The Wood - 7

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Aprirono gli occhi in una foresta familiare, non capivano cosa fosse successo ma tutto ciò che Harry percepiva era il medaglione ben stretto nella sua mano.
«Dove siamo?» chiese Ron alzandosi a sedere e guardandosi intorno fermandosi su due figure in particolare, Hermione e Malfoy che stavano davvero vicini per due che si odiavano a morte.
«Mi dispiace...» singhiozzava Hermione rivolta a tutti e tre i ragazzi mentre medicava Draco privo della sua camicia con il braccio sinistro grondante di sangue.
«Non possiamo più tornare a Grimmauld Place io...ho passato il segreto a Yaxley...lui mi aveva afferrata e l'ho costretto a lasciarmi ma ormai eravamo dentro! Ho dovuto farlo Harry mi dispiace.» il ragazzo guardava la sua migliore amica completamente sconvolto. «Non preoccuparti Herm...non è colpa tua.»
«Tira fuori la tenda Potter.» disse il biondo trattenendosi dall'imprecare dato il forte dolore causatogli dalla ferita.
«E dove dovrei trovare una tenda?» chiese allargando le braccia esasperato e cercando di auto-convincersi che quella fosse solo un'allucinazione e che Malfoy non era davvero lì con loro.
«Nella borsa Harry!» esclamò Hermione mentre Ronald la fissava ancora sotto shock.
Dopo aver finito di bendare il braccio del ragazzo si alzò in piedi e tirò fuori la sua bacchetta.
«Protego totalum...Salvio hexia...Repello Babbanum»
«Che stai facendo?» chiese Ron dopo attimi interminabili di silenzio ma a rispondere fu Draco.
«Incantesimi di protezione. Se restiamo qui e visibili ci troveranno.»
Entrarono nella tenda e si sistemarono alla meglio.
«Non mi fido di lui Harry!» sussurrò Ron in cucina mentre Draco se ne restava nascosto ai loro occhi. Sapeva che un giorno questa conversazione avrebbe avuto luogo ed era stupito che non fosse successo prima.
«Lo so Ron, neanche io ma Remus sì e a quanto pare anche Silente.» rispose Potter con i suoi soliti modi perbenisti da salvatore del mondo amico di tutti.
«È un Mangiamorte, possiede il marchio!» esclamò ancora cercando di non alzare troppo il tono di voce.
«Io mi fido di lui.» la voce femminile e delicata della Granger lo raggiunse e lo fece raddrizzare immediatamente. Lei si fidava di lui?
«Mi ha salvato la vita e ha dimostrato ampia conoscenza dell'altro lato. Abbiamo bisogno di lui.» sussurrò ancora lei cercando di convincere i suoi migliori amici che adesso la guardavano come se fosse completamente pazza.
«Hermione non puoi dire...»
«Dico sul serio Ron. Piuttosto cerchiamo un modo per distruggere il medaglione. Nel frattempo faremo a turni per poter controllare meglio la situazione lì fuori.» affermò severa distogliendo lo sguardo da lui.

A tarda serata toccava a Hermione fare la sentinella fuori dalla tenda e seduta accanto ad un fuoco scoppiettante e caldo. Pensava e lo osservava. "Chissà se i miei stanno bene. Speriamo che tutto questo finisca presto", poi i suoi pensieri tornarono a quanto successo al Ministero, il braccio del biondo sulla sua vita e al bacio che si erano scambiati. Era così tanto concentrata che non sentì i passi di uno dei ragazzi e si accorse tardi della sua presenza accanto a lei.
Entrambi stavano in silenzio ad osservare il fuoco e quella era decisamente una calma che ad Hermione mancava.
«Mia madre» disse lui d'un tratto facendola voltare di scatto confusa.
«Cosa?» chiese non capendo cosa c'entrasse Narcissa in quel momento.
«Mi hai chiesto a cosa pensavo mentre suonavo. La risposta: mia madre.» disse fermo lui senza distogliere lo sguardo dal fuoco mentre la ragazza continuava ad osservare il suo profilo dritto e preciso, aveva decisamente un'aria regale e una strana delicatezza che fece quasi imbarazzare la riccia che per evitarlo decise di girare lo sguardo. «Perché me lo stai dicendo?» chiese allora confusa cercando di capire cosa l'avesse spinto a confidarsi con lei. «Ti fidi di me, sei l'unica persona a farlo, mi sembrava giusto dirtelo» rispose sollevando la spalla, sfortunatamente però quel movimento gli provocò un forte dolore alla spalla ferita facendogli fare una smorfia di dolore che provò a nascondere senza successo. «Ti fa male?» chiese Hermione alzandosi in piedi avvicinandosi a lui cercando di capire se la sua ferita si fosse aperta o meno, spostò la fascia bianca dopo avergli sfilato la parte della camicia che lo copriva, osservava attentamente il taglio che nonostante avesse assorbito il dittamo non si era ancora del tutto rimarginata. «Sto bene Granger, non preoccuparti» disse provando ad allontanarsi da lei provocandosi un ulteriore fitta. «Sta fermo e fammi vedere.» affermò fermamente prima di utilizzare 'accio' per poter richiamare a se' altro dittamo. «Dannazione!» esclamò il biondo sentendo un forte dolore crescere nel suo corpo. La ragazza cercò di non infastidire o ferire più di tanto il ragazzo, il dittamo bruciava intensamente ed Hermione ne era consapevole ma non poteva non curarlo, la situazione sarebbe peggiorata e magari la ferita si sarebbe infettata terribilmente.
«Granger fa piano!» sibilò poco dopo quando gli premette forte sulla ferita. «Scusa, devo farlo smettere di sanguinare.» disse cercando di essere più delicata possibile.
Finì di medicarlo e si risedette a terra  accanto a lui mentre il silenzio piombava di nuovo su di loro.
«Non capisco tante cose. Per esempio, perché Lupin ti voleva mandare con noi?» il biondo la osservò per qualche secondo in silenzio, sapeva che prima o poi avrebbero fatto quella domanda e sapeva che sarebbe stata lei a porgliela.
«Non posso dirtelo.»
«Non puoi...? Cosa!?» chiese confusa  cercando di non alzare la voce per non farsi sentire da Harry e Ron che di sicuro stavano dormendo.
«Mai sentito parlare del voto infrangibile? Ho giurato di non dirvi perché sono qui. Sta a te fidarti Mezzosangue» finì lui alzandosi in piedi e entrando nella tenda per potersi finalmente mettere a dormire, non sapeva perché ma aveva sempre voluto avere una conversazione con la Granger. Quella ragazza lo incuriosiva parecchio.
«Hermione, vuoi il cambio?» la voce di Ron la raggiunse facendola sussultare e sguainare la bacchetta, il rosso rise alzando le mani in segno di resa «Oh ehi, non volevo spaventarti.» disse dolcemente accarezzandole una guancia mentre lei abbassava l'arma e annuiva tranquilla.
«Sì, io...mi servirebbe il cambio.» e senza aspettare una sua risposta entrò nella tenda per potersi sdraiare sulla sua branda e provare a dormire un po', camminando lungo la tenda però si fermò qualche secondo davanti Draco e non poté negare l'evidente bellezza del ragazzo, se solo non fosse stato un emerito idiota non le sarebbe dispiaciuto averlo lì con loro.


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