capitolo 9

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Entrai nella sua stanza e trovai un paio di medici che parlottavano tra loro.

“E’ successo qualcosa?” Chiesi allarmato.

Uno di loro si voltò verso di me. “I livelli stanno scendendo, e non è nella norma, potrebbe aver subito davvero un trauma o avere qualche lesione interna, e di conseguenza porterebbero anche alla morte.”

Rimasi inerme a quelle parole, e dischiusi leggermente le labbra. “Q-quindi come farete a vedere se ne ha..?” Lo guardai.

“Abbiamo già iniziato a fare i primi controlli, ma i risultati non si sapranno per almeno due giorni.” M’informò guardandomi.

“Va bene va bene..potete lasciarci soli..?”

“Certo.” Uscirono sempre parlando tra di loro.

Posai il vaso sul comodino di fianco a lei. “Ci dai molto da fare a tutti piccola eh..ti ho portato dei fiori, spero che ti piacciano, so che li vedrai, non andrà come dicono loro, tu ce la farai, è una promessa.” Borbottai andandomi a sedere a fianco a lei, come d’abitudine.

Era inutile aspettare una risposta.

Ireland mi aveva lasciato alcuni numeri, tra cui quello di Judy, ed un cellulare, che non sapevo di chi fosse.

Lo afferrai e presi anche il foglietto dei numeri, composi quello di Judy e le mandai un messaggio.

“Sono Zayn, questo non è il mio numero, ma rispondimi lo stesso. 

Non so se hai saputo cos’è successo ieri, beh, 

in ogni caso rispondimi appena puoi.”

15.05

“Io non so come fai a sopravvivere con tutti questi cavi attaccati, che hanno di speciale? Non vivresti meglio con me attaccato?” Chiedevo col gomito poggiato al lato del letto, e la testa sorretta dalla mano, guardandola.

Il telefono cominciò a squillare in ripetizione, lo presi sbuffando e risposi. “Pronto..”

“Zayn..? Sono Judy..”

Mi tirai per bene a sedere sulla sedia. “Grazie per aver chiamato..senti..ehm..”

“Che è successo?” Chiese quasi preoccupata e mezza scocciata, sicuramente, di sentirmi.

“Devi venire in ospedale..” Sussurrai quasi.

“Cosa?! Che ci fai in ospedale?”

“Brooklyn..lei..è in coma..” Dissi portandomi una mano tra i capelli.

“C-che? S-stai scherzando spero..”

“No..ieri abbiamo fatto un’incidente..”

“Arrivo subito.” E riattaccò.

Riposi il telefono e tornai a guardare la mia..ragazza. “Sai, ormai tutti ti classificano come la mia ragazza, ho iniziato a farlo anch’io, mi piace dai, forse è diventato il tuo nuovo titolo, ‘la ragazza di Dj Malik’, mm suona bene.” Sorrisi carezzandole i capelli.

Guardai un attimo tutta la stanza. “Forse dovrebbero metterci qualche quadro però..” pensai ad alta voce “è così spenta, non va bene per te piccolina mia, a te ci vuole una stanza piena di colori sgargianti, come sei tu.” continuai.

15.30

Judy spalancò la porta scioccata, e si fiondò di fronte a me, dall’altro lato del letto. “Tesoro mio..no..non può finire così..” Ripeteva con le lacrime. Altri pianti.

Con lei c’era un ragazzo, alto di poco meno di me, capelli castani e senza cresta, ed occhi..solitamente..blu, non era possibile. Mi alzai dalla sedia e andai verso di lui. “Tu sei..?”

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