14.Fuga

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Midoryia/pov/

Ormai erano passate ore da quando, dopo il secondo interrogatorio, mi lasciarono nella cella dalle pareti bianche.
Ormai quel colore mi stava dando alla testa, mi stava facendo impazzire.

Appena arrivato al hotel toglierò il bianco da tutti i miei indumenti, non lo voglio più vedere.

La dottoressa entrò in silenzio nella mia stanza, per poi sorridermi leggermente.

<<Come sta?>> Chiesi appoggiandomi al muro della cella bianca,

<<Abbastanza bene, e lei?>> Risposi cercando di stare il più tranquillo possibile; dovevo essere il più calmo e rilassato possibile,

<<Bene grazie>> disse sorridendo la dottoressa Amane, per poi scrivere di sua consuetudine qualcosa nel suo notebook,

<<Signorina Amane, mi dica; che quirk ha?>> Chiesi facendole un sorriso tale da ammaliarla e farmi dire tutto sul suo quirk, e sinceramente ci riuscii.

<<Impulse: dal mio corpo escono dei prolungamenti del mio sistema nervoso, che posso inviare scariche elettriche molto potenti, e possono essere usate come fruste>> spiegò mentre fissandomi come un ebete;

Amico, allora ci sai ancora fare con le donne!

È il fascino del villain che aiuta,

Anche, anche.

<<È un quirk affascinante>> dissi e lei letteralmente si sciolse atterra, da brava sottona che si era dimostrata.

Continuammo a parlare per altri venti minuti, finché non sentii un boato.

Todoroki/pov/

Ero rimasto nella stanza a me assegnata, dato che avrei dovuto passare un po' di tempo nella struttura.

Effettivamente Izuku è uno dei criminali più temuti al mondo, quindi era normale volessero un Hero della sua taglia.

Chiusi un attimo gli occhi, per poi vedere alcune scene a proposito della nostra relazioni passata; la discoteca, il primo appuntamento, la nostra prima volta, quella in doccia...

Arrossii pensando a qu o momento passato assieme, quasi riesco a ricordarmi il piacere provato con lui quella volta; ogni centimetro della sua pelle era perfetto, ogni capello, ogni lentiggine.

Mi coprii gli occhi con il braccio, arrossendo vistosamente per poi chiudere gli occhi.
Mi tolsi la maglietta, sempre ad occhi chiusi, immaginando di averla affiancato a me.
Passai la mia mano sulla guancia, come a simulare una sua carezza, che poi finiva sul collo, ed infine accarezzando il petto.

Risi pensando alla sua faccia impacciata ed imbarazzata alla nostra prima volta, quasi riuscivo ad immaginarlo.
La mia faccia sudata, sorridente, mentre cercavo in tutti i modi di trattenere il mio quirk, che, nel caso avessi perso il controllo, avrebbe fatto del male ad Izuku.

Ed in quel momento ricordai la paura, la paura che, nonostante cercavo di nascondere, si poteva notare nei miei occhi quella volta; paura che non gli piacesse, paura che gli facessi male, paura che non sarebbe stato soddisfacente per lui.
Ero letteralmente in panico, ma il suo sorriso, i suoi gemiti, riuscivano a darmi la sicurezza per continuare quel momento.

Poi mi ricordai la nostra prima litigata seria, a casa dei miei genitori.
Ero stato così stronzo a dire una cosa del genere, qualcuno stava male ed io pensavo solo a me stesso.

Non si fece vedere per un mese...stavo così male...
Quelle notti senza di lui erano incredibili; una volta mi ero messo pure a piangere, pensando di aver perso le speranze in un ricongiungimento.
Era raro che piangessi, vivere con mio padre mi aveva temprato e reso abbastanza apatico, insensibile al dolore, che fosse fisico o mentale.

Ipocrisia 2 ~tododeku~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora