capitolo 7

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14.00

“Ti aspetto fuori il cancello piccola xx”

Il messaggio di Zayn , sorrisi appena lo vidi. Con Judy non avevo più avuto il piacere –si fa per dire- di parlarci. Uscii velocemente, e lo trovai lì di fronte sulla moto con i caschi già pronti.

“Ciao bellissima.” Mi sorrise.

Mi avvicinai sorridente a lui. “Ciao piccolo.” Presi il casco.

Si avvicinò a me e mi baciò dolcemente sorridendo.

Ricambiai tenendo il casco in mano.

“Hai parlato con Judy..?” Sussurrò staccandosi e prendendo il suo casco.

“Non proprio..non l’ho perdonata..non credo lo farò..”Mi spostai e mi misi il casco.

“Perché..?” Si mise il suo.

“Non se lo merita..”

“E’ colpa mia, avete litigato per uno stupido idiota, che sono io, dovete chiarire ti prego..” Mi guardò quasi sofferente.

“Va bene, va bene, quando tornerò a casa.”

Salì in moto e lo seguii a ruota.

“Tieniti stretta.” Urlò accendendo il motore.

“Lo faccio sempre.” Urlai sorridendo e stringendomi forte a lui.

In quel momento, prima di partire, Judy ci passò a fianco con un’espressione devastata, per un attimo mi tolsi il sorriso dal viso, solo per etica verso di lei, non per altro.

Partì e sfrecciammo veloce per strada.

Ormai erano almeno dieci minuti che stavamo in moto.

“Zayn! Frena!” Urlai fortissimo vedendo un auto, passata col rosso, venirci addosso.

Zayn’s pov:

Mi alzai a fatica dall’asfalto bollente, il casco era partito da qualche parte, mi sanguinava la testa, avevo il labbro spaccato, un mucchio di persone erano intorno alla moto ormai distrutta, e intorno a me, ma non vedevo lei, non vedevo Brooklyn.

“Brook..Brooklyn..” Barcollavo guardandomi in giro, per cercarla.

Un signore mi venne a fianco. “Figliolo stai bene?” Mi chiese preoccupato.

“Io si..c’era una ragazza con me..capelli neri..occhi blu..non la trovo..vi prego aiutatemi..” Supplicai con gli occhi lucidi e gonfi.

“Calmati, la troveremo..adesso siediti qui, sta arrivando l’ambulanza..” Provò a farmi sedere.

“No, devo trovarla, io sto bene, mi scusi..” salii su una panchina che c’era sul marciapiede e scrutai bene dall’alto “eccola, è lei!” puntai una ragazza sdraiata a terra, senza casco. Scesi velocemente e corsi barcollante verso di lei.

Aveva anche lei la testa sanguinante, non apriva gli occhi, era come se dormisse, sapevo che se si prendevano colpi forti in capo non si doveva dormire o si rischiava di morire, avevo una paura assurda. “Piccolina ti prego..ti prego svegliati..ti scongiuro..apri gli occhi..parlami..non puoi morire..no..tu devi restare qua..devi vivere con me..” La scrollai iniziando a piangere, mi tremava la voce, lei non apriva gli occhi, non faceva mugolii, niente di niente.

Continuavo a smuoverla, mentre sentii la sirena dell’ambulanza avvicinarsi, il signore che prima mi aveva soccorso guidò i medici verso di noi.

“Si sposti, dobbiamo portarla in ospedale, di corsa.” Arrivarono con una barella.

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