3. I'm sorry that you never made it.

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La prima cosa che Osamu fece quando mise piede nell'aula, fu dirigersi a passo spedito verso il banco nell'ultima fila vicino al termosifone, per poi sprofondare sulla sedia e collassare sul banco. Senza alzare la testa dalla posizione semi-morta in cui si trovava, invitò Kiyoomi a sedersi vicino a lui con un cenno della mano.
Il castano, guardandosi intorno, lo seguì, e si sedette in maniera composta sulla sedia alla destra di Osamu. Ad eccezione di loro due e un altro paio di ragazze, l'aula era vuota. Non vi era neanche l'insegnante.

«Se ti stai chiedendo come mai non ci sia ancora nessuno,» Osamu sembrò leggergli nel pensiero, «è perché il prof è sempre in ritardo e io sempre in anticipo. Preferisco arrivare un po' prima per sedermi qua, dato che questo è l'unico banco vicino ad un termosifone e quel deficiente del prof ci fa tenere sempre le finestre spalancate. Come se non facesse già abbastanza freddo.» L'ultima frase la borbottò a bassa voce, come se fosse rivolta più a se stesso che a Kiyoomi.

«Capito. Però posso farti una domanda?»
«L'hai già fatta.»
«Allora posso fartene altre due?»

Osamu, ruotando il capo per poterlo guardare in faccia, abbozzò un sorriso sbilenco.

«Mh mh.»

«Come fai a sapere queste cose? È da tanto che sei qua? Uhm... Diciamo che non ci sto capendo molto, su questo posto. Yaku mi ha solo fatto vedere l'Istituto, ma non mi ha spiegato nulla al riguardo.»

Come fanno ad organizzare i corsi? Quando qualcuno muore, viene messo in lista di attesa e aspetta che inizi l'anno scolastico? Come funziona? Perché il calendario segna che siamo a settembre, se io sono morto nel mese di maggio?

Osamu chiuse gli occhi, cercando di trovare le parole per dargli una risposta coincisa ma esaustiva.

«Allora... Questo è il mio secondo anno, qua. Frequento il tuo stesso corso perché, beh, sono stato bocciato. Il prof ha deciso di farmi ripetere l'anno perché secondo lui non ho fatto alcun progresso; anzi, crede che io sia peggiorato. Ma dico, come potrei stare peggio di prima se sono fottutamente morto?» sbuffò, lamentandosi. «Comunque, siamo davvero a settembre. Non so se tu l'abbia visto sul calendario, prima, e non so in quale mese tu sia morto, ma ricordo che quando sono arrivato qua la prima volta non ci ho capito un cazzo nemmeno io. Alla fine, alcuni insegnanti mi hanno spiegato che le anime che muoiono suicide, dopo la morte, passano attraverso il Limbo. È il Nulla: il tempo non scorre, e le anime incoscienti stanno là in attesa che nell'Aldilà si faccia settembre. Una volta che inizia l'anno scolastico, le anime vengono catapultate qua, e ognuno si risveglia nella propria stanza. Sembra che tra la vita e la morte sia passato solo un battito di ciglia perché, appunto, il tempo non esiste nel Limbo, ma nella Terra e nell'Aldilà sì.»

Kiyoomi annuì, metabolizzando in fretta le sue parole. Ora era tutto un po' più chiaro. Quando aprì la bocca per dire altro, però, fu interrotto dall'arrivo di un ragazzo dai lunghi capelli castani, gli occhi volpini e lo sguardo esaltato.

«Eccoti, Miya!» esclamò, correndo ad abbracciare Osamu. Il ragazzo dai capelli grigi sembrò irritarsi, e sbuffò sonoramente.

«Suna, ti scolli? Grazie. La prossima volta evita di buttarti addosso a me con tutta questa energia, perché fai male. Non so se l'hai notato, ma non sono un armadio.»

Il cosiddetto Suna lo ignorò, stritolandolo ancora più forte. Kiyoomi sentì le deboli lamentele di dolore di Osamu, e dovette sforzarsi per trattenere un sorriso divertito.

THE MIDDLE OF NOWHERE, sakuatsuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora