Sono tornata! - Capitolo 16

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"Com'è andata con papà?" Mi domandò Ireland appena misi piede in camera mia.
"Bene direi." Risposi vaga mentre posavo la borsa sul letto e mi cambiavo per uscire con Zayn.
"Dove vai?" Mi guardava seduta sulla sedia della scrivania, intanto che mi vestivo.
"Zayn mi porta fuori, non so dove, ma ha detto di vestirmi bene, e tra poco arriva quindi devo fare veloce." La informai.
"Oh capisco, comunque sono contenta che sia cambiato e che ti tratti bene, hai bisogno di uno come lui."
"Già, sono contenta anch'io di lui."
Mentre parlavamo suonò il campanello e Ireland scese giù ad aprire, intanto che io finivo di truccarmi.
Sussultai non appena due braccia forti mi strinsero da dietro, e delle labbra si premettero sulla base del mio collo.
Guardai attraverso lo specchio e incontrai il suo bellissimo sorriso, e il mio ragazzo, alle mie spalle, mentre mi stringeva e continuava a baciare la mia spalla. Accennai un sorriso.
"Cos'è questa dolcezza?" Rabbrividii non appena mi baciò il lobo.
"Perché stasera sarò dolce con te." Sussurrò sorridendo alla mia reazione.
"Ohw si? Dove mi porta mio principe?" Sorrisi rimettendo a posto il mascara.
"Lo vedrà mia principessa." Mi sorrise e mi prese la mano guidandomi fuori dal bagno.
"Ti sei pure scordato di farti la tua amata cresta?!" Ridacchiai prendendo velocemente la borsa mentre lui mi tirava.
"Secondo te me ne scordo?! Non l'ho fatta volutamente." Mi guardò come se fosse ovvio.
"E perché hai ucciso il tuo ciuffo? Poveriiiiino!" Feci il musino trattenendo le risate.
"Ma stai zitta cretina!" Rise mentre arrivavamo alla porta di casa.
Risi guardando la sua faccia stranita. "Ma hai la barba!" Esclamai. Sembravo rincoglionita, di tutti i baci che mi aveva dato non mi ero accorta di niente.
"Ma buongiorno Brooklyn! Sono le sette e mezza, quando pensavi di accenderlo il tuo svelto cervello?!" Mi disse ironico e lo guardai male.
"Stupido. Maaamma usciamo!" Urlai mentre sbattevo la porta di casa.
"Ma noto che sei svelta di comprendonio, dicevo." Rise mentre camminavamo verso la macchina.
"Dai, smettila di prendermi in giro." Misi il musino entrando in auto.
Venne al mio fianco e si protese a baciarmi piano. "Scusa piccoletta." Sussurrò sulle mie labbra.
Accennai un sorriso e lo spostai con la mano. "Dove mi porti quindi?"
Rise mettendo in moto. "E' una sorpresa." Rispose vago.
"Sono curiosa brutto bastardo." Sbuffai.
"Oh eddai, non fare così, ti piacerà." Rispose guidando.
"E tu cosa ne sai?!" Domandai riluttante.
"Lo so, e non fare così."
"Così come?" Lo guardai attenta.
"L'acida." Disse secco.
Alzai un sopracciglio. "Non sono acida, sono curiosa, e tu sei troppo convinto di te stesso."
"Mamma mia quanto parli Brook.." Voleva farmi irritare, il coglione.
"Mamma mia quanto sei coglione Zayn.." Risposi a tono.
Mi guardò un secondo e rise, per poi spostare di nuovo lo sguardo sulla strada.
"Dai, quando arriviamo?"
"Chiudi gli occhi." Pronunciò sempre guidando.
Lo guardai strano.
"Fallo."
"Okay okay.." Li chiusi stranita.
Sentii il motore spegnersi e uno sportello sbattere, tutto giocava sul mio udito in quel momento, odiavo quei 'giochi'.
Sussultai non appena sentii prendermi la mano. "Vieni, attenta.." La sua voce. Forse il 'gioco' iniziava a piacermi, semplicemente perché mi concentravo solo su ciò che sentivo. La sua voce.
Misi i piedi fuori e mi alzai stando attenta, barcollai leggermente prima di essere stabile. Mi allontanò un po' dall'auto e chiuse lo sportello.
"Perché me li hai fatti chiudere?" Domandai stringendo la sua mano. Sentivo un leggero fruscio in lontananza, ma non capivo cosa fosse, poi l'aria mi soffiò sul viso e odorai un profumo, buonissimo, salato, particolare, già sentito.
"Voglio farti provare le sensazioni che non provi ad occhi aperti.." Rispose sussurrando e tirandomi non so dove.
"Oh..beh..per ora sono bellissime.." Sussurrai a mia volta seguendolo, sempre ad occhi chiusi.
"Mi fa piacere..togli le scarpe.." Si fermò.
Corrugai la fronte e mi tolsi le scarpe. "Dove le metto ora?" Chiesi sempre stranita.
"Lasciale qui, ma togli anche i calzini."
Bah. Mi tolsi i calzini e saltellai non appena poggiai un piede a terra. "Iiih ma che è?!" Era freddissimo, e..granuloso?
"Sta tranquilla, hai già sentito questa sensazione, pensaci.." Mi tirò di nuovo non appena lanciai i calzini.
Avevo una faccia che variava dallo strano allo schifo, indescrivibile insomma. "Ehm.." Mossi i piedi non appena ci fermammo.
"Allora?" Chiese tenendomi ancora la mano.
"Sabbia." Risposi secca, e si, era sabbia.
"Esatto, ora respira profondamente."
Sembrava una lezione di yoga. Feci come aveva detto, stesso profumo di prima, ma, stavolta, mischiato ad un altro, sembrava vaniglia, o qualcosa di simile. "Fatto, e ora? Non posso aprirli? E' già buio tanto, non vedo niente comunque.." Piagnucolai, e sentii un rumore, simile a quando le onde si increspano sugli scogli e la sabbia.
"Si, puoi aprirli." Mi lasciò la mano.
Aprii piano gli occhi e dischiusi le labbra. Eravamo in spiaggia, e sulla sabbia c'era una coperta con delle candele sparse in un angolo, un cartoccio di pizza, risi non appena lo vidi, era sicuro, rovinava tutto, poi c'era una rosa, rossa, che si chinò a raccogliere.
"Per te, acida che non sa mantenere un po' di curiosità." Mi sorrise porgendomela.
La presi sorridendo e la odorai, era profumatissima. "Grazie..non mi aspettavo tutto questo..scusa per prima.."
"Non preoccuparti, quindi, ti piace?" Non si toglieva il sorriso dal volto, quanto lo amavo.
"Si, tantissimo."
"Ti avevo detto di saperlo." Disse con aria soddisfatta, mentre mi faceva sedere sulla coperta.
"Hai ragione, ma perché tutto questo? Che giorno è?" Lo guardai.
Aprì il cartoccio della pizza. "Mi andava di fare qualcosa di speciale per te, ci ho provato, e ritieniti fortunata, perché queste cose sdolcinate non le ho mai fatte." Mi passò un triangolo di pizza.
La presi e risi. "Lo noto."
Tirò un morso e mi guardò sott'occhio. "Che vorresti dire con questo?" Parlottò col boccone.
Risi più forte. "Tutto perfetto e poi..tadan cartoccio di pizza..almeno le buone maniere, mastica prima di parlare.." Tirai un morso.
Masticò guardandomi male. "Antipatica, accontentati oh, e poi so che ti piace la pizza coi peperoni, quindi anche questa è una cosa sdolcinata."
Ingoiai e ripresi a ridere. "Quanto sei scemo, orsacchiotto mio." Gli baciai la guancia.
"Ha parlato la cogliona." Pronunciò offeso.
"Dai amore, lo sai che sono contenta, grazie." Poggiai la testa sulla sua spalla mangiando.
Sentii la sua barba sfiorarmi la fronte, stava sorridendo.
"Ti amo piccola." Sussurrò.
"Anch'io."

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