19. The darkest night never felt so bright.

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❝ One foot in the golden life,
one foot in the gutter.
So close to the other side,
so far from the wonder. ❞

5 Seconds of Summer - Carry On.

Atsumu, seduto sul davanzale della sua camera, rimase ad osservare la Luna piena del cielo notturno. L'enorme sfera argentea si stagliava su quell'immenso telo tanto scuro da apparire nero, costellato da iridescenti puntini dorati: stelle appese col martelletto alle pareti dell'universo, pennellate stratificate di vernice blu. Le folate di vento che scompigliavano la chioma liscia del biondo andarono a gonfiare i suoi polmoni un tempo marci che, poco alla volta, tentavano di espellere il catrame accumulato in tutti quegli anni.

E tossì, Atsumu, tossì sputando via la pece e cercando di inalare pure molecole di ossigeno, nel disperato tentativo di sentirsi un po' meno marcio.
Gli sembrava di star respirando acqua salata; quelle ventate erano talmente dense da poter essere scambiate per onde oceaniche, scroscii che bruciavano lungo la sua gola come alcol puro e che gli infiammavano il petto. Il catrame aveva lasciato delle ferite non ancora rimarginate, e buttandoci sopra acqua ossigenata, esse si infiammarono ulteriormente.

Eppure, la sensazione di freschezza che ne susseguiva era così piacevole. Ogni volta bruciava sempre meno, ogni volta era meno doloroso, meno tremante, meno difficile, meno spaventoso.
Stava guarendo, Atsumu.
Stava guarendo da se stesso.

Fu una mano che si poggiò sulla sua spalla a riscuoterlo dai suoi pensieri, e quando voltò il capo, ancora una volta l'oro incontrò il nero. Kiyoomi era accanto a lui, a guardarlo con occhi ancora assonati e un cipiglio sul viso. Il suo sguardo limpido gli stava chiedendo se stesse bene.
L'espressività che i suoi occhi erano in grado di esprimere era semplicemente mozzafiato. Con un solo sguardo quel ragazzo era in grado di leggervi nel cuore, tranciando con una falce le piante rampicanti che ne ricoprivano la gabbia di diffidenza e mietendo ogni erbaccia, ogni fusto rinsecchito, ogni foglia appassita. E, sempre con lo stesso sguardo, posava neonate ninfee sul casto specchio d'acqua che ognuno di voi possiede all'interno più profondo del cuore.

Se i polmoni di Atsumu stavano prima bruciando dall'ossigeno puro che sommergeva le ferite aperte, lo sguardo di Kiyoomi fu come un'anestesia che ne alleviò il patimento. Come il calore della benda che avvolge il taglio fresco in una delicata carezza, velocizzandone la guarigione.

«Tsumu, come mai non dormi?» Kiyoomi, stiracchiandosi le braccia, andò a sedersi dall'altra parte del davanzale, esattamente di fronte ad Atsumu, e appoggiò la schiena contro il muretto. I suoi piedi coperti da spesse calze rosse e bianche sfioravano quelli del biondo, che ne indossava un paio felpato pressoché identico. Le avevano acquistate alle bancarelle di Natale qualche settimana prima, e avevano deciso di prenderle uguali per avere un ricordo dei mesi trascorsi in quell'Istituto. La loro unica differenza stava nella disposizione dei colori: mentre uno aveva le calze rosse con i motivi a fiocco di neve bianchi, l'altro aveva le calze bianche con i fiocchi rossi. Un po' come si incastrano i pezzi di un puzzle, quelle calze sembravano combaciare perfettamente con l'altra coppia, completandosi a vicenda.

Il biondo alzò le spalle, votando di nuovo lo sguardo verso la Luna. Sembrava talmente vicina da distinguerne i crateri, le fosse create dagli asteroidi e i monti dovuti ai movimenti della crosta lunare.

«Non lo so, non ho sonno.» addolcendo lo sguardo, aggiunse, «Ma te torna pure a dormire, non ti preoccupare. Magari tra poco mi abbiocco.»

Kiyoomi non rispose, ma neanche mosse un muscolo. Si limitò a rimanere seduto là con lui, osservando il viso pensieroso del ragazzo di fronte ai suoi occhi.
Il suo capo era rivolto verso il cielo fuori dalla finestra spalancata, e i sottili soffi di vento facevano ondeggiare i suoi capelli a destra e a sinistra, svelandogli la fronte normalmente coperta dal ciuffo. La luce lunare illuminava il suo intero viso, facendogli scintillare gli occhi ambrati e socchiusi. Sembravano così in contrasto, l'argento della Luna e l'oro del suo sguardo; in una continua lotta per la supremazia. La rotazione a sinistra della sua testa metteva in evidenza la linea già marcata della mascella, facendo risaltare il suo collo scoperto. Le braccia erano poggiate sulle ginocchia, le mani a penzoloni nell'aria.

THE MIDDLE OF NOWHERE, sakuatsuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora