Fuoriuscendo dalle enormi casse al fondo della palestra, la musica risuonava per tutto l'ambiente chiuso, lasciando dietro di sé un'eco a rimbombare nella sala. Le luci a neon sparate dai proiettori illuminavano principalmente il terreno da ballo, allora colmo di ragazzi dai diciassette ai ventitré anni che danzavano con allegria mettendo momentaneamente da parte i problemi che affliggevano la loro mente. Verso il lato destro della palestra, davanti alle spalliere, vi era l'interminabile buffet pieno di snacks e bevande varie, a tratti inaccessibile a causa della folla di gente che vi trovava attorno. Yaku, Kozume e Lev si trovavano dietro ad un altro bancone, quello destinato agli alcolici il quale, se possibile, era ancora più affollato del buffet.
Dalle finestre si potevano distinguere le goccioline di pioggia battere sulla superficie di vetro, la loro cantilena cullante sopraffatta dalla musica alta.Mentre Suna stava cercando di convincere Osamu a ballare sulla pista e a divertirsi un po' (dato che si era trovato costretto a trascinarlo fuori dalla camera, e non aveva intenzione di stare a guardarlo poltrire sui divanetti mentre si sfondava di acqua aromatizzata), Atsumu stava tentando lo stesso con Kiyoomi. Aveva già provato a trascinarlo con sé sulla pista strattonandolo per il polso - gesto che, in situazioni normali, funzionava sempre -, ma il moro non si era lasciato cogliere di sorpresa e si era ben ancorato al pesante divanetto su cui era seduto. Tenendosi stretto ad un bracciolo per evitare eventuali sorprese da parte di Atsumu, Kiyoomi stava sorseggiando una semplice birra, guardando ora il biondo con aria impassibile, ora la pista con occhi critici e nervosi.
«C'è troppa gente, Atsumu. No.»
Il biondo si ritrovò ad inginocchiarsi di fronte a lui, congiungendo le mani in un gesto di preghiera e rivolgendogli il suo sguardo più tenero. Sperava che, se fosse riuscito ad intenerirlo e a sgretolare la sua barriera impassibile, sarebbe stato in grado di convincerlo a ballare con lui.
«Ti prego, Omi, siamo venuti qua apposta! È normale che ci sia tanta gente! È un ballo scolastico!»
Kiyoomi sospirò, lanciando un'altra occhiata alla pista. Non gli piaceva ballare. Non gli era mai piaciuto. Era goffo, impacciato e non ne era mai stato capace. I suoi genitori l'avevano fatto partecipare ad un corso di hip-hop assieme a suo cugino, quando erano piccoli, ma si era rivelata un'esperienza a dir poco traumatica e solo Motoya aveva continuato per quella strada. Kiyoomi aveva promesso a se stesso di non ripetere mai più un movimento più complicato di un freeze: si era quasi lussato una spalla e il polso slogato smise di dolere solo dopo due settimane.
Tuttavia, nessuno gli stava chiedendo di eseguire chissà quale passo complicato: solo di muovere un po' i piedi. Ciò che lo tratteneva era la quantità di persone ammassate l'una contro l'altra: erano davvero tante, e davvero tanto vicine. Che fosse uno stadio, una palestra o un parco all'aperto, Kiyoomi odiava i luoghi affollati. Odiava stare a stretto contatto con troppe persone in contemporanea: lo rendevano tremendamente nervoso.«Non so ballare.» disse infine.
«Non importa, io sì! Basta che segui i miei passi, non è difficile. E poi, quasi nessuno su quella pista sembra davvero in grado di ballare.» Atsumu, nel pronunciare l'ultima frase, sorrise intenerito, come se provasse pena nei confronti di quelle persone ma, allo stesso tempo, le trovasse divertenti. Il ballo non era mai stata la sua passione, ma all'età di diciassette anni aveva seguito qualche corso comunale per passare il tempo. Avendolo trovato eccessivamente semplice aveva mollato dopo appena un paio di settimane, ma le sequenze e la tecnica dei passi gli erano rimaste ben impresse nella mente. Non avrebbe mai pensato che gli sarebbero tornate utili, quelle lezioni.
Essendosi distratto, Kiyoomi non riuscì a capire grazie a quale ricatto Rintarō fosse riuscito a far alzare Osamu dal divanetto; fatto sta che in quel momento i due si erano lanciati nella pista da ballo - o almeno, Suna si era lanciato; Osamu era stato trascinato di peso - e il gemello di Atsumu sembrava implorarlo con lo sguardo di salvarlo.
Il biondo, approfittando di quel singolo momento di distrazione, ne approfittò per trascinare il suo coinquilino sulla pista da ballo - il quale, dopo aver imprecato per aver rovesciato la birra sul divanetto, fu costretto a seguirlo.
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THE MIDDLE OF NOWHERE, sakuatsu
Fiksi Penggemar❝ "La presente condizione dell'uomo, obbligandolo a vivere e pensare ed operare secondo ragione, e vietandogli di uccidersi, è contraddittoria. O il suicidio non è contro la morale sebben contro natura, o la nostra vita, essendo contro natura, è con...