2 - «Rischi di farti del male.»

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Capitolo 2

"Rischi di farti del male

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"Rischi di farti del male."

Taehyung non aveva più detto una parola, si era rintanato in un profondo silenzio da quando aveva realizzato di trovarsi sul serio in quella faccenda disastrosa. Contemplava il vuoto e pensava ai suoi genitori, a Yoongi, al suo cane Yeontan, ai suoi fan, addirittura a Park Jimin; non riusciva a credere che c'era il rischio non avrebbe rivisto mai più nessuno di loro, che non sarebbe tornato alla sua quotidianità o che, peggio, avesse i giorni contati.

Chi lo aveva portato lì? Perché lo aveva fatto? Aveva molti haters, non ci faceva caso ma lo sapeva bene, davvero il loro odio era talmente forte da fargli questo? E poi, perché non ucciderlo e basta? Nella sua mente c'era il caos, aveva un vuoto nella pancia dovuto sia ai pasti saltati che all'affliggente senso di confusione e malinconia che lo tormentava.

Solo una vocina riuscì a riportarlo a quella che, purtroppo, era la realtà. -Vuoi mangiare?- domandò timidamente Heerin, che spiccava nel buio grazie al pigiama di colore viola messo su appena tornata a casa. Gli occhioni studiarono il più grande rannicchiato sul divano e non passò inosservato il suo malumore. -Non piangere, Kookie ha preparato i naengmyeon anche a te!- esclamò, certa che il delizioso piatto del fratello fosse la soluzione giusta per rallegrare l'ospite.

Colto alla sprovvista, il cantante tirò su col naso e provò ad asciugare lacrime residue dal pianto, non volendo demoralizzare la bambina entusiasta. Si sforzò di rivolgerle un sorriso appena pronunciato, reso sincero quando la vide saltellare mentre lo conduceva in cucina.

Jungkook lo degnò solo di una veloce occhiata, poi continuò a girare i noodles nella pentola prima di servirli. Era evidente fosse ancora nervoso per il litigio di un paio di ore prima, quando aveva urlato contro Taehyung offese talmente toccanti che era stato un bene sua sorella fosse fuori. Gli aveva ripetuto ferocemente stesse rischiando la carriera per tentare di proteggerlo e che, d'ora in poi, avrebbe fatto meglio ad ascoltare qualsiasi cosa avesse detto; il moro riconosceva avesse ragione, era stato un incosciente ad uscire, però non gradiva il tono troppo autoritario e l'aria superiore che quello si dava, per questo non si era trattenuto dal rispondergli male. Erano anni che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno e di certo non avrebbe ceduto con lui.

-Allora, Taehyung...- fu il corvino a rompere il teso silenzio generato da quando si erano seduti. -Penso sia opportuno stabilire alcune regole per la convivenza. Ti ripeto per l'ennesima volta che è fondamentale nessuno scopra della tua esistenza, dovrai rimanere qui giorno e notte. Sono certo che hai imparato la lezione.-

A Heerin non piaceva affatto vedere il fratello così scontroso, inoltre stava iniziando a detestare la rigidità tra i due che blateravano solo questioni noiose.

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