«Le lezioni vere e proprie inizieranno da domani, quindi ora potrete passare il resto della giornata come meglio credete. Se avete ulteriori domande riguardo ai laboratori, potete chiedere a Yaku, Haiba o a Kozume. E questo, per oggi, è tutto! Passate una buona giornata.» concluse Kuroo, riordinando le proprie cose nella valigetta nera che portava ed uscendo dall'aula.
La prima cosa che Atsumu fece, alla fine della lezione, fu correre di corsa fuori dalla classe per andare a cercare suo fratello. Dio, non aveva la più pallida idea di dove potesse essere andato.
Le uniche zone che aveva visitato erano la sua stanza, la classe da cui era appena uscito e... e basta. Il Giardino l'aveva visto solo di sfuggita, affacciandosi dalla finestra della sua camera, e nessuno si era presentato per fargli fare il giro dell'Istituto. Probabilmente perché era rimasto troppo a lungo nel letto, a fissare il soffitto chiedendosi come mai non si trovasse in una bara - cosa che, alla fine, era anche vera.
Quel luogo era totalmente sconosciuto a lui, e non sapeva da dove partire. Non tanto temeva di perdersi, quanto di non riuscire a trovare Osamu.Si bloccò sul posto, passandosi una mano fra i capelli con l'aria di uno che voleva sbattersi ripetutamente la testa contro un muro finché il cervello non gli fosse uscito dalle orecchie. Suna Rintarō, il ragazzo che aveva avuto come vicino di banco in quelle tre ore, sembrò notarlo, dato che gli posò una mano sulla spalla con fare consolatorio.
«Se non sai dove trovare Osamu, sarà probabilmente nel Giardino, sotto i ciliegi nel lato ovest del parco. Va sempre là quando vuole stare da solo.»
Il biondo gli rivolse uno sguardo di gratitudine, e uscì di fretta dalla struttura per andare a raggiungerlo.
Nonostante cercò di non distrarsi, rimase comunque sbigottito nel notare quanto grande fosse quel posto. La struttura era a dir poco immensa, con innumerevoli edifici diversi per i dormitori e almeno una sessantina di aule destinate alle lezioni, suddivise per l'età degli studenti. Studenti che, tralaltro, spaziavano dai dodici agli ottant'anni: la Vita non guardava in faccia nessuno, quando si trattava di ammazzare le persone. Non discriminava di certo per età o etnia.Il Giardino, poi, era davvero immenso. A occhio e croce aveva le dimensioni di una città di media grandezza, una via di mezzo fra un paese e una metropoli. Fortunatamente, la zona in cui si trovavano i ciliegi era facilmente riconoscibile, grazie al distintivo color pesca dei loro fiori.
Dopo pochi minuti, Atsumu riuscì ad intravedere una figura minuta seduta all'ombra di un albero, con la testa fra le ginocchia e il cappuccio abbassato.
Senza proferire parola, andò a sedersi al suo fianco.
Sapeva che Osamu l'aveva sentito arrivare.«Sei una testa di cazzo.» disse infatti il gemello minore appena pochi secondi dopo. Non alzò neanche la testa per guardarlo: non aveva bisogno di vedere il suo viso, dato che avrebbe riconosciuto i passi di Atsumu fra migliaia.
«Lo so.» Atsumu sorrise tristemente, alzando il capo verso l'alto e ammirando i petali rosa dei ciliegi cadere lentamente al suolo. Il debole vento che tirava li faceva fluttuare nell'aria per attimi infiniti, rendendoli protagonisti di una tragica danza destinata a perire. Che bella metafora, pensare a tutte quelle anime là presenti come a degli eleganti e aggraziati fiori di ciliegio.
Rimasero in quella posizione per, chissà, forse minuti o forse ore, senza proferire parola. Osamu sentiva di non aver nulla da aggiungere, e Atsumu neanche. In fondo, cosa avrebbero dovuto dire? Uno insultare il fratello per essersi ammazzato e l'altro chiedere scusa? Ormai erano morti, e non c'era nient'altro che potessero fare per cambiare la situazione.
Osamu sapeva che, prima o poi, avrebbe incontrato suo fratello all'Istituto. Sapeva che era solo questione di tempo prima che Atsumu mandasse a fanculo la Vita alla ricerca di un posto che lo disgustasse un po' meno.
Solo, aveva sperato che accadesse il più tardi possibile.
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THE MIDDLE OF NOWHERE, sakuatsu
Fiksi Penggemar❝ "La presente condizione dell'uomo, obbligandolo a vivere e pensare ed operare secondo ragione, e vietandogli di uccidersi, è contraddittoria. O il suicidio non è contro la morale sebben contro natura, o la nostra vita, essendo contro natura, è con...