Spiegazioni !!

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ciao di nuovo

Eccoci qua. Di nuovo, per l'ennesima volta, all'ennesima conclusione di una delle ennesime storie che scrivo qua su wattpad. Non so se qualcuno leggerà davvero questo capitolo, ma lo scrivo lo stesso perché è sempre una sensazione strana quella di mettere un punto alle storie. E poi, con una storia del genere e che tratta argomenti delicati, una spiegazione mi sembra il minimo sindacale.

Sarò sincero: quando ho iniziato a scrivere TMON non immaginavo avrei messo così tante parti di me nei personaggi protagonisti. Per quanto ci siano personaggi in cui le mie esperienze e i miei pensieri siano più evidenti (come, tanto per fare un nome a caso, Osamu) e in altri un po' meno (come, ad esempio, Atsumu), tra una balla e l'altra non c'è personaggio in cui io non ci sia. Io sono Osamu, sono Atsumu, sono Rintarō, sono Kiyoomi, sono Kuroo e sono persino Oikawa che vuole morire con un'overdose di frutta secca (io non ci ho provato, ma voi non fatelo grz).

Questa storia è piena di metafore. Tramite le esperienze dei personaggi - che a parte quelle di Osamu e di Kiyoomi io non ho vissuto in prima persona -, la tossicodipendenza di Rintarō e la ricerca di essere notato di Atsumu mi sono state davvero di aiuto per esprimere pensieri ed emozioni che altrimenti avrei continuato a reprimere. Più che una storia, oserei dire che questo è un diario di viaggio.

La metafora più importante è sicuramente il suicidio. Per quanto mi sia capitato di avere vari pensieri in testa, io non ho mai tentato (e spero di non arrivare mai a tentare) il suicidio. Ciò di cui sto parlando io in questa storie è un suicidio metaforico, in cui certe volte è necessario uccidere la propria stessa mente per continuare (o inziare) a vivere. È un po' quello che è successo a me. Per iniziare a vivere (e dico iniziare perché i ricordi della mia vita prima che arrivasse il disturbo alimentare sono talmente sfocati e vaghi da risultare inesistenti (bella merda)) ho dovuto uccidere il verme che avevo in testa, e in questo momento mi sto ritrovando costretto ad ammazzarne un altro. Non è bello. Certe volte vorrei soltanto tornare a star male come stavo prima perché era un dolore decisamente più gestibile e meno faticoso. Però, per un motivo o per un altro, alla fine sto cercando di non gettare la spugna. Non tanto per me stesso, quanto per le persone che mi vogliono bene. Non voglio più vederle soffrire come soffrivano quando ero al mio rock bottom.

Sto divagando, aspettate un attimo.

Cosa stavo dicendo? Ah, sì, sometimes to stay alive you gotta kill your mind, cari i miei Twenty One Pilots. Se non volete ascoltare me ascoltate loro, che tanto vi diranno le stesse cose che sto scrivendo qua. Il suicidio di questa storia prendetelo davvero come una metafora: l'ultima cosa che voglio arriviate a pensare (soprattutto a causa delle parole di Kiyoomi nell'ultimo capitolo, quello del suo esame) è che io vi stia incoraggiando ad ammazzarvi. Perché altrimenti avete frainteso tutto. Questo suicidio va inteso come atto di ammazzare il marciume del vostro cervello per permettere la rinascita di nuovi voi stessi capaci di vivere. Ecco come va inteso. Come una rinascita.

Restate in vita. Se non riusicite a vivere, sopravvivete esistendo. Se non volete esistere per voi stessi, fatelo per gli altri ma vi prego, non mollate. C'è tempo per imparare a vivere. E sono certo che ognuno di noi abbia la forza per farlo.

'Kay, prima parte del discorso finita, credo di aver detto tutto. Ora passiamo alla seconda parte.

Parlatene.

Parlatene.

Parlatene.

Se avete anche solo la più vaga idea di star soffrendo di un qualsiasi disturbo mentale, parlatene. Con chiunque, davvero. Che sia un insegnante, un amico, un genitore o uno sconosciuto su internet che vi dice "se hai bisogno di sfogarti, io ci sono", voi parlatene. La salute non è solo quella fisica; la salute è anche quella mentale. E la merda è che se quella fisica è visibile dagli occhi esterni, quella mentale non lo è, e questo è un motivo in più per parlarne (non mi stancherò mai di usare questa parola, sappiatelo) (Perdonatemi le ripetizioni). Gli altri non possono sapere se state male se non glielo dite. Gli altri non possono aiutarvi se voi in primis non volete star meglio.

E anche se non si tratta di un disturbo mentale, ma per qualsiasi cosa c'è qualcosa nella vostra testa che vi fa star male e vi fa patire, parlatene lo stesso. Il dolore è qualcosa di soggettivo; al mondo non ci sono persone che soffrono di più e persone che soffrono di meno, semplicemente perché la sofferenza non è qualcosa che può essere misurata su una scala da 0 a 10. So che ci sono persone che non parlano di queste cose perché "c'è gente che sta peggio" e, onestamente, ritengo che non ci sia cosa più sbagliata da fare. Ogni dolore è valido. Ogni dolore merita di essere ascoltato. Punto.

Ora vi lascio un po' di statistiche e numeri per darvi un'idea di quanto potenzialmente pericolosa la mente possa essere. Giusto per sensibilizzare ulteriormente l'argomento. [Nothing kills a man faster than his own head, aka, niente uccide un uomo più velocemente della sua stessa mente.]

Il 75% di persone con disturbi alimentari arriva a soffrire di depressione. Il 60% sviluppa disturbi relativi all'ansia (sociale o generalizzata), e comportamenti ossessivo-compulsivi. Il 25% delle persone con dca (disturbi del comportamento alimentare) muore. Il 25% non rende molto l'idea? Allora lo dirò così: una persona su quattro che soffre di dca muore. Di suicidio. Un altro 17% muore a causa della malattia. Dunque, il 42% di persone con un dca muore. Io ho avuto la grazie di appartenere al restante 58%. Non credo ci sia altro da aggiungere.

Il 60% di persone morte di suicidio soffrivano di depressione. Nel 30% di esse il disturbo non era stato trattato. Non oso immaginare a quanti di questi esso non fosse stato nemmeno diagnosticato.

Il 90% di coloro che hanno tentato ed eventualmente riuscito il suicidio soffrivano o di depressione, o avevano problemi di tossicodipendenza, o entrambi. Unendolo con il calcolo del paragrafo di prima, il 30% circa delle persone morte di suicidio soffrivano di tossicodipendenza.

È stato accertato che le persone appartenenti alla comunità lgbtq+ hanno una probabilità di cadere vittima del suicidio tre volte maggiore delle persone cisgender ed eterosessuali. Il 41% delle persone transgender adulte tenta il suicidio. Il. 41. %. Pure qua, trovo non ci sia altro da aggiungere.

Negli utltimi vent'anni, il tasso di morti per suicidio su un campione di 100.000 persone è salito di circa del 4%. Da un 10% si è arrivati al 14%. Su 100.000 morti. Prendete in considerazione le morti totali su una popolazione di sette miliardi. Fate un calcolo. Io direi che sono tante, davvero tante, le morti per suicidio.

Secondo il CDC ogni 11 minuti, nel mondo, una persona muore di suicidio. E non è poco.

Mi fermo qua altrimenti rischio di andare avanti all'infinito. Ecco perché non scherzo quando dico di non tenervi tutto dentro. Perché la mente umana sa essere una vera bastarda.

Okay, seconda parte finita, credo di aver detto tutto. Davvero, questa volta. Non c'è una terza parte.

Ho parlato della mia esperienza personale? Sì.
Ho cercato di sensibilizzare i lettori riguardo agli argomenti trattati? Sì.
Ci sarò riuscito? Chi lo sa.
Tu che stai leggendo riuscirai a superare qualsiasi momento di merda tu stia passando? Sì, ne sono convinto. E se tu non credi di potercela fare, ci credo io per te. Ci credo io per entrambi.

Ho detto tutto? Lo spero.
Quante volte ho detto di aver detto tutto per poi continuare a parlare? Tantissime, Mika smettila ti prego stai diventando fastidioso.

Scherzi a parte, grazie di cuore per aver letto questa storia. Ora provo a piazzarla su google documenti per vedere quante pagine mi usciranno fuori. Spero più di 150 mannaggia cazzo.

Ok basta. Concludo dicendo: siete voi i protagonisti della storia, e proprio come Kiyoomi, Atsumu, Rintarō, Osamu, Kuroo e tutti gli altri, vi auguro di poter trovare il vostro lieto fine. Ve lo augurano anche loro. Bacetto, mwah.

- Mika <3

THE MIDDLE OF NOWHERE, sakuatsuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora