17. Takes a sip of your soul.

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Le vacanze invernali, tutto sommato, si stavano rivelando un'esperienza piacevole e tranquilla, priva di avvenimenti eclatanti. Dopo la serata del ventun dicembre, né Atsumu né Kiyoomi parlarono con l'altro delle emozioni che avevano provato durante l'ultimo ballo, né tantomeno della lacrima colorata del biondo. Per quanto Kiyoomi si sentì contento per lui, erano entrambi consapevoli di come le lacrime colorate fossero soltanto il primo passo che li avrebbe condotti lungo quel tortuoso anno scolastico. Eppure, dopo che il primo passo si è fatto, il secondo è sempre meno faticoso, giusto?

Le bancarelle furono certamente la parte più gradevole di quelle due settimane: l'allestimento fu completato il ventidue mattina, e rimasero fino al sei gennaio. Vi furono stand delle tipologie più disparate: da quelli che noleggiavano cacciaspiriti e cristalli a quelli dove servivano lo zucchero filato, da quelli che regalavano pensierini di natale a quelli che affittavano le tandem bike. Ne avevano provata una, Suna e i gemelli. Per ottimizzare i posti da due, Atsumu si sedette sul primo sedile, Rintarō sul secondo, e Osamu sulle spalle di Rintarō. Quando persero l'equilibrio, andando quasi a schiantarsi contro un albero del parco, Osamu fu l'unico a riuscire a saltare e ad uscirne incolume. Gli altri due si slogarono rispettivamente una caviglia e un polso, e Atsumu ne ricavò un labbro spaccato. Sembravano davvero soddisfatti della loro impresa, però, tanto da battersi il cinque con la mano sana. L'euforia svanì quando Kuroo venne a sapere dell'incidente grazie a due ragazzini che gli avevano riferito tutto.
Quando chiese loro: «Volete farvi sbattere fuori?», i due ragazzi si scambiarono un'occhiata d'intesa e annuirono con determinazione. La successiva ramanzina di Kuroo durò diciassette minuti precisi.

Natale e Capodanno, all'Istituto, si festeggiavano proprio come sulla Terra: scambiandosi regali nel primo, e facendo il countdown al secondo. La maggior parte regali, ovviamente, non era mai nulla di sconvolgente: solo piccoli oggetti che le persone avevano trovato alle bancarelle e che, per un motivo o per un altro, rievocavano nel donatore un gesto o una caratteristica tipica del destinatario. Erano pochi coloro che donavano qualcosa fatto o costruito di proprio pugno, e Rintarō fu uno di questi.
Per Osamu, infatti, aveva registrato la cover una canzone, interamente dedicata a lui, e il brano in questione era Arabella degli Arctic Monkeys.
Aveva preparato tutto alla perfezione, facendosi aiutare dai ragazzi dello studio di registrazione e da Semi per poter registrare una cover come si deve, con tanto di band di supporto. E, con suo grande piacere, il risultato fu più che apprezzato.

Quando Osamu mormorò: «Mi dispiace di averti regalato solo una barretta alla nocciola.», Rintarō non poté fare a meno di scoppiare a ridere, abbracciando l'altro ragazzo con un sorriso.
«A me interessa soltanto che tu stia meglio, idiota. È il regalo migliore che potessi ricevere.»

Atsumu e Kiyoomi, invece, passarono il Natale come una qualsiasi altra giornata. O quasi, almeno.
Il biondo, che aveva preso in prestito una cassa bluetooth da Rintarō, aveva connesso il proprio telefono al dispositivo e stava ascoltando la playlist che Kiyoomi aveva creato pochi giorni prima. Conoscendo il nome della playlist il biondo, mentre il suo coinquilino si trovava in bagno a farsi una doccia, aveva deciso di salvarla su Spotify e si mise ad ascoltarla. La prima canzone che partì fu, ironicamente, proprio Arabella.
Quando il ritmo scandito dai rullanti della batteria iniziò a vagare per la stanza, Kiyoomi uscì dal bagno. Si era già lavato e cambiato, e a giudicare dai suoi riccioli solitamente definiti ora così lisci e zuppi, non doveva esserseli asciugati. Aveva il viso sereno, rilassato, e nonostante il freddo indossava un semplice tank top nero e dei pantaloni di una tuta del medesimo colore.

«Oh, stai ascoltando la mia playlist?» fu la prima cosa che gli chiese il moro, stendendosi sul proprio letto incurante dei capelli ancora bagnati.
Atsumu annuì e, guardandolo, gli chiese: «Ma non hai freddo? Non rischi di ammalarti?»

THE MIDDLE OF NOWHERE, sakuatsuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora