Epilogo

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Aprile.

Brooklyn's pov:

Le cose all'università andavano benone, i voti erano alti, spesso sentivo mia madre, ma solamente perché mi chiamava lei, avevo anche cambiato numero, per non ricevere tutte le sue chiamate e i messaggi, anche se il suo numero, io, lo avevo ancora...
Non avevo praticamente più una vita sociale, parlavo solo ogni tanto con la mia compagna di stanza, ma nient'altro, ormai la mia 'vita', se posso ancora considerarla tale, era incentrata sullo studio, solo lo studio.
Era domenica, quindi non c'erano corsi, e ognuno poteva permettersi di fare quello che voleva, così afferrai il mio amato romanzo di Jonathan Coe e mi fiondai sul mio comodo letto a leggere.
"Brook, c'è posta per te!" Esclamò Lindsay dolcemente porgendomi la busta di una lettera.
Chiusi il libro, e afferrai la busta. "Grazie.." L'odore della carta, lo conoscevo. Chiusi gli occhi qualche secondo inspirandolo.
"Ti lascio sola, ma dopo voglio sapere eh" Uscì dalla stanza chiudendo la porta.
Era rimasto lo stesso profumo, quello non era cambiato, almeno. Aprii la busta lentamente, quasi impaurita da cosa potessi trovare al suo interno. Era ripiegata, la 'srotolai', ed iniziai a leggere.

"Cara Brooklyn.Sette mesi e cinque giorni da quando è tutto finito."

Già quelle parole mi avevano stoppata.

"Ho appena buttato fuori una delle solite puttane, già, sono tornato il coglione di prima, quella testa di cazzo che avevi conosciuto ormai un anno fa, sai ci penso spesso, ora staremmo insieme da un anno, ma che senso ha continuare a contare? Nessuno, ormai niente ha più senso, perché io non ho più senso, sono tornato ad essere la persona insignificante che sono sempre stato, perché da quando non ci sei sento di non contare più niente per nessuno, perché l'unica a cui realmente è sempre importato fin dall'inizio infondo sei sempre stata tu, non Safaa, non i miei genitori, non Whaliya o Doniya, tu, tu e basta."

Spostai un attimo lo sguardo dalla lettera, non riuscivo a continuare, dovevo fermarmi un attimo, avevo già gli occhi lucidi.

"Voglio dirti come ho fatto a sapere il nome dell'università. Beh, non è stato semplice, tua madre, beh..appena mi ha visto in questo stato..non mi ha più rivolto la parola..era scioccata dalla mia visione..sono stato costretto quindi a chiamare tutte le università di Oxford chiedendo di una certa Brooklyn Jhonson, e dopo due giorni finalmente ti ho trovata."

Che stato..? Perché mia madre non mi aveva detto nulla? Dio..

"Non so se leggerai mai questa lettera, ma penso che comunque non servirebbe a molto, non credo che tornerai da me, e penso che tu una vita te la sia rifatta, ma io, io senza di te non so farmela, e se mi vedessi lo capiresti senza neanche sentirmi parlare, mi sto deteriorando, ormai non vivo più, e forse tra poco morirò anche, di overdose, o di coma etilico, con tutte le droghe e gli alcolici di cui faccio uso ora, sto malissimo, e tutto questo non è niente, perché voglio solo morire, Brooklyn, fin da quando mi hai lasciato, l'unico mio desiderio è stato morire, perché io, non avevo più niente per cui combattere, non avevo più te, mi aiutavi ad andare avanti, e no, non ce la faccio più ad andare avanti, senza te, ho bisogno anche solo di sapere che ci sei, anche se non posso averti davanti, anche se non posso sentire la tua voce, e stringerti, e parlarti, e tutto il resto, ma ti prego, torna da me, perché lo giuro, lo giuro seriamente, io mi uccido, Brook, la faccio finita."

No! Non poteva farla finita! Non glielo avrei mai permesso, no!
Sentivo il groppo in gola che si ingrandiva sempre di più, mentre le lacrime scendevano sul mio volto.

"Scriverti mi sta facendo male, tutto mi sta facendo male, come la tua lettera, sono stanco di stare male, non ce la faccio più.
Addio per sempre Brooklyn.
Ti ho sempre amata, e non smetterò di farlo neanche lì dove andrò tra poco.
Tuo per sempre.
Z."

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