And Now? - 4

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Entrarono lenti all'interno del quartier generale dell'Ordine Della Fenice, tutto era in ordine. L'unica cosa fuori posto era il porta ombrelli come se Tonks l'avesse fatto cadere di nuovo.
«Qualcuno è stato qui» sussurrò Hermione alle loro spalle.
«Possono essere stati quelli dell'Ordine» bisbigliò Ron di rimando.
«Dovrebbero esserci delle fatture contro Piton, o almeno questo è ciò che Remus mi ha detto» affermò il biondo guardandosi attentamente intorno.
«Perché si fidano così tanto di te?» chiese il rosso assottigliando lo sguardo.
«Perché a differenza tua dispongo della materia prima. Il cervello.»
Camminarono leggermente in avanti ma furono immediatamente bloccati dalla voce di Malocchio Moody.
«Severus Piton?» chiese indignato, non ebbero il tempo di replicare che le loro lingue furono attorcigliate nella loro gola, non fu una bella sensazione, tutti sperimentarono seri conati di vomito.
«De-deve essere la Ma-Maledizione Languelingua di Malocchio» tossicchiò Hermione portandosi le mani la collo.
«No! Non siamo stati noi ad uccidere Silente!» esclamò Harry speranzoso che la casa li ascoltasse, ma in quel momento un cumulo di polvere vorticò furiosamente rivelando la figura di Silente che gli corse incontro scontrandosi su di loro mentre Hermione urlava.
«V-Va tutto b-bene è f-finita» disse la riccia e restò pietrificata quando vide Malfoy tirare fuori la bacchetta.
«Homenum Revelio» sussurrò ma non accadde niente, Ronald ridacchio e disse «Non sei poi tanto bravo con gli incantesimi»
«Idiota vuol dire che non c'è nessuno in casa. Siamo soli.» confermò Hermione scambiandosi un lieve sguardo con il biondo che annuì.

Poco dopo Harry urlò di dolore e tutti e tre i ragazzi balzarono in piedi.
«Harry che succede?» chiese Hermione avvicinandosi a lui spaventata.
«Lui è arrabbiato, molto arrabbiato» disse portandosi una mano alla cicatrice che gli tirava e doleva come mai prima d'ora.
«È alla Tana? Sta colpendo qualcuno? Cosa vedi Harry?» cominciò Ronald infastidendolo e non poco.
«Sento solo che è arrabbiato.»
«Allora chiudi la mente! Avresti dovuto imparare l'occlumanzia, avanti Harry.»
«È alla Tana? È lì?»
«Chiudi la mente!»
«Salazar state zitti!» esclamò d'un tratto Draco osservando i tre amici che adesso erano in silenzio.
«Potter sta fottutamente avendo un dibattito interiore con Voi-sapete-chi e gli state addosso riempiendolo di domande. Siete dei terribili idioti.» e mai Harry avrebbe immaginato di trovarsi in accordo con Draco Malfoy e neanche di ringrazialo mai con un cenno del capo. Questa sarebbe decisamente stata un'avventura piena di sorprese.
«Fuggito di nuovo Rowle!? Questa volta Lord Voldemort non ti perdonerà...ti sei lasciato sfuggire anche il ragazzo, Malfoy. Sei un tale idiota. Finirai in pasto a Nagini!»
La visione terminò e Harry cominciò a respirare affannosamente, d'un tratto vide una palla argentea che si bloccò nel mezzo del salone prendendo la forma di una donnola.
«Famiglia al sicuro. Non rispondete. Ci spiano» la voce di Arthur Weasley sembrò placare le preoccupazioni di Ron che finalmente di buttò a sedere sul divano.
«Forse è meglio andare a dormire.» disse Hermione afferrando la sua bacchetta e utilizzandola come ferma capelli lasciando il suo collo scoperto.

Ognuno di loro prese una stanza. Harry andò in quella di Sirius, Ron in quella degli ospiti al piano di sotto, Draco quella di Regulus e Hermione quella dei genitori di Sirius. C'era spazio per tutti insomma.
Verso le tre del mattino Hermione si alzò stanca di rigirarsi nel letto e decise di scendere al piano di sotto per potersi prendere una tisana rilassante.
Era tutto così strano. Lei, Harry, Ton e Malfoy nella stessa casa ad aiutarsi l'un l'altro per salvarsi la vita. Draco Malfoy era per lei un mistero i credibile, si era unito alle fila di Voldemort senza minimamente esitare, aveva bullizzato lei, Harry e Ron per anni e appene gli si è presentata l'occasione ha mollato tutto ed ha deciso di unirsi all'Ordine della Fenice. Perché l'avrebbe fato? Un rumore forte proveniente dalla scala la fece sussultare e veloce come poche tirò fuori la bacchetta puntandola verso l'oggetto dei suoi pensieri. Che diavolo ci faceva Malfoy sveglio a quell'ora? «Potrei farti la stessa domanda.» la voce roca la raggiunse facendole enire un brivido lungo tutta la spina dorsale. «Non riuscivo a dormire» rispose lei sincera abbassando la bacchetta e voltandogli le spalle così da potersi dedicare nuovamente alla sua tisana calda. «Siamo in due» rispose sincero il biondo avvicinandosi al ripiano della cucina scaldandosi del caffè nero e amaro, la riccia fece una smorfia schifata ma lui la ignorò. «Perché sei qui? Perché ti sei unito a noi?» chiese d'un tratto facendolo restare immobile. Non sapeva che dirle, rivelarle la verità voleva dire esporsi e non poteva permetterselo con lei. Un lieve fischio gli occupò i pensieri e il ragazzo ghignò nella sua direzione. «Non sei un'abile leggiliment» disse divertito portandosi la tazza di caffè alle labbra. La riccia sbuffò sonoramente prima di riprendere a sorseggiare la sua tisana. Il biondo adesso osservavò intensamente qualcosa dietro di lei e Hermione non capendo di cosa si trattasse voltò lo sguardo seguendo il suo soffermandosi sul pianoforte, il serpeverde abbandonò la tazza sul tavolo e a passo lento quasi come se fosse sotto shock si avvicinò ad esso, si fermò su un'ammaccatura sopra il copritastiera prima di sollevarlo e lo accarezzò cauto quasi come se fosse una creatura da curare.

03 FEBBRAIO 1985

Un dolce bambino di quasi cinque anni varcò la soglia della famosa dimora dei Black della quale la madre gli aveva tanto parlato. Walburga Black li accolse leggermente acciaccata per via dell'età che avanzava su di lei, nonostante avesse sessant'anni era sempre stata una bella donna e soprattutto molto ammirata dalle grandi e altolocate famiglie purosangue dell'intero mondo magico. «Draco caro nipote, come stai?» chiese la donna accarezzandogli lentamente il capo prima di voltarsi e tossire furiosamente. «Bene zia Black e voi?» chiese innocentemente mentre la dona dagli occhi freddi come la pietra sorrideva leggera. «Meglio ora che voi nobili Malfoy siete venuti a trovarmi» rispose alzando lo sguardo verso Lucius che ghignò contento prima di spingere all'interno della casa a Draco e lasciare il passo alla bellissima Narcissa. «Draco accomodiamoci in salotto, tua zia e tuo padre avranno di che discutere» disse la madre sorridendo con calma prima di indicare fermamente la porta e sorridere. Draco vide il piccolo salotto e sorrise, era così bella una casa di piccole dimensioni, sembrava più calda e accogliente e non un enorme castello abbandonato. Una cosa in particolare attirò la sua attenzione, un mobile nero luccicante talmente tanto bello che Draco non riuscì a trattenersi e lo toccò, sua madre gli poggiò una mano sulla spalla e lui spaventato si ritrasse, non era raro che Lucius lo punisse per aver toccato qualcosa che non gli apparteneva, ma questa volta non era decisamente il caso. Narcissa si sedette allo sgabello e sollevò il copritastiera nero e dopo aver accarezzato dolcemente i tasti cominciò a suonare una meravigliosa melodia lasciando il giovane bambino sempre più ammaliato da quella visione. «Ti piacerebbe imparare?» chiese una volta terminata la melodia e il biondo annuì felice, così si sedette accanto alla madre e insieme cominciarono a suonare. Draco aveva un talento naturale tant'è che Narcissa poco dopo lo lasciò a praticare da solo restandogli sempre seduta accanto. «Sei bravissimo» gli sussurrò all'orecchio mentre ancora suonava, era un momento magico ma non durò molto. il bastone di suo padre colpì il copritastiera facendolo cadere lasciando che schiacciasse prepotentemente le mani di suo figlio e poi lo colpì, forte, proprio sul legno nero facendo in modo che le dita del suo unico erede sanguinassero davanti a lui, poi afferrò sua madre e la schiaffeggiò. «Non devi mai più suonare, ti rende debole, vulnerabile e i Malfoy non lo sono, MAI!» il bambino tremò per la paura prima di annuire trattenendo con forza le lacrime. Non avrebbe mai più suonato e questo gli aveva spezzato il cuore.

Hermione osservava in silenzio il ragazzo che sembrava immerso in una lotta con se stesso prima di guardarlo sedersi allo sgabello e poggiare le lunghe dita affusolate sui tasti bianchi. La stanza era insonorizzata, lo sapeva perché Remus aveva premeditato di farlo quando Fred e George avevano provato ad origliare le loro conversazioni. Poi la udì, la più dolce e splendida melodia che potesse sentire in vita sua, era bravo il biondo, sembrava così perso nel suo mondo in quel momento, così calmo era come se davanti a se' si trovasse un angelo al quale avevano tagliato le ali facendolo cadere giù in baratro pieno di odio, risentimento e paura. Sembrava quasi come se in quella stanza stesse rivivendo qualcosa di così puro e reale che in pochi avevano il privilegio di vedere. Quando la melodia finì Hermione riaprì gli occhi che aveva chiuso, non sapeva neanche quando in realtà e fu allora che i loro sguardi si unirono, uno nell'altro. L'argento si stava unendo all'oro. Uno aveva perso quasi del tutto la speranza, l'altro invece era determinato a scoprire quante sfumature avesse il colore che aveva davanti. «Sei bravissimo» sussurrò lei senza staccare gli occhi dai suoi e Draco giurò di sentire lo stesso calore di dodici anni prima, il suo petto sembrava fuoco puro e i suoi occhi erano la tempesta più insidiosa che la ragazza avesse mai visto. «Grazie.»

I have a choice||DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora