelyn l'aveva nascosta. Così escogitarono questo modo."

"Ma perché sui bambini?"

"Valentine aveva già provato a farlo con gli adulti, senza riuscirci. Il Clave ha pensato di testarlo sui bambini. Loro sono più manipolabili degli adulti, soprattutto se così piccoli."

"Ma può essere letale! Unire sangue angelico e demoniaco e iniettarlo in un bambino può portare a gravissime conseguenze, se non alla morte!"

"Lo so, cara, ma al Clave non importava. Voleva solo essere preparato nel caso Valentine fosse tornato."

"Perché proprio io? Perché non cominciare da qualcuno di Idris."

"Rifletti, Alec. A Idris sono tutti servi – per non dire schiavi – sotto il controllo del Clave. A loro serviva un bambino di qualcuno che non fosse più di tanto importante, almeno agli scopi del Clave. Tuo padre e io avevamo tradito il Clave schierandoci con il Circolo. Ai loro occhi anche se tu fossi morto non sarebbe stata una grave perdita. Per loro sei e resti figlio di traditori, così come Izzy e Max."

"Ma è orribile!" esplose Izzy.

"Lo hanno fatto con altri bambini?" chiese invece Alec, ignorando il disdegno della sorella. Aveva bisogno di sapere.

"Si, ad altri figli di quelli che per loro erano traditori.

"E sono ancora vivi?"

"No, sono morti tutti. Alcuni subito a causa delle iniezioni, altri in battaglia anni dopo. Che io sappia tu sei l'unico rimasto. Quando abbiamo saputo che eri stato rapito dal Clave ci siamo recati subito a Alicante a parlare con l'Inquisitore. All'inizio ha negato, ovviamente, ma poi chissà perché ha confessato. Gli abbiamo intimato di non farlo più, ma onestamente non so se ha mantenuto la parola. Da quel giorno ho perso la poca fiducia che avevo nel Clave."

"Ma se non ti fidi più del Clave perché ci hai abituati e continui a dirci di seguirlo?"

"Perché è l'unico modo per tenervi al sicuro. Se vi avessi insegnato ad andare contro il volere del Clave, chissà cosa vi sarebbe successo. Dopo aver scoperto di cosa era capace non volevo che vi accadesse altro di male. È anche per quello che sono stata così severa con voi e con Max in questi anni, inculcandovi una disciplina e delle regole che – ne sono cosciente – non condividete. Ma vi assicuro, l'ho fatto solo per proteggervi."

"Perché non si sa nulla di questi esperimenti?" chiese Alec mentre una lacrima gli ballava sulle ciglia.

"Il Clave ha insabbiato tutto. Quando è diventata Inquisitrice la nonna di Jace ha fatto in modo che nessuno ne venisse a conoscenza. Ha distrutto tutti gli appunti, ha sigillato le sale degli esperimenti e ha fatto giurare ai pochi che ne erano a conoscenza di portarsi questo segreto nella tomba."

Nello studio cadde il silenzio. Dopo tutte queste rivelazioni, tutti e tre avevano bisogno di riflettere. Andarono in infermeria dove trovarono Clary, Simon e Magnus.

Non appena Alec varcò la porta gli occhi di Magnus caddero in quelli dello Shadowhunter. Gli occhi di Magnus stavano porgendo una domanda ad Alec che solo loro due potevano capire: "Hai detto a tua madre e a Isabelle delle ali?" Alec annuì, abbassando lo sguardo. Dopo quanto aveva scoperto, voleva rifugiarsi nelle braccia di Magnus e piangere fino a esaurire le lacrime, ma sapeva di non poterlo fare. Non lo confortò nemmeno il sorriso di Magnus. Alec ripensò a quello che aveva detto la madre: aveva sangue di demone in corpo. Chissà se Magnus lo avrebbe ancora voluto una volta scoperta la verità.

D'altro canto Magnus, quando vide che Alec non ricambiava il sorriso ci rinunciò, assumendo anche lui un'espressione torva. Ora dentro di sé, aveva solo un enorme vuoto. Proprio in quel momento Alec si girò di scatto e prese la porta. 

There is always a first time [Malec]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora