20.30
“Amore, mi prendi i cd? Sono in sala, nel ripiano sopra la tv.” Mi domandò uscendo di casa.
“Si, ma dove stai andando?” Mi diressi in sala e presi uno alla volta tutti i cd.
“Un mio amico mi ha prestato un auto, sai, credo sia il tipo per Judy, un bastardo, perché non glielo presenti?” Urlò da fuori casa.
“Sei un cretino!” Risposi di rimando e andai da lui chiudendo la porta di casa.
“Oh mica scherzo, dai, presentaglielo.” Ridacchiò mettendo i cd a posto.
“Ma tu sei scemo seriamente, va bene che ti sta sul culo, però non vado a presentarle un bastardo, scusa.” Entrai in auto.
Lui si mise a fianco a me, alla guida. “Ma tanto lo è anche lei, che cambia? Magari tra coglioni si trovano.” Mise in moto.
Trattenni la risata cercando di sembrare seria. “Guida e stai zitto, vedi di non fare un altro incidente.” Scossi la testa ridendo piano.
“Tranquilla, ci arriviamo interi, però ti faccio ridere, vedi?” Sorrise guidando.
“Ma perché dici di quelle cose.” Risi guardando i suoi lineamenti, sempre perfetti.
“Ma io dico solo la verità.” Lo vidi muovere la mascella in modo quasi impercettibile, era stupendamente sexy.
“Ah beh, come sempre..da quant’è che non ti fai la barba?” Continuavo a fissare la sua mascella, dio, quella barbetta era così arrapante.
Corrugò un secondo la fronte con aria stranita. “Ehm..cinque giorni mi sembra, da quando abbiamo fatto l’incidente, perché?” Mi guardò sott’occhio.
“Beh si vede, ma mi piace, è..sexy” la accarezzai tra la mascella e il collo, e rabbrividì guidando “mi viene voglia di passarci la lingua, o di mordicchiarti tutto..” sussurrai mordendomi il labbro.
Deglutì stringendo il volante. “Penso..che..ehm..non sia il momento e..e il luogo a-adatto..” Balbettò, ero riuscita a metterlo in crisi, per la prima volta, wooooh, di solito era lui a mandarmi in tilt.
“Cosa c’è amore? Perché balbetti?” Accennai un sorrisino avvicinandomi al suo collo.
Era tesissimo, deglutiva continuamente, ed a me il suo profumo mi faceva salire ancora di più gli ormoni, non volevo fare sesso, solo eccitarlo, si, a volte sapevo essere stronza anch’io.
“C-che vuoi fare?” Teneva gli occhi sulla strada mentre rimaneva rigido.
“Lascia fare a me.” Sussurrai roca al suo lobo, poi scese poco più sotto, e leccai piano l’inizio della mascella, lo vidi respirare lentamente, e il cavallo dei jeans iniziò a riempirsi della sua eccitazione.
“B-brook n-no ti prego..n-non possiamo..” Disse quasi dolorante.
“Lo so, chi ha detto che voglio?” Alzai un sopracciglio ridacchiando.
“A-anche tu sei una s-stronza.” Mugolò.
“Già, ma penso che basti, mi è piaciuto leccarti, è stato piacevole.” Risi rimettendomi per bene al mio posto, mentre lui si teneva con una mano lì.
“Bastarda.” Parlottò calmandosi piano.
“Scusa, ma volevo farti provare l’effetto che mi fai tu, sai, quando divento creta malleabile tra le tue mani.” Sussurrai, calmando le risatine.
“Beh ci sei riuscita, e non penso sarà l’ultima volta, o dico male?” Parcheggiò, non era molto lontano da casa sua.
“Dici benissimo.” Pronunciai uscendo, e andando a prendere i cd.
***
23.13
“Allora, su le mani su, Dj Malik is here!” Mi misi a ridere sentendolo, se la tirava davvero moltissimo, lo guardavo da vicino la console. Avevo già bevuto almeno tre bicchieri di vodka, mi girava già la testa, ero appoggiata di spalle ad un muro e mi guardavo in giro sbadatamente.
“Ciao bellezza.” Mi voltai alla mia sinistra, e mi trovai un bel figone, alto, occhi smeraldo tendenti all’azzurro e capelli mori riccioli, era da scopata, ma d’altronde ero quasi completamente brilla.
“Heeiii bel figo!” Esclamai, ero ormai quasi al punto buono.
“Sei sola?” Ridacchiò.
“Nah sono con ‘Dj Malik’.” Ridacchiai anch’io barcollando leggermente.
Sul suo volto apparve un sorriso quasi malefico, ma non gli diedi affatto peso. “Mmm..ti ho preso una tequila, ti va?” Mi porse un bicchiere riempito fino all’orlo.
Lo afferrai. “Chi direbbe di no?” Iniziai a sorseggiarla.
“Uno stupido, e tu evidentemente non lo sei.” Il suo sguardo accinse ad un pizzico di maliziosità, ma non ne ero certa.
La finii velocemente e strinsi gli occhi. “Wooooohooo sono completamente brilla!” Risi forte.
Harry’s pov:
La nuova tipa di Malik, bene, la mia vendetta aveva inizio.
Mi misi di fronte a lei e la guardai dritta negli occhi. “Bambolina, fammi vedere che sai fare.” Avvicinai il mio viso al suo e le leccai le labbra.
Le sue mani piccole si posarono sul mio petto, la sentivo ridacchiare mentre dischiudeva le labbra, bene, l’alcool aveva fatto effetto, insinuai la lingua, intanto che lei portava la sua incontro alla mia, le mie mani scesero giù per i suoi fianchi arrivando fino al sedere, sussultò leggermente quando lo strinsi, e l’attirai a me, facendo aderire i nostri bacini, e ‘mostrandole’ la mia erezione pronta per lei, era arrapante, e non poco, ecco perché era ‘proprietà Malik’, come quella che un tempo era stata sia sua che mia, mi strusciai su di lei e la sentii mugolare, l’avrei scopata davanti a tutti, ma soprattutto davanti a lui.
Zayn’s pov:
Stavo mixando la musica in tutto il locale, sapevo che Brooklyn non si era spostata dal suo posto, così tirai un’occhiata alla mia destra, all’inizio non la vidi, ma poi..
Sbarrai gli occhi e serrai la mascella, lei era lì, avvinghiata a Styles, la mano dietro la nuca di quel bastardo con lui che si strusciava in modo schifoso a lei e le loro lingue che si intrecciavano, volevo ucciderli, solo quello.
Lasciai il cd andare e andai verso di loro, lo presi per una spalla e lo tirai via, staccandolo da lei. “Tu, non toccarla, stronzo. E tu” spostai lo sguardo su di lei “che cazzo fai?!” ringhiai, ero davvero incazzato quella volta, come lei non mi aveva visto mai.
“Heiiii calmati stupido!” Rise forte lei, bene, ci mancava che fosse ubriaca.
“Senti, sta zitta.” La guardai con disprezzo, e si ammutolì subito.
“Che ti prende Malik? Non mi sembrava le dispiacesse.” Ridacchiò Harry.
“Brutta testa di cazzo torna da quella troia della tua ex e non rompermi il cazzo.” Alzai il tono, e lo presi per il colletto velocemente.
“Oh beh non va bene lei come troia? Non vorrai mica tenertela tutta per te, ma dai, neanche lei vuole essere solo tua, vero bambola?” Le lanciò una frecciatina con un sorrisino odioso in volto.
Respirai profondamente, dovevo cercare di calmarmi. Era impossibile. “Fottiti.” Gli tirai un pugno facendolo cadere a terra.
“Zaaayn!” Strillò Brooklyn in modo acuto.
La presi per il polso e la tirai via dalla mischia, e dal gruppo di persone che si era formato intorno a noi, fino ad arrivare all’uscita sul retro, la feci aderire con le spalle al muro del vicolo. “Sei una stronza, mi fidavo di te, troia.” Ringhiai sulle sue labbra e strinsi di più la presa, non rendendomene conto.
“A-ahia Zayn..lasciami..” Piagnucolò smuovendosi sotto la mia stretta.
“No. Perché cazzo ci sei stata?! Sei una puttana, e basta.” Alzai il tono, ero completamente incazzato.
Mi guardò negli occhi tremando leggermente. “Mi fai paura Zayn, vattene.” Sussurrò.
“Devo farti paura.” Marchiai la prima parola respirando lentamente.
“Ti ho detto di lasciarmi!” Urlò cercando di slegare il polso.
Aveva un paio di pantaloncini, li sbottonai velocemente guardandola negli occhi. “Sei, mia. E nessuno ha il diritto di toccarti, se non io.” Ringhiai sulle sue labbra abbassandoglieli velocemente.
“C-che vuoi fare?” Domandò, vedevo la paura nei suoi occhi, ma aveva superato il limite, e non mi sarei di certo trattenuto.
“Lo sentirai, ti avevo detto di non farmi incazzare, ora ne paghi le conseguenze.” Tirai giù anche gli slip, e le tolsi tutto.
“N-no ti prego..” Voleva indietreggiare ma andava sempre più ad aderire al muro, mi sbottonai velocemente i jeans e la patta, abbassai i boxer, facendo uscire la mia lunghezza.
“Sta zitta, se urli ti faccio ancora più male.” La presi in collo e la tenevo dal sedere, entrai con forza in lei stringendo i denti.
Si morse il labbro per non urlare e strinse gli occhi, spingevo con forza, volevo che provasse dolore, tanto dolore, quanto tutto quello che provavo io, in quel momento, e in tutta la mia vita prima, doveva soffrire. Mi tirò forte i capelli facendomi stringere gli occhi, ma così peggiorava e basta la situazione, spinsi velocemente e forte, non provavo piacere, per niente, non provavo niente, solo rabbia.
“Stronzo, mi fai male!” Strozzò un urlo. Quelle quattro fottutissime parole. Deglutii e sbarrai gli occhi, uscii velocemente da lei e la feci scendere, mi rivesti, avevo gli occhi lucidi.
“Che cazzo ho fatto..?” Pensavo cercando di trattenere le lacrime, mentre lei si rivestiva piangendo di già e mugolando dolorante.
“Vaffanculo, sparisci dalla mia vita una volta per tutte.” Urlò piangendo e rientrò in discoteca.
Non era per niente il momento di chiedere scusa, io ero stato violento si, ma lei mi aveva praticamente tradito. La seguii e la ripresi per un polso.
“Ahia mi fai..” Si zittì subito, era come se fosse un riflesso.
“Smettila, ti riporto a casa, Paul! Devo andarmene, prendi il mio posto!” Urlai ad uno dei miei amici e la portai fuori.
“Torno da sola, vai a lavorare.” Singhiozzava dal pianto. Non aveva più bisogno di una doccia fredda per farle passare la sbornia, le era bastato quel trauma.
“Non torni da sola, sali in macchina.” La guidai all’auto aprendole lo sportello e la sbattei sul sedile.
Entrai dall’altro lato e misi in moto, si accucciò sul sedile portando le ginocchia al petto. “Mi dispiace, ero ubriaca, non volevo tradirti, io ti amo.” Sussurrò con poca voce.
Strinsi gli occhi e feci uscire le lacrime. “Stai zitta, smettila, non parlare.” Guardavo la strada guidando piano.
“M-ma..ho..ho paura di te..” Deglutii, erano le ultime parole che avrei voluto sentirmi dire, da lei.
Respirai profondamente. “L-lo so..e..e non volevo davvero farti male..ero..ero arrabbiato..e in realtà lo sono ancora..ma mi dispiace..per favore..n..non ti toccherò più..ma n..non avere paura di me..ti prego..” Piangevo mentre continuavo a guidare.
Brooklyn’s pov:
Mi aveva davvero fatto male, io volevo fidarmi di lui, ed infondo aveva ragione, era colpa mia, non avrei mai dovuto starci con quel tipo, ero stata una stronza, una troia, una puttana.
“V-va bene, m-mi fido di te, me lo meritavo, e hai ragione ad essere arrabbiato con me, mi dispiace..p-perdonami ti prego..” Per una volta non ero convinta di chi dovesse chiedere scusa tra i due.
Si fermò accostandosi ad un marciapiede e si protese verso di me, lo guardai tremando, e mi baciò lentamente, ci misi un attimo prima di rendermene conto e di ricambiare, gli tenevo il viso con una mano accarezzando piano la barba, era come se con quel bacio tutto si fosse rimesso a posto, ma non ero convinta che fosse così.
Si staccò piano rimanendo con gli occhi chiusi. “Non lasciarmi quando uscirai da quest’auto..io ti amo..perdona quello che non sono io..” Sussurrò sulle mie labbra.
“Non ti lascerò..anzi..andiamo a casa tua amore..ho bisogno di dormire con te vicino..ti amo..” Lo ribaciai piano piangendo ancora per il trauma che avevo subito.
Ricambiò lento e si staccò dopo poco tornando comodo al suo posto e rimettendo in moto. “Non avresti dovuto vedere quel lato di me..” Sussurrò guidando verso casa sua.
“No, io devo ancora conoscerti del tutto, anche le cose brutte..” Lo guardavo mentre mi asciugavo le lacrime, lui continuava a piangere.
“Non so se mi conoscerai mai del tutto..” Mormorò guidando.
“Lo spero..” Poggiai le testa sulle ginocchia guardandolo.
“Lo so..” Si asciugò il viso con una mano continuando a guidare.
“Ti prego..non piangere..” Mugolai sulla mia pelle.
“V-va bene..” Parcheggiò e finì di asciugarsi con la t-shirt.
“Dai, andiamo piccolo, ti faccio un po’ di coccole se vuoi.” Aprii piano la portiera.
“S-si, voglio..” Mugolò ed uscimmo di auto.
Venne vicino a me e gli presi la mano guardandolo. “Va tutto bene.” Accennai un sorriso.
Mi guardò e poi abbassò lo sguardo. “Non andare più con nessuno..io amo solo te..sei tutto ciò di cui ho bisogno..” Mi strinse la mano dirigendosi a casa.
“No, non lo farò, non berrò più, starò solo con te, perché anch’io ho bisogno di te.” Aprì la porta ed entrammo in casa.
Non fece in tempo a chiudere la porta che me lo trovai davanti, con la schiena che mi poggiava al muro, che mi fissava negli occhi a pochissimi centimetri dal mio viso. “Ti amo piccola, ti amo da impazzire, e so che sono fottutissime frasi fatte e strafatte più dei drogati, dovrei inventarne altre, solo per te, solo per dire che ‘solo Zayn Malik ama in tal modo Brooklyn Jhonson’, devo trovarlo, devo inventarlo, così che posso usarlo solo io e nessun altro.”
A volte le parole che dicevano erano stranamente bellissime.
“Mooyn.” Sussurrai, quasi senza pensare.
“Da dove viene?” Sorrise piano.
“Beh..la ‘M’ sta per Malik, le due ‘o’ stanno per le mie centrali, e l’’yn’ sta per la fine del tuo nome, sai, io sto in mezzo, perché sono qui..” gli feci una piccola croce sul cuore “vero?” lo guardai.
“Esatto piccola, sei lì.” Mormorò.
“Posso usarlo anch’io?”
“Si amore, mooyn.” Mi baciò.
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Revival
Fanfiction*tratto dal testo* Non c’era altro da fare, se non farsene una ragione, io la amavo, così tanto da perdere la testa, ed era una cosa che senza di lei, col tempo, sarebbe successa, ne ero certo, droga, alcool, emarginazione, o di nuovo puttane, quell...