capitolo 3

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Non riuscii a capire molto di lui, era sempre un mistero per me, non mi faceva vedere quale fosse il suo lato nascosto.

“Ragazzi! La cena è pronta!” Ululò mia mamma dalla cucina.

Noi due eravamo ancora in camera mia, lui mi prese la mano e mi portò giù, arrivammo a tavola e mi fece sedere al suo fianco.

“Dove hai intenzione di portarmi domani?” Gli chiesi a bassa voce ricordandomene.

“Da nessuna parte, ma se hai intenzione di fare quello che voglio fare io ti conviene riposarti dopo, soprattutto perché sarebbe la tua prima volta.” Usò il mio stesso tono.

“Fai così stancare?” Chiesi ironica.

“Può darsi..”

Iniziammo a mangiare ed io non finii neanche il mio cibo, l’ansia di passare una notte con lui a casa sua era troppa.

“Non ho molto da offrirti a casa mia se hai fame, ti avviso.” Mi lanciò un’occhiata.

“Non fa niente, non ho fame.” Ripudiai il piatto.

Sbuffò e si alzò lasciando il cibo lì.

“Andiamo Brooklyn..” Mi prese la mano tirandomi su.

Evitai di fare scenate.

“Buonanotte..” Accennai.

“Arrivederci signorine.” Mi portò fuori dalla cucina.

Era anche educato, quando voleva.

“Che ti prende?” Chiesi un po’ impaurita.

“Perché non hai mangiato nulla? Sai che non puoi rimanere digiuna.” Mi sgridò.

“Che fai ora, ti preoccupi per me? Sei forse mio padre? Ah no giusto, neanche lui si preoccupa per me.” Dissi agitata.

“Si, mi preoccupo, e se tuo padre non lo ha fatto e non lo fa, lo faccio io, con o senza il tuo permesso.”

Sfilai la mano dalla sua.

“Quindi non sono neppure capace di badare a me stessa, secondo te?” Il mio tono si faceva sempre più irritato.

“Non ho detto questo, solo che mi preoccupo per te.”

“E perché? Sempre se si può sapere.”

“Perché non voglio che tu ti faccia male.”

“E se non mangio mi faccio male?!”

“Direi di si, ma ora calmati.”

“Io sono calma.”

“Okay, vuoi comunque venire da me?” Mi chiese tranquillo, come se volesse tranquillizzare anche me.

“Si..tu hai detto che non dormiremo, e se io non volessi fare quello che hai in mente?”

“Sconvolgi un’altra volta i miei piani..”

“Vedremo..”

Mi riprese la mano e uscimmo di casa.

“Perché non ti lasci andare con me? Sarebbe solo una sera, dopo non mi rivedresti.”

Ed ecco lì la conferma che era solo un coglione.

“E il tuo ‘la mia quasi ragazza’ dove lo metti?”

Arrivammo alla moto, mi passò il casco e me lo misi.

“Dipende da come sei a letto.”

Esigente il ragazzo.

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